Politica
Arrivederci amore ciao….
E’ rottura definitiva in casa Pd. I renziani bacchettati da Lacarra abbandonano i lavori
Gravina - giovedì 1 dicembre 2016
10.45
E' spaccatura definitiva in casa Partito democratico. Il tentativo avanzato dal segretario di sezione Giuseppe Lapolla di condividere con la minoranza renziana una linea comune in vista delle prossime amministrative è fallito miseramente con il definitivo "no grazie" della minoranza Pd che ha deciso di abbandonare la riunione di partito dello scorso martedì.
L'ennesimo scontro è andato in scena dinanzi agli occhi attoniti del segretario regionale Marco Lacarra e del segretario metropolitano Ubaldo Pagano che, intervenuti per cercare una qualche forma di intercessione, hanno potuto solo registrare di persona la spaccatura profonda tra le due anime democrat.
Il giorno dopo, però, è lo stesso segretario regionale Marco Lacarra a stigmatizzare l'atteggiamento della minoranza Pd.
"Innanzitutto la candidatura di Valente da un punto di vista strettamente politico è la scelta più intelligente che il Pd di Gravina può fare ricandidando un sindaco che è riuscito, pur attraverso tante difficoltà, a completare la consiliatura portando a casa una lunga serie di risultati – spiega il segretario regionale - In secondo luogo, come ho già spiegato nel corso dell'incontro, il Pd regionale non sostiene Valente per pura simpatia e stima nei confronti di Alesio, ma perché condividiamo una precisa idea di città che il sindaco ha per Gravina e che per altro è già largamente condivisa da gran parte della coalizione di maggioranza. La convergenza non è sulla singola persona ma sul progetto politico di cui Valente è promotore e che come segretario regionale condivido e sostengo".
Lacarra non lesina dure critiche alla minoranza renziana.
"Le divergenze nei partiti ci devono essere e sono anche positive e propositive, guai se cosi non fosse, ma non tollero sentire ragionale qualcuno con le categorie del "noi" e del "voi". Se si sta in un partito esiste solo il Noi e idee e progetti si condividono. Altrimenti bisogna avere il coraggio di fare delle scelte coerenti con le parole che si usano. Francamente non vedo altre strade".
Toni duri e decisi che evidentemente sono risuonati nella sede del Pd durante l'incontro di martedì sera tanto da convincere i renziani ad abbandonare i lavori.
E Lacarra, in coda alle sue dichiarazioni, non gradisce nemmeno la definizione di Renziani: "I Renziani a Gravina non esistono perché io sono convintamente vicino al Presidente Renzi e sono altrettanto convintamente lontano dalle ragioni della minoranza gravinese".
Parole dense di significato che lasciano poco spazio all'interpretazione e pochi margini di manovra in casa Pd. In coda però il segretario lancia l'ultimo ramoscello d'ulivo: "Credo che un partito forte deve esser tale anche perchè capace di superare le difficoltà, per questo come segretario regionale seguirò da vicino l'evolversi della situazione sperando di poter tenere insieme tutte le anime del Pd al fine di poter proseguire tutti insieme sullo stesso cammino".
Intanto i valentiani, incassata l'investitura regionale (anche Emiliano si è speso per sponsorizzare il sindaco in carica) fanno sapere che "i lavori sono proseguiti con l'analisi e l'approvazione, all'unanimità dei presenti, del documento presentato dal segretario di circolo Lapolla".
"Il Partito ha fatto propria la valutazione - più che positiva - sull'operato dell'amministrazione comunale in carica, guidata proprio dal Pd e dalle forze alleate, manifestando apprezzamento per l'impegno e la passione che tutti i consiglieri comunali hanno dimostrato dal 2012 ad oggi. L'assemblea degli iscritti ha altresì ritenuto raggiunti, in larghissima parte, tutti gli obiettivi posti a base del progetto politico del "Cambiamente", in particolare quelli della stabilità amministrativa (per la prima volta, dopo 16 anni, una sindacatura non si è chiusa in modo prematuro), del rinnovamento della classe dirigente, dell'ottenimento di importanti finanziamenti, della realizzazione di una serie di opere pubbliche che da un lato arricchiscono la collettività e, dall'altro, rilanciano l'immagine di una città migliore non soltanto tra le mura cittadine, ma anche al di fuori del nostro territorio, nell'ottica di un rilancio anche culturale che ha visto Gravina intraprendere un cammino comune con Matera, essenziale anche per l'ingresso dell'habitat rupestre gravinese nel patrimonio mondiale Unesco".
