La città
Barriere architettoniche, tracce di limiti ancora esistenti
Quegli ostacoli che rendono ancora poco fruibile la città per le persone con disabilità o difficoltà motorie
Gravina - martedì 27 febbraio 2024
Limiti di vario genere rendono ancora poco agevoli gli spostamenti quotidiani per le persone diversamente abili. Basta guardarsi attorno per capire dove intervenire e trovare soluzioni che consentano alle persone con disabilità di vivere ogni punto della città.
Punti critici, zone con scivoli mancanti o difficili da usare che non favoriscono l'accesso, dislivelli lungo gli stessi marciapiedi, irregolarità stradali, buche o semplici imperfezioni, ma anche altre tipologie di ostacoli sembrano rendere difficoltoso l'uso dei marciapiedi o i passaggi lungo le carreggiate. In sintesi, le "barriere architettoniche", quasi ignorate nella fretta quotidiana, ma esistenti per le persone con difficoltà motorie, possono essere intese anche come limiti per la sensibilità e il senso civico comune.
In generale le barriere architettoniche sono tutti quegli elementi che rendono difficile o limitano del tutto gli spostamenti e la fruizione dei servizi, soprattutto da parte di persone con limitata capacità motoria. L'accesso a servizi è un altro degli effetti collaterali legati alle barriere. Ascoltando alcune persone interpellate e direttamente interessate alla questione, è emersa questa difficoltà nella mobilità quotidiana e nell'accedere ai servizi. Certi scivoli non agevolano l'accesso o sono mal realizzati, inoltre si possono incontrare altri ostacoli come gradini, sconnessioni, differenze o fratture nella pavimentazione che rendono più impegnativo il passaggio, in particolare per coloro che usano carrozzine o sostegni di tipo tradizionale, già messi in difficoltà anche dalle sconnessioni stradali, come coloro che dispongono di carrozzine motorizzate o veicoli similari. Persino la mancata raccolta delle deiezioni canine, su alcuni marciapiedi, può rappresentare un altro ostacolo da sommare a quelli citati.
Incontrando i volti di queste persone, ascoltando le loro parole, traspare un po' di rammarico. L'inclusione auspicata, il vivere civile, il progresso sociale, non possono essere slogan in attesa, notando una realtà ancora limitante. Abbattere questo tipo di barriere dovrebbe essere uno dei fattori peculiari di una società evoluta e democratica.
Una risposta può giungere dal PEBA o Piano di eliminazione delle barriere architettoniche. Come riportato sul sito di GravinaLife il 16 dicembre dello scorso anno, l'approvata adozione del piano in seduta comunale proietta verso una città più inclusiva e accessibile per ogni cittadino. Un'adozione che mira a rendere accessibile il territorio, gli spazi pubblici, gli edifici, i vari servizi. Un segnale da trasformare in qualcosa di concreto, a vantaggio dell'intera collettività.
Punti critici, zone con scivoli mancanti o difficili da usare che non favoriscono l'accesso, dislivelli lungo gli stessi marciapiedi, irregolarità stradali, buche o semplici imperfezioni, ma anche altre tipologie di ostacoli sembrano rendere difficoltoso l'uso dei marciapiedi o i passaggi lungo le carreggiate. In sintesi, le "barriere architettoniche", quasi ignorate nella fretta quotidiana, ma esistenti per le persone con difficoltà motorie, possono essere intese anche come limiti per la sensibilità e il senso civico comune.
In generale le barriere architettoniche sono tutti quegli elementi che rendono difficile o limitano del tutto gli spostamenti e la fruizione dei servizi, soprattutto da parte di persone con limitata capacità motoria. L'accesso a servizi è un altro degli effetti collaterali legati alle barriere. Ascoltando alcune persone interpellate e direttamente interessate alla questione, è emersa questa difficoltà nella mobilità quotidiana e nell'accedere ai servizi. Certi scivoli non agevolano l'accesso o sono mal realizzati, inoltre si possono incontrare altri ostacoli come gradini, sconnessioni, differenze o fratture nella pavimentazione che rendono più impegnativo il passaggio, in particolare per coloro che usano carrozzine o sostegni di tipo tradizionale, già messi in difficoltà anche dalle sconnessioni stradali, come coloro che dispongono di carrozzine motorizzate o veicoli similari. Persino la mancata raccolta delle deiezioni canine, su alcuni marciapiedi, può rappresentare un altro ostacolo da sommare a quelli citati.
Incontrando i volti di queste persone, ascoltando le loro parole, traspare un po' di rammarico. L'inclusione auspicata, il vivere civile, il progresso sociale, non possono essere slogan in attesa, notando una realtà ancora limitante. Abbattere questo tipo di barriere dovrebbe essere uno dei fattori peculiari di una società evoluta e democratica.
Una risposta può giungere dal PEBA o Piano di eliminazione delle barriere architettoniche. Come riportato sul sito di GravinaLife il 16 dicembre dello scorso anno, l'approvata adozione del piano in seduta comunale proietta verso una città più inclusiva e accessibile per ogni cittadino. Un'adozione che mira a rendere accessibile il territorio, gli spazi pubblici, gli edifici, i vari servizi. Un segnale da trasformare in qualcosa di concreto, a vantaggio dell'intera collettività.