Politica
Anche l’Unione Popolare Cristiana di Gravina contro Berlusconi
Bisogna ricominciare con uomini nuovi. Allergia alla legalità
Gravina - giovedì 4 novembre 2010
"L'ultima bufera sul presidente del consiglio Berlusconi e la sua corte di ragazze sta provocando ondate di reazioni. C'è chi lo esorta a dimettersi. La questione morale è al centro del dibattito politico. Il disastro etico è pauroso. Ma quello che ci stupisce è la mancata indignazione della gente, la rassegnazione generale. Vuol dire che il male non riguarda solo chi fa politica", così comincia la lettera a firma di Vito Raguso, responsabile per la comunicazione dell'Unione Popolare Cristiana di Gravina. Un doloroso stupore quello che viene fuori dalle parole dell'UPC, a seguito della rassegnazione della gente di fronte ad utilità, interessi e convenienza!
E se il bene comune è uscito di scena, è anche perché non si riesce a debellare malaffare e criminalità. "In Italia, in un anno, l'evasione fiscale sottrae all'erario 156 miliardi di euro, le mafie fatturano da 120 a 140 miliardi e la corruzione brucia altri 50 miliardi, se non di più. C'è un'allergia alla legalità e al rispetto delle norme democratiche che regolano la convivenza civile. Contro l'impotenza morale del Paese, il presidente Napolitano ha invocato i «validi anticorpi» di cui ancora dispone la nostra democrazia e la collettività: famiglia, scuola e, soprattutto, mondo ecclesiale, i primi a essere chiamati a dare esempi di coerenza e a combattere il male con più forza. Di questo si è dibattuto a Reggio Calabria, durante la "Settimana sociale dei cattolici italiani": un piccolo segnale di speranza. La legalità è certamente un imperativo categorico per tutti. Ma in primo luogo vale per i politici. E' incredibile che un uomo politico come il presidente del consiglio dei ministri non disponga del necessario autocontrollo. E che il suo entourage rimane a guardare sulla dignità dell'uomo che governa il Paese. Ci si accanisce contro chi invoca più rispetto delle regole e degli interessi generali. Poco importa che il Paese è allo sfascio".
L'unica soluzione per l'Unione Popolare Cristiana di Gravina è un ricambio di persone! "Bisogna avere l'umiltà e la pazienza di ricominciare. Magari con uomini nuovi, di indiscusso prestigio personale e morale. La gente è preoccupata, tra l'altro, dalla difficoltà di trasmettere alle nuove generazioni valori, comportamenti e stili di vita eticamente forti".
E se il bene comune è uscito di scena, è anche perché non si riesce a debellare malaffare e criminalità. "In Italia, in un anno, l'evasione fiscale sottrae all'erario 156 miliardi di euro, le mafie fatturano da 120 a 140 miliardi e la corruzione brucia altri 50 miliardi, se non di più. C'è un'allergia alla legalità e al rispetto delle norme democratiche che regolano la convivenza civile. Contro l'impotenza morale del Paese, il presidente Napolitano ha invocato i «validi anticorpi» di cui ancora dispone la nostra democrazia e la collettività: famiglia, scuola e, soprattutto, mondo ecclesiale, i primi a essere chiamati a dare esempi di coerenza e a combattere il male con più forza. Di questo si è dibattuto a Reggio Calabria, durante la "Settimana sociale dei cattolici italiani": un piccolo segnale di speranza. La legalità è certamente un imperativo categorico per tutti. Ma in primo luogo vale per i politici. E' incredibile che un uomo politico come il presidente del consiglio dei ministri non disponga del necessario autocontrollo. E che il suo entourage rimane a guardare sulla dignità dell'uomo che governa il Paese. Ci si accanisce contro chi invoca più rispetto delle regole e degli interessi generali. Poco importa che il Paese è allo sfascio".
L'unica soluzione per l'Unione Popolare Cristiana di Gravina è un ricambio di persone! "Bisogna avere l'umiltà e la pazienza di ricominciare. Magari con uomini nuovi, di indiscusso prestigio personale e morale. La gente è preoccupata, tra l'altro, dalla difficoltà di trasmettere alle nuove generazioni valori, comportamenti e stili di vita eticamente forti".