Cronaca
Archè batte le polemiche: la protesta fa flop
Solo Fn prova a volantinare. Piperno: "Abituato agli insulti". E la Marchetti attacca a sinistra: "Non capisco alcuni".
Gravina - sabato 14 settembre 2013
08.55
La serata conclusiva di Arché 2013, dedicata alle stelle, batte le polemiche della vigilia.
Sbollito il can can dei comunicati stampa e delle prese di posizione contro la presenza in città di Franco Piperno, l'ex leader di Potere Operaio oggi ordinario di struttura della materia all'Università della Calabria, sotto il cielo di Gravina sono rimasti solo i veleni delle polemiche. Per strada, contrariamente agli annunci dei giorni scorsi, non si sono visti nè i rappresentanti nè bandiere di partito. Nel mezzo della serata, quando tutto sembrava ormai filare liscio, a rompere il tran tran ci hanno provato una decina di giovani vicini alle posizioni politiche di Forza Nuova, che avrebbero voluto distribuire un volantino con cui esprimere sdegno per la partecipazione all'evento del prof bruzio, considerato uno dei protagonisti dell'eversione rossa, soprattutto in riferimento al rogo di Primavalle e alla morte dei fratelli Mattei, una ferita sempre aperta nella memoria della destra militante.
Il loro tentativo non è però riuscito ad andare oltre il parcheggio del castello, stoppato senza strascichi dalle forze dell'ordine. "Avremmo voluto semplicemente far sapere ai presenti chi è la persona invitata a parlare dall'amministrazione comunale, senza schiamazzi o manifestazioni violente, manifestando in modo civile", hanno poi spiegato ai cronisti i manifestanti, ribadendo le loro ragioni: "Da Piperno non accettiamo alcun insegnamento, perché un titolo accademico non cancella il passato".
Della tentata protesta, tra le mura del maniero federiciano non è giunta neanche l'eco, ma l'assessore Laura Marchetti – unico componente della giunta presente - non ha rinunciato a dire la sua su una querelle trascinatasi per giorni. "Piperno è già stato qui l'anno scorso per inaugurare Arché – ha rilevato - e nessuno se n'è accorto. Quest'anno quale elemento nuovo ha scatenato le polemiche?". La docente non ha rinunciato a una frecciata contro i compagni-rivali delle opposizioni: "Non capisco soprattutto quelle da parte di esponenti della sinistra, visto che il professore in Puglia ha già partecipato a manifestazioni organizzate da ambienti vicini a Sel. E' stato assessore e ha avuto incarichi di rilievo nazionale". Infine, una replica in merito alle accuse rivolte al fisico calabrese: "Non è un condannato, è la vittima di un teorema, quello dei cattivi maestri, per cui chi in determinati anni ha sognato la rivoluzione è responsabile di crimini in realtà dovuti a centri di potere occulti. Pochi però sanno che in realtà il professore fu chiamato dallo Stato a collaborare per salvare la vita di Aldo Moro".
Quanto a Piperno, evidentemente soddisfatto per aver incantato la platea con la sua dotta dissertazione, l'accademico calabrese ha preferito tagliare corto con candore: "Siete voi gravinesi che dovete giudicare queste cose, per quanto mi riguarda sono abituato ad essere insultato", dice con un sorriso cortese prima di essere scortato verso l'auto che lo porterà via.
La distanza ideologica tra le due parti, insomma, sembra essere destinata a rimanere… siderale.
Sbollito il can can dei comunicati stampa e delle prese di posizione contro la presenza in città di Franco Piperno, l'ex leader di Potere Operaio oggi ordinario di struttura della materia all'Università della Calabria, sotto il cielo di Gravina sono rimasti solo i veleni delle polemiche. Per strada, contrariamente agli annunci dei giorni scorsi, non si sono visti nè i rappresentanti nè bandiere di partito. Nel mezzo della serata, quando tutto sembrava ormai filare liscio, a rompere il tran tran ci hanno provato una decina di giovani vicini alle posizioni politiche di Forza Nuova, che avrebbero voluto distribuire un volantino con cui esprimere sdegno per la partecipazione all'evento del prof bruzio, considerato uno dei protagonisti dell'eversione rossa, soprattutto in riferimento al rogo di Primavalle e alla morte dei fratelli Mattei, una ferita sempre aperta nella memoria della destra militante.
Il loro tentativo non è però riuscito ad andare oltre il parcheggio del castello, stoppato senza strascichi dalle forze dell'ordine. "Avremmo voluto semplicemente far sapere ai presenti chi è la persona invitata a parlare dall'amministrazione comunale, senza schiamazzi o manifestazioni violente, manifestando in modo civile", hanno poi spiegato ai cronisti i manifestanti, ribadendo le loro ragioni: "Da Piperno non accettiamo alcun insegnamento, perché un titolo accademico non cancella il passato".
Della tentata protesta, tra le mura del maniero federiciano non è giunta neanche l'eco, ma l'assessore Laura Marchetti – unico componente della giunta presente - non ha rinunciato a dire la sua su una querelle trascinatasi per giorni. "Piperno è già stato qui l'anno scorso per inaugurare Arché – ha rilevato - e nessuno se n'è accorto. Quest'anno quale elemento nuovo ha scatenato le polemiche?". La docente non ha rinunciato a una frecciata contro i compagni-rivali delle opposizioni: "Non capisco soprattutto quelle da parte di esponenti della sinistra, visto che il professore in Puglia ha già partecipato a manifestazioni organizzate da ambienti vicini a Sel. E' stato assessore e ha avuto incarichi di rilievo nazionale". Infine, una replica in merito alle accuse rivolte al fisico calabrese: "Non è un condannato, è la vittima di un teorema, quello dei cattivi maestri, per cui chi in determinati anni ha sognato la rivoluzione è responsabile di crimini in realtà dovuti a centri di potere occulti. Pochi però sanno che in realtà il professore fu chiamato dallo Stato a collaborare per salvare la vita di Aldo Moro".
Quanto a Piperno, evidentemente soddisfatto per aver incantato la platea con la sua dotta dissertazione, l'accademico calabrese ha preferito tagliare corto con candore: "Siete voi gravinesi che dovete giudicare queste cose, per quanto mi riguarda sono abituato ad essere insultato", dice con un sorriso cortese prima di essere scortato verso l'auto che lo porterà via.
La distanza ideologica tra le due parti, insomma, sembra essere destinata a rimanere… siderale.