Territorio
Anche Gravina tra “Le Giornate Fai per le scuole”
Dall’8 al 13 marzo i luoghi raccontati in Puglia dagli studenti
Gravina - domenica 7 marzo 2021
Da lunedì 8 a sabato 13 marzo 2021 torna il grande evento nazionale che il FAI - Fondo Ambiente Italiano da nove anni dedica al mondo della scuola. In occasione delle Giornate FAI per le Scuole gli studenti, formati dai volontari del FAI in collaborazione con i docenti, saranno chiamati ancora una volta a mettersi in gioco in prima persona, per scoprire da protagonisti la ricchezza del patrimonio culturale italiano e raccontarla ai loro pari, ma quest'anno lo faranno in centinaia di visite guidate online, con video in diretta Instagram e in differita sui canali IGTV delle Delegazioni FAI, visibili da tutti anche sul sito www.giornatefaiperlescuole.it.
Tra i luoghi considerati, da raccontare, martedì 9 marzo, ore 11.30, a cura degli "Apprendisti Ciceroni" dell'IISS V. Bachelet, la nostra Biblioteca Finia. Ritenuta da molti la più antica biblioteca pubblica di Puglia, è chiamata Finia dal nome del suo maggior donatore, cardinale Antonio Fini che fece edificare nel 1743 una sede idonea nei pressi del Seminario. Ciò avrebbe reso più facile e immediata la consultazione da parte dei seminaristi e di tutti quei cittadini amanti del sapere e desiderosi di ampliare i loro orizzonti culturali.
Fini, stimato e apprezzato dall'Orsini, fu invitato a Benevento per ricoprire cariche importanti. Infatti, fu maestro di camera, esaminatore sinodale e segretario del cardinale. Eletto vescovo di Avellino, nel 1728, con l'elezione a Papa di fra Vincenzo Maria Orsini fu elevato alla dignità cardinalizia. Nel 1740 per riconoscenza nei confronti del concittadino Papa Benedetto XIII, inviò 600 ducati al capitolo per la costruzione di una biblioteca dove sistemare i 5000 volumi lasciati da Monsignor Cennini e il suo immenso patrimonio librario, ancora più cospicuo. Fissò una rendita di cento ducati per pagare uno stipendio al bibliotecario. In cambio di tutto chiedeva una messa quotidiana per la sua anima.
A queste donazioni di libri si aggiunsero altre fatte dal prof. Lettieri, dal notaio Scacchi e dal prof. Arcangelo Scacchi. Nel 1743, anno della morte, il Cardinale affidò all'architetto Giannuzzi la costruzione di una biblioteca che da lui prese, appunto, il nome di Biblioteca Finia. Nella biblioteca oggi sono conservati oltre 13000 volumi tra cui preziosissimi incunaboli, manoscritti, edizioni cinquecentine, di cui sono notevoli quelle aldine e quelle giuntine.
Tra i luoghi considerati, da raccontare, martedì 9 marzo, ore 11.30, a cura degli "Apprendisti Ciceroni" dell'IISS V. Bachelet, la nostra Biblioteca Finia. Ritenuta da molti la più antica biblioteca pubblica di Puglia, è chiamata Finia dal nome del suo maggior donatore, cardinale Antonio Fini che fece edificare nel 1743 una sede idonea nei pressi del Seminario. Ciò avrebbe reso più facile e immediata la consultazione da parte dei seminaristi e di tutti quei cittadini amanti del sapere e desiderosi di ampliare i loro orizzonti culturali.
Fini, stimato e apprezzato dall'Orsini, fu invitato a Benevento per ricoprire cariche importanti. Infatti, fu maestro di camera, esaminatore sinodale e segretario del cardinale. Eletto vescovo di Avellino, nel 1728, con l'elezione a Papa di fra Vincenzo Maria Orsini fu elevato alla dignità cardinalizia. Nel 1740 per riconoscenza nei confronti del concittadino Papa Benedetto XIII, inviò 600 ducati al capitolo per la costruzione di una biblioteca dove sistemare i 5000 volumi lasciati da Monsignor Cennini e il suo immenso patrimonio librario, ancora più cospicuo. Fissò una rendita di cento ducati per pagare uno stipendio al bibliotecario. In cambio di tutto chiedeva una messa quotidiana per la sua anima.
A queste donazioni di libri si aggiunsero altre fatte dal prof. Lettieri, dal notaio Scacchi e dal prof. Arcangelo Scacchi. Nel 1743, anno della morte, il Cardinale affidò all'architetto Giannuzzi la costruzione di una biblioteca che da lui prese, appunto, il nome di Biblioteca Finia. Nella biblioteca oggi sono conservati oltre 13000 volumi tra cui preziosissimi incunaboli, manoscritti, edizioni cinquecentine, di cui sono notevoli quelle aldine e quelle giuntine.