Politica
"Amministrazione era da tempo al capolinea"
I commenti dopo le dimissioni. Parlano Capone, Lapolla e Lovero
Gravina - mercoledì 12 gennaio 2022
17.00
Un blitz presso uno studio notarile ha posto fine al secondo mandato del sindaco Alesio Valente. Una doccia gelata per il primo cittadino, che nei lunghi anni in cui è stato alla guida dell'amministrazione comunale era riuscito a superare in più di una circostanza le insidie e i mal di pancia presenti tra i banchi della sua maggioranza, trovando la quadratura del cerchio. Così non è stato in questa circostanza in cui oltre ai rappresentanti delle opposizioni, a sancire la fine della legislatura hanno contribuito 5 consiglieri di maggioranza. Ciò che in molti si chiedono sono le ragioni di tale scelta e come mai si sia arrivati a questa decisione proprio adesso.
"La misura era colma" -afferma il consigliere di "Gravina al centro" Angelo Lapolla, che sottolinea come la decisione dei 5 componenti della maggioranza di staccare la spina alla giunta Valente era nell'aria da tempo, per via di una mancata condivisione delle decisioni che riguardano la città. "Si chiedevano incontri per pianificare insieme il futuro: incontri che non ci sono mai stati" - sottolinea Lapolla che, tornando all'opportunità di sfiduciare il sindaco ora, a tre mesi dalla scadenza del mandato, è molto esplicito: "tutti devono partire da zero a zero nella prossima campagna elettorale: altri mesi sarebbero stati un vantaggio per Valente e i suoi fedelissimi". Sul futuro politico poi e sulla possibilità di coalizioni con i partiti e i movimenti dell'attuale maggioranza Lapolla ha le idee chiare. "Ragioneremo sui programmi e sulla possibilità di esprimere un candidato sindaco che sia rappresentativo di quelle idee, anche con gli attuali partiti di maggioranza che però devono dimostrare una discontinuità e una differenza con il passato". In pratica si al Pd, ma non con Valente.
Anche per il capogruppo dei popolari con Emiliano, Salvatore Capone, non si tratta di un fulmine a ciel sereno, ma di una decisione maturata nel tempo, dopo numerosi strappi e riavvicinamenti con il sindaco. "Purtroppo dopo il nostro rientro a pieno titolo tra i banchi della maggioranza non c'è stato quell'auspicato cambio di passo. Speravamo ci fossero le condizioni di una maggiore partecipazione rispetto alle scelte e al metodo di gestione che abbiamo spesso contestato, ma così non è stato. Discussioni interne che non abbiamo reso pubbliche e che hanno portato, a lungo andare, ad una situazione non più sostenibile".
"Che questa amministrazione fosse al capolinea era evidente da mesi e da mesi si era pronti a determinarne la fine" - aggiunge il consigliere di opposizione Ignazio Lovero. "Come Primavera Popolare da sempre siamo stati disponibili al dialogo e abbiamo cercato di essere costruttivi con idee e proposte che però si sono scontrate contro un muro"- afferma Lovero, che rispondendo a chi solleva l'opportunità di una conclusione anticipata della legislatura in piena pandemia e con la gestione di progetti e finanziamenti del Pnrr, dice: "la questione pandemica non la può risolvere nessun sindaco o commissario", mentre sui finanziamenti del Pnrr sottolinea come "bisognerebbe fare una considerazione politica profonda alla luce del fatto che questa amministrazione non ha di fatto presentato nessun progetto, né avrebbe potuto farlo".
"La misura era colma" -afferma il consigliere di "Gravina al centro" Angelo Lapolla, che sottolinea come la decisione dei 5 componenti della maggioranza di staccare la spina alla giunta Valente era nell'aria da tempo, per via di una mancata condivisione delle decisioni che riguardano la città. "Si chiedevano incontri per pianificare insieme il futuro: incontri che non ci sono mai stati" - sottolinea Lapolla che, tornando all'opportunità di sfiduciare il sindaco ora, a tre mesi dalla scadenza del mandato, è molto esplicito: "tutti devono partire da zero a zero nella prossima campagna elettorale: altri mesi sarebbero stati un vantaggio per Valente e i suoi fedelissimi". Sul futuro politico poi e sulla possibilità di coalizioni con i partiti e i movimenti dell'attuale maggioranza Lapolla ha le idee chiare. "Ragioneremo sui programmi e sulla possibilità di esprimere un candidato sindaco che sia rappresentativo di quelle idee, anche con gli attuali partiti di maggioranza che però devono dimostrare una discontinuità e una differenza con il passato". In pratica si al Pd, ma non con Valente.
Anche per il capogruppo dei popolari con Emiliano, Salvatore Capone, non si tratta di un fulmine a ciel sereno, ma di una decisione maturata nel tempo, dopo numerosi strappi e riavvicinamenti con il sindaco. "Purtroppo dopo il nostro rientro a pieno titolo tra i banchi della maggioranza non c'è stato quell'auspicato cambio di passo. Speravamo ci fossero le condizioni di una maggiore partecipazione rispetto alle scelte e al metodo di gestione che abbiamo spesso contestato, ma così non è stato. Discussioni interne che non abbiamo reso pubbliche e che hanno portato, a lungo andare, ad una situazione non più sostenibile".
"Che questa amministrazione fosse al capolinea era evidente da mesi e da mesi si era pronti a determinarne la fine" - aggiunge il consigliere di opposizione Ignazio Lovero. "Come Primavera Popolare da sempre siamo stati disponibili al dialogo e abbiamo cercato di essere costruttivi con idee e proposte che però si sono scontrate contro un muro"- afferma Lovero, che rispondendo a chi solleva l'opportunità di una conclusione anticipata della legislatura in piena pandemia e con la gestione di progetti e finanziamenti del Pnrr, dice: "la questione pandemica non la può risolvere nessun sindaco o commissario", mentre sui finanziamenti del Pnrr sottolinea come "bisognerebbe fare una considerazione politica profonda alla luce del fatto che questa amministrazione non ha di fatto presentato nessun progetto, né avrebbe potuto farlo".