Palazzo di città
Appaltati anche i lavori nel rione Fondovito
La rigenerazione dell'antico quartiere affidata ad un'impresa bitontina
Gravina - giovedì 17 aprile 2014
9.57
Aggiudicato anche il secondo progetto di rigenerazione urbana. La gara d'appalto per la riqualificazione del rione Fondovito è stata provvisoriamente aggiudicata in favore della Ditta "Abbatantuono Arcangelo Costruzioni e Restauri s.r.l." di Bitonto a cui la commissione di gara ha attribuito il miglio punteggio complessivo con 91,75 centesimi.
L'opera, che prevede un investimento complessivo di 1.816.671 euro oltre Iva di cui 47.000 euro destinati alla sola progettazione dei lavori, sarà finanziata dalla Regione Puglia nell'ambito del programma di Rigenerazione urbana oltre ad un cofinanziamento comunale. Alla gara hanno preso parte cinque aziende esperte in recupero e ristrutturazione tra cui la Cobar di Altamura, la BE.TE.CO SRL, L'ATI Nei Restauro, oltre alla Imeco Engineering oltre all'impresa bitontina Abatantuono.
Dopo l'espletamento delle procedure di gara e la relativa valutazione da parte della commissione di tutte le offerte tecniche e economiche, l'appalto è stato affidato all'impresa "Abantantuono".
In particolare la società bitontina ha presentato un ribasso del 10,34%, sul prezzo a base d'asta dei lavori presentando un offerta complessiva di 1.199.343,3 euro di cui € 1.157.146,5 per lavori e 42.196 euro per la progettazione definitiva, a cui si aggiungono 54.322,09 euro per oneri della sicurezza, oltre IVA come per legge. Inoltre nell'offerta tecnica l'impresa ha dichiarato di poter portare a compimento le opere in soli 265 giorni rispetto ai 365 previsti dal bando.
Adesso espletate tutte le procedure e attesi i tempi per eventuali ricorsi, l'appalto sarà definitivamente affidato alla impresa vincitrice che potrà proseguire con la progettazione definitiva dell'opera. Subito dopo saranno avviati i lavori di ripristino delle strade e dei sottoservizi, che si estenderanno lungo tutto il rione Fondovito. Un rione dove, stando alle proposte progettuali, sono tanti i privati che hanno intenzione di ripristinare e recuperare le vecchie abitazioni per farne alberghi diffusi, ristoranti e centri culturali.
Tutto sotto l'occhio attento della Soprintendenza ai beni archeologici e paesaggistici che già nei mesi scorsi ha avanzato numerosi dubbi sui progetti di rigenerazione.
L'opera, che prevede un investimento complessivo di 1.816.671 euro oltre Iva di cui 47.000 euro destinati alla sola progettazione dei lavori, sarà finanziata dalla Regione Puglia nell'ambito del programma di Rigenerazione urbana oltre ad un cofinanziamento comunale. Alla gara hanno preso parte cinque aziende esperte in recupero e ristrutturazione tra cui la Cobar di Altamura, la BE.TE.CO SRL, L'ATI Nei Restauro, oltre alla Imeco Engineering oltre all'impresa bitontina Abatantuono.
Dopo l'espletamento delle procedure di gara e la relativa valutazione da parte della commissione di tutte le offerte tecniche e economiche, l'appalto è stato affidato all'impresa "Abantantuono".
In particolare la società bitontina ha presentato un ribasso del 10,34%, sul prezzo a base d'asta dei lavori presentando un offerta complessiva di 1.199.343,3 euro di cui € 1.157.146,5 per lavori e 42.196 euro per la progettazione definitiva, a cui si aggiungono 54.322,09 euro per oneri della sicurezza, oltre IVA come per legge. Inoltre nell'offerta tecnica l'impresa ha dichiarato di poter portare a compimento le opere in soli 265 giorni rispetto ai 365 previsti dal bando.
Adesso espletate tutte le procedure e attesi i tempi per eventuali ricorsi, l'appalto sarà definitivamente affidato alla impresa vincitrice che potrà proseguire con la progettazione definitiva dell'opera. Subito dopo saranno avviati i lavori di ripristino delle strade e dei sottoservizi, che si estenderanno lungo tutto il rione Fondovito. Un rione dove, stando alle proposte progettuali, sono tanti i privati che hanno intenzione di ripristinare e recuperare le vecchie abitazioni per farne alberghi diffusi, ristoranti e centri culturali.
Tutto sotto l'occhio attento della Soprintendenza ai beni archeologici e paesaggistici che già nei mesi scorsi ha avanzato numerosi dubbi sui progetti di rigenerazione.