Cronaca
Assalto ai tir, c'è anche un gravinese tra gli arrestati
Sette persone in carcere tutte affiliate al clan Parisi
Gravina - giovedì 5 maggio 2016
11.37
Sono in tutto sette le ordinanze di custodia cautelare, tra cui spunta anche il nome di un gravinese, emesse dal GIP del Tribunale barese, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di altrettanti soggetti responsabili di associazione per delinquere finalizzata a rapine aggravate a TIR e sequestro di persona in danno di autotrasportatori.
Il provvedimento scaturisce da un'indagine svolta a partire dal settembre 2015 dai Carabinieri della Compagnia di Bari Centro a seguito della preoccupante escalation verificatasi agli inizi del secondo semestre dello scorso anno in Bari, nel suo hinterland e nella provincia BAT di rapine ai TIR carichi della più svariata merce, tra cui capi firmati e oggetti tecnologici di ingente valore, con contestuale sequestro dei conducenti - spesso stranieri - dei mezzi pesanti.
L'attività investigativa ha messo in luce l'esistenza di una vera e propria banda strutturata e specializzata nel compimento di tali crimini violenti, avvalendosi dell'uso di armi e di autovetture di provenienza furtiva, modificate sia per potenziarne le prestazioni, che per aumentarne le difese dotandole di una blindatura interna, in grado di assicurare la protezione e la fuga dei malviventi nel caso di conflitti a fuoco con le Forze di Polizia anche con l'aiuto di chiodi a quattro punte e jammer.
Per quanto ricostruito dagli inquirenti, i criminali, a bordo dei citati automezzi, affiancavano i veicoli pesanti da rapinare, costringendo i conducenti ad abbandonare i mezzi che, guidati da uno dei complici, venivano instradati in depositi a disposizione del gruppo in zone isolate della provincia barese. Successivamente sia i TIR privati della merce che gli autisti, che nel contempo venivano tenuti sotto sequestro imbavagliati e coperti a bordo di una delle auto usate dai delinquenti, venivano abbandonati in aree diverse e lontane dalla rete stradale principale per ritardare l'allarme. Messa a segno la rapina, a distanza di poche ore, gli indagati provvedevano a immettere i beni sottratti nel mercato illegale parallelo, attraverso una fitta rete di ricettatori compiacenti.
L'inchiesta ha tra l'altro ben delineato i ruoli rivestiti da ciascun aderente in seno alla compagine, individuandone i principali in due sorvegliati speciali affiliati allo storico clan PARISI attivo nel capoluogo regionale e nel sua periferia, nonché i sodali che materialmente si occupavano di assaltare gli autotreni e di sequestrarne i rispettivi conducenti e quelli che assicuravano lo svolgimento in sicurezza delle operazioni di scarico della merce.
L'indagine ha consentito di attribuire con certezza al gruppo criminale, del quale faceva parte anche una donna incensurata, la commissione di ben sei rapine in meno di due settimane, con vari tipi di merce sottratta ed un valore totale di circa 300mila euro di quella recuperata. La donna, fingendosi amante di uno dei componenti per non creare sospetti, aveva il compito di fare "da palo" fungendo da vedetta e assicurando la necessaria sicurezza durante le operazioni di scarico della merce all'interno dei capannoni.
Nel corso della conferenza stampa che si è svolta questa mattina presso il Comando Provinciale dell'arma sono stati resi noti i nomi degli arrestati. si tratta dei baresi Genchi Michele e Giuseppe, Scorcia Giuseppe, Bellomo Michele, Iusco Annamaria, Ottomano Giuseppe,residente a Triggiano e il gravinese Digiesi Angelo.
Il provvedimento scaturisce da un'indagine svolta a partire dal settembre 2015 dai Carabinieri della Compagnia di Bari Centro a seguito della preoccupante escalation verificatasi agli inizi del secondo semestre dello scorso anno in Bari, nel suo hinterland e nella provincia BAT di rapine ai TIR carichi della più svariata merce, tra cui capi firmati e oggetti tecnologici di ingente valore, con contestuale sequestro dei conducenti - spesso stranieri - dei mezzi pesanti.
L'attività investigativa ha messo in luce l'esistenza di una vera e propria banda strutturata e specializzata nel compimento di tali crimini violenti, avvalendosi dell'uso di armi e di autovetture di provenienza furtiva, modificate sia per potenziarne le prestazioni, che per aumentarne le difese dotandole di una blindatura interna, in grado di assicurare la protezione e la fuga dei malviventi nel caso di conflitti a fuoco con le Forze di Polizia anche con l'aiuto di chiodi a quattro punte e jammer.
Per quanto ricostruito dagli inquirenti, i criminali, a bordo dei citati automezzi, affiancavano i veicoli pesanti da rapinare, costringendo i conducenti ad abbandonare i mezzi che, guidati da uno dei complici, venivano instradati in depositi a disposizione del gruppo in zone isolate della provincia barese. Successivamente sia i TIR privati della merce che gli autisti, che nel contempo venivano tenuti sotto sequestro imbavagliati e coperti a bordo di una delle auto usate dai delinquenti, venivano abbandonati in aree diverse e lontane dalla rete stradale principale per ritardare l'allarme. Messa a segno la rapina, a distanza di poche ore, gli indagati provvedevano a immettere i beni sottratti nel mercato illegale parallelo, attraverso una fitta rete di ricettatori compiacenti.
L'inchiesta ha tra l'altro ben delineato i ruoli rivestiti da ciascun aderente in seno alla compagine, individuandone i principali in due sorvegliati speciali affiliati allo storico clan PARISI attivo nel capoluogo regionale e nel sua periferia, nonché i sodali che materialmente si occupavano di assaltare gli autotreni e di sequestrarne i rispettivi conducenti e quelli che assicuravano lo svolgimento in sicurezza delle operazioni di scarico della merce.
L'indagine ha consentito di attribuire con certezza al gruppo criminale, del quale faceva parte anche una donna incensurata, la commissione di ben sei rapine in meno di due settimane, con vari tipi di merce sottratta ed un valore totale di circa 300mila euro di quella recuperata. La donna, fingendosi amante di uno dei componenti per non creare sospetti, aveva il compito di fare "da palo" fungendo da vedetta e assicurando la necessaria sicurezza durante le operazioni di scarico della merce all'interno dei capannoni.
Nel corso della conferenza stampa che si è svolta questa mattina presso il Comando Provinciale dell'arma sono stati resi noti i nomi degli arrestati. si tratta dei baresi Genchi Michele e Giuseppe, Scorcia Giuseppe, Bellomo Michele, Iusco Annamaria, Ottomano Giuseppe,residente a Triggiano e il gravinese Digiesi Angelo.