Eventi
“Appartamento ad Atene” nelle sale cinematografiche
Il film italiano più premiato del 2012 è stato girato a Gravina. Piaggio e Fondovico come vie del quartiere ateniese della Plaka.
Gravina - mercoledì 3 ottobre 2012
11.20
Il centro storico di Gravina come l'"El Dorado" del cinema italiano.
È uscito nelle sale cinematografiche l'atteso film "Appartamento ad Atene", di Ruggero Dipaola, con Laura Morante e Richard Sammel, girato proprio a Gravina. Dopo "Balletto di guerra", "Pane e Libertà" e "Indovina chi sposa mia figlia", la location gravinese ha fatto da sfondo anche all'ennesimo film, portando per altro, fortuna alla pellicola. Ben 27 premi incassati, tra cui quello di Miglior film vetrina giovani cineasti italiani al Festival internazionale del film di Roma 2012, oltre ad aver partecipato a 51 rassegne in tutto il mondo.
Ancora una volta il nostro centro storico ha offerto i propri angoli per dare alla pellicola maggiore incanto, ricreando le atmosfere e le suggestioni della capitale greca durante la seconda guerra mondiale, così come immortalato da Glenway Wescott, dal cui romanzo è tratto questo film. Le scene tutte gravinesi sono state girate in particolar modo, nei quartieri Piaggio e Fondovico, grazie alla "fortissima somiglianza con il dedalo di vie del quartiere ateniese della Plaka. Le colline nei dintorni di Gravina ricordavano il Monte Olimpo, e il cimitero su un pendio è stato ricostruito in base alla documentazione fotografica dell'epoca", ha commentato Dipaola.
La trama: si torna indietro alla seconda guerra mondiale. Nel 1943, ad Atene, un appartamento viene requisito per ospitare un ufficiale tedesco. Qui vivono gli Helianos, una coppia di mezza età un tempo agiata. Hanno un ragazzo di dodici anni animato da melodrammatiche fantasie di vendetta, e una bambina di dieci. Con l'arrivo del capitano Kalter tutto è cancellato. Kalter è un dio-soldato che impone il terrore e gli Helianos si sottomettono, remissivi. Sono servi adesso, senza altra identità che la loro acquiescenza. L'appartamento li avvolge come un'epidermide. La notte, avvinghiati sulla branda in cucina, intrecciano ciechi deliri: temono gli ordini del nuovo giorno, scambiano piccole parole dalla vocalità scarnificata. Hanno paura di far rumore, non vogliono muovere nulla. Poi, di colpo, l'assenza. Il padrone parte per la Germania, e i servi scoprono che la libertà non ha alcun senso, che la tortura continua. Quando Kalter torna, è un sollievo. E' cambiato: più gentile, indulgente. Di un'indulgenza che disorienta. Ma è un fragile equilibrio. Correnti sotterranee di odio agiscono in segreto e preparano un'agghiacciante vendetta.
A quando il prossimo ciak gravinese?
È uscito nelle sale cinematografiche l'atteso film "Appartamento ad Atene", di Ruggero Dipaola, con Laura Morante e Richard Sammel, girato proprio a Gravina. Dopo "Balletto di guerra", "Pane e Libertà" e "Indovina chi sposa mia figlia", la location gravinese ha fatto da sfondo anche all'ennesimo film, portando per altro, fortuna alla pellicola. Ben 27 premi incassati, tra cui quello di Miglior film vetrina giovani cineasti italiani al Festival internazionale del film di Roma 2012, oltre ad aver partecipato a 51 rassegne in tutto il mondo.
Ancora una volta il nostro centro storico ha offerto i propri angoli per dare alla pellicola maggiore incanto, ricreando le atmosfere e le suggestioni della capitale greca durante la seconda guerra mondiale, così come immortalato da Glenway Wescott, dal cui romanzo è tratto questo film. Le scene tutte gravinesi sono state girate in particolar modo, nei quartieri Piaggio e Fondovico, grazie alla "fortissima somiglianza con il dedalo di vie del quartiere ateniese della Plaka. Le colline nei dintorni di Gravina ricordavano il Monte Olimpo, e il cimitero su un pendio è stato ricostruito in base alla documentazione fotografica dell'epoca", ha commentato Dipaola.
La trama: si torna indietro alla seconda guerra mondiale. Nel 1943, ad Atene, un appartamento viene requisito per ospitare un ufficiale tedesco. Qui vivono gli Helianos, una coppia di mezza età un tempo agiata. Hanno un ragazzo di dodici anni animato da melodrammatiche fantasie di vendetta, e una bambina di dieci. Con l'arrivo del capitano Kalter tutto è cancellato. Kalter è un dio-soldato che impone il terrore e gli Helianos si sottomettono, remissivi. Sono servi adesso, senza altra identità che la loro acquiescenza. L'appartamento li avvolge come un'epidermide. La notte, avvinghiati sulla branda in cucina, intrecciano ciechi deliri: temono gli ordini del nuovo giorno, scambiano piccole parole dalla vocalità scarnificata. Hanno paura di far rumore, non vogliono muovere nulla. Poi, di colpo, l'assenza. Il padrone parte per la Germania, e i servi scoprono che la libertà non ha alcun senso, che la tortura continua. Quando Kalter torna, è un sollievo. E' cambiato: più gentile, indulgente. Di un'indulgenza che disorienta. Ma è un fragile equilibrio. Correnti sotterranee di odio agiscono in segreto e preparano un'agghiacciante vendetta.
A quando il prossimo ciak gravinese?