La città
Anniversario della morte del Barone Santomasi
Una messa di suffragio per ricordare le sue benemerenze verso la città di Gravina
Gravina - lunedì 7 dicembre 2020
11.30
Sono trascorsi 103 anni dal 7 dicembre del 1917, quando il Barone Ettore Pomarici Santomasi, benemerito gravinese, lasciò questa terra per risiedere, definitivamente, in quella muta e nuda della morte.
La Fondazione, a lui intitolata, per le benemerenze concesse alla città, attraverso la donazione del palazzo, della biblioteca, dell'archivio di famiglia, delle collezioni ricche di monete, di reperti archeologici, di armi, di abiti e di altri beni mobili quali la masseria in località San Mauro, il castello federiciano, compreso gli appezzamenti a ridosso del maniero svevo, lo ricorderà, come ogni anno, con una celebrazione di una santa Messa in suffragio, presso la chiesa di San Francesco, alle ore 19.00.
L'odierna commemorazione, quest'anno, coincide con il centenario della Fondazione, nata dopo la sua morte. Infatti, alla vigilia della sua imminente fine, dopo aver disposto dei suoi beni patrimoniali, attraverso un atto notarile, rogato dal notaio Michele Popolizio, le sue volontà furono raccolte da Pasquale Calderoni Martini, che ne divenne l'esecutore testamentario. Il percorso obbligato fu quello che derivò dall'acquisizione, da parte del Comune di Gravina, tramite una delibera del Consiglio comunale, del 3 gennaio 1918, del lascito di Ettore Pomarici Santomasi.
Pasquale Calderoni Martini fu il primo presidente, di quella istituzione destinata a diventare, con Regio Decreto n. 1761, del 28 novembre 1920, Fondazione, Ente Morale. Purtroppo, quella che poteva e doveva essere la celebrazione centenaria per eccellenza, causa pandemia, ha dovuto subire una variazione, se non, come si spera, destinarla a tempi migliori.
"Oggi, non vogliamo ricordare la morte del Barone, ma il suo messaggio di impegno civile a servizio della città. Una ricorrenza che non può essere vissuta in maniera distaccata, fredda, accademica, ma, al contrario, con l' orgoglio dell'appartenenza, quindi partecipata, corale, calorosa e di gratitudine, come ha ricordato l'attuale presidente Mario Burdi. Il grazie di tutta la città, proprio perché, secondo le sue ultime volontà del Barone, quel patrimonio, morale e materiale, doveva essere fatto proprio, cioè appartenere a tutti i cittadini gravinesi per una crescita e un progresso culturale di ogni individuo".
La Fondazione, a lui intitolata, per le benemerenze concesse alla città, attraverso la donazione del palazzo, della biblioteca, dell'archivio di famiglia, delle collezioni ricche di monete, di reperti archeologici, di armi, di abiti e di altri beni mobili quali la masseria in località San Mauro, il castello federiciano, compreso gli appezzamenti a ridosso del maniero svevo, lo ricorderà, come ogni anno, con una celebrazione di una santa Messa in suffragio, presso la chiesa di San Francesco, alle ore 19.00.
L'odierna commemorazione, quest'anno, coincide con il centenario della Fondazione, nata dopo la sua morte. Infatti, alla vigilia della sua imminente fine, dopo aver disposto dei suoi beni patrimoniali, attraverso un atto notarile, rogato dal notaio Michele Popolizio, le sue volontà furono raccolte da Pasquale Calderoni Martini, che ne divenne l'esecutore testamentario. Il percorso obbligato fu quello che derivò dall'acquisizione, da parte del Comune di Gravina, tramite una delibera del Consiglio comunale, del 3 gennaio 1918, del lascito di Ettore Pomarici Santomasi.
Pasquale Calderoni Martini fu il primo presidente, di quella istituzione destinata a diventare, con Regio Decreto n. 1761, del 28 novembre 1920, Fondazione, Ente Morale. Purtroppo, quella che poteva e doveva essere la celebrazione centenaria per eccellenza, causa pandemia, ha dovuto subire una variazione, se non, come si spera, destinarla a tempi migliori.
"Oggi, non vogliamo ricordare la morte del Barone, ma il suo messaggio di impegno civile a servizio della città. Una ricorrenza che non può essere vissuta in maniera distaccata, fredda, accademica, ma, al contrario, con l' orgoglio dell'appartenenza, quindi partecipata, corale, calorosa e di gratitudine, come ha ricordato l'attuale presidente Mario Burdi. Il grazie di tutta la città, proprio perché, secondo le sue ultime volontà del Barone, quel patrimonio, morale e materiale, doveva essere fatto proprio, cioè appartenere a tutti i cittadini gravinesi per una crescita e un progresso culturale di ogni individuo".