Nelle prossime ore sulla scrivania del sindaco arriverà la richiesta ufficiale di sciogliere gli indugi e di accettare l'invito alla candidatura formalizzato dal Pd e dagli altri soggetti fondatori e protagonisti della coalizione.
Ai renziani invece resta da decidere se allinearsi alla linea democratica o scendere definitivamente da un treno, oramai in corsa.
L'ennesimo scontro è andato in scena dinanzi agli occhi attoniti del segretario regionale Marco Lacarra e del segretario metropolitano Ubaldo Pagano che, intervenuti per cercare una qualche forma di intercessione, hanno potuto solo registrare di persona la spaccatura profonda tra le due anime democrat.
Il giorno dopo, però, è lo stesso segretario regionale Marco Lacarra a stigmatizzare l'atteggiamento della minoranza Pd.
"Innanzitutto la candidatura di Valente da un punto di vista strettamente politico è la scelta più intelligente che il Pd di Gravina può fare ricandidando un sindaco che è riuscito, pur attraverso tante difficoltà, a completare la consiliatura portando a casa una lunga serie di risultati – spiega il segretario regionale - In secondo luogo, come ho già spiegato nel corso dell'incontro, il Pd regionale non sostiene Valente per pura simpatia e stima nei confronti di Alesio, ma perché condividiamo una precisa idea di città che il sindaco ha per Gravina e che per altro è già largamente condivisa da gran parte della coalizione di maggioranza. La convergenza non è sulla singola persona ma sul progetto politico di cui Valente è promotore e che come segretario regionale condivido e sostengo".
Lacarra non lesina dure critiche alla minoranza renziana.
"Le divergenze nei partiti ci devono essere e sono anche positive e propositive, guai se cosi non fosse, ma non tollero sentire ragionale qualcuno con le categorie del "noi" e del "voi". Se si sta in un partito esiste solo il Noi e idee e progetti si condividono. Altrimenti bisogna avere il coraggio di fare delle scelte coerenti con le parole che si usano. Francamente non vedo altre strade".
Toni duri e decisi che evidentemente sono risuonati nella sede del Pd durante l'incontro di martedì sera tanto da convincere i renziani ad abbandonare i lavori.
E Lacarra, in coda alle sue dichiarazioni, non gradisce nemmeno la definizione di Renziani: "I Renziani a Gravina non esistono perché io sono convintamente vicino al Presidente Renzi e sono altrettanto convintamente lontano dalle ragioni della minoranza gravinese".
Parole dense di significato che lasciano poco spazio all'interpretazione e pochi margini di manovra in casa Pd. In coda però il segretario lancia l'ultimo ramoscello d'ulivo: "Credo che un partito forte deve esser tale anche perchè capace di superare le difficoltà, per questo come segretario regionale seguirò da vicino l'evolversi della situazione sperando di poter tenere insieme tutte le anime del Pd al fine di poter proseguire tutti insieme sullo stesso cammino".
Intanto i valentiani, incassata l'investitura regionale (anche Emiliano si è speso per sponsorizzare il sindaco in carica) fanno sapere che "i lavori sono proseguiti con l'analisi e l'approvazione, all'unanimità dei presenti, del documento presentato dal segretario di circolo Lapolla".
"Il Partito ha fatto propria la valutazione - più che positiva - sull'operato dell'amministrazione comunale in carica, guidata proprio dal Pd e dalle forze alleate, manifestando apprezzamento per l'impegno e la passione che tutti i consiglieri comunali hanno dimostrato dal 2012 ad oggi. L'assemblea degli iscritti ha altresì ritenuto raggiunti, in larghissima parte, tutti gli obiettivi posti a base del progetto politico del "Cambiamente", in particolare quelli della stabilità amministrativa (per la prima volta, dopo 16 anni, una sindacatura non si è chiusa in modo prematuro), del rinnovamento della classe dirigente, dell'ottenimento di importanti finanziamenti, della realizzazione di una serie di opere pubbliche che da un lato arricchiscono la collettività e, dall'altro, rilanciano l'immagine di una città migliore non soltanto tra le mura cittadine, ma anche al di fuori del nostro territorio, nell'ottica di un rilancio anche culturale che ha visto Gravina intraprendere un cammino comune con Matera, essenziale anche per l'ingresso dell'habitat rupestre gravinese nel patrimonio mondiale Unesco".
Nelle prossime ore sulla scrivania del sindaco arriverà la richiesta ufficiale di sciogliere gli indugi e di accettare l'invito alla candidatura formalizzato dal Pd e dagli altri soggetti fondatori e protagonisti della coalizione.
Ai renziani invece resta da decidere se allinearsi alla linea democratica o scendere definitivamente da un treno, oramai in corsa.