Territorio
Arriva l'archeologo comunale
La Regione approva la nuova legge in materia di beni culturali. Qualità e professionalità per ottenere i contributi regionali
Gravina - domenica 23 giugno 2013
09.40
"Da oggi i Comuni in cui ricadono parchi archeologici o aree di interesse archeologico, dovranno subordinare il rilascio dei titoli abilitativi edilizi a indagini di archeologia preventiva. Inoltre le commissioni locali per il paesaggio dovranno essere integrate dalla presenza di un archeologo ".
Sono queste alcune delle più importanti novità introdotte dalla nuova legge regionale recante "Disposizioni in materia di beni culturali", approvata all'unanimità dal Consiglio regionale della Puglia. L'obiettivo è aggiornare la legislazione regionale in materia, con lo scopo di creare un sistema integrato finalizzato alla valorizzazione dei beni culturali rappresentato da musei, biblioteche, archivi, aree e complessi archeologici e monumentali. Tra gli aspetti più significativi, l'istituzione di una Commissione regionale per i beni culturali quale organismo consultivo della giunta regionale e della Soprintendenza regionale per i beni librari, per la tutela e valorizzazione della produzione editoriale e del patrimonio librario e documentale. Biblioteche e musei che oltre a salvaguardare il loro patrimonio, aprono le porte ai non vedenti e ipovedenti grazie ai dispositivi informatici secondo il sistema Braille, messi a disposizione della Regione.
Partendo dalla consapevolezza che il patrimonio artistico e culturale della Regione costituiscono l'unico settore dove la Puglia può ancora sperare di svilupparsi e creare nuovi posti di lavoro, la legge prevede una programmazione triennale a cui se ne aggiunge una più operativa da studiare durante l'anno, con il coinvolgimento degli attori, pubblici e privati, delle filiera riguardante i beni culturali per studiare insieme: programmi, strategie e soprattutto risultati da raggiungere. Tra i compiti della Regione, infatti, c'è il potenziamento dei servizi di informazione, comunicazione e documentazione, attraverso l'utilizzo di tecnologie innovative. Previsti anche i "piani integrati di valorizzazione e gestione", che richiedono il coordinamento tra soggetti pubblici e privati. Gli "accordi di valorizzazione", invece, saranno promossi dalla Regione, in linea con quanto previsto dal Codice dei beni culturali, con il ministero, con le altre amministrazioni statali e altri enti pubblici territoriali.
Alla Regione anche il compito di fissare con un regolamento i requisiti qualitativi e quantitativi dei servizi prestati degli istituti e luoghi della cultura, di proprietà pubblica o privata, necessari per il riconoscimento della rilevanza regionale, con riferimento a quattro parametri: conservazione dei beni, la loro fruizione, la valorizzazione e la qualificazione scientifica e professionale del personale addette alla gestione. Il riconoscimento della rilevanza regionale costituirà il criterio prioritario di selezione, a parità di altre condizioni, ai fini dell'erogazione dei contributi regionali.
Sono queste alcune delle più importanti novità introdotte dalla nuova legge regionale recante "Disposizioni in materia di beni culturali", approvata all'unanimità dal Consiglio regionale della Puglia. L'obiettivo è aggiornare la legislazione regionale in materia, con lo scopo di creare un sistema integrato finalizzato alla valorizzazione dei beni culturali rappresentato da musei, biblioteche, archivi, aree e complessi archeologici e monumentali. Tra gli aspetti più significativi, l'istituzione di una Commissione regionale per i beni culturali quale organismo consultivo della giunta regionale e della Soprintendenza regionale per i beni librari, per la tutela e valorizzazione della produzione editoriale e del patrimonio librario e documentale. Biblioteche e musei che oltre a salvaguardare il loro patrimonio, aprono le porte ai non vedenti e ipovedenti grazie ai dispositivi informatici secondo il sistema Braille, messi a disposizione della Regione.
Partendo dalla consapevolezza che il patrimonio artistico e culturale della Regione costituiscono l'unico settore dove la Puglia può ancora sperare di svilupparsi e creare nuovi posti di lavoro, la legge prevede una programmazione triennale a cui se ne aggiunge una più operativa da studiare durante l'anno, con il coinvolgimento degli attori, pubblici e privati, delle filiera riguardante i beni culturali per studiare insieme: programmi, strategie e soprattutto risultati da raggiungere. Tra i compiti della Regione, infatti, c'è il potenziamento dei servizi di informazione, comunicazione e documentazione, attraverso l'utilizzo di tecnologie innovative. Previsti anche i "piani integrati di valorizzazione e gestione", che richiedono il coordinamento tra soggetti pubblici e privati. Gli "accordi di valorizzazione", invece, saranno promossi dalla Regione, in linea con quanto previsto dal Codice dei beni culturali, con il ministero, con le altre amministrazioni statali e altri enti pubblici territoriali.
Alla Regione anche il compito di fissare con un regolamento i requisiti qualitativi e quantitativi dei servizi prestati degli istituti e luoghi della cultura, di proprietà pubblica o privata, necessari per il riconoscimento della rilevanza regionale, con riferimento a quattro parametri: conservazione dei beni, la loro fruizione, la valorizzazione e la qualificazione scientifica e professionale del personale addette alla gestione. Il riconoscimento della rilevanza regionale costituirà il criterio prioritario di selezione, a parità di altre condizioni, ai fini dell'erogazione dei contributi regionali.