Politica
Botta e risposta tra opposizione e presidente del consiglio comunale
Fa discutere ancora la vicenda del silos granario
Gravina - mercoledì 24 marzo 2021
Comunicato Stampa
Duro attacco dell'opposizione al presidente del consiglio comunale Maria Pina Digiesi, "colpevole" - a detta della minoranza- di non aver convocato una seduta dell'assise comunale finalizzata alla discussione dell'autorizzazione a costruire rilasciata dal Comune per il Silos Granaio di Via Spinazzola. La presidente non ci sta e risponde.
Di seguito pubblichiamo integralmente il comunicato stampa a firma dei consiglieri di minoranza Lorusso Michele, Lovero Ignazio, Simone Ezio, Varrese Vincenzo, De Pascale Giovanni, Colavito Raffaella, Lorusso Ketti, Cataldi Rosa e la successiva replica di Digiesi.
NOTA DELL'OPPOSIZIONE
"Poche mani, non sorvegliate da controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa". Così scriveva Antonio Gramsci dal carcere di Turi dove fu rinchiuso dal regime fascista. Da allora di tempo ne è passato ma a quanto pare a palazzo di Città quelle "poche mani" che tessono da quasi un decennio il futuro della nostra comunità proprio non ne vogliono sapere di mollare la presa.
Tuttavia, cara presidente Digiesi, non ci aspettavamo da parte sua una puntuale conoscenza della vita di Antonio Gramsci né di tutti gli altri uomini che hanno fatto del nostro paese una grande democrazia. Per fare meglio di quanto lei sta facendo nel suo mandato, le sarebbe bastato aver chiaro il concetto di Vergogna. Perché presidente, se lei avesse un minimo di senso della vergogna forse si sarebbe rifiutata di scrivere simili nefandezze.
Basterebbe un briciolo di onestà intellettuale per capire che le motivazioni assunte per rigettare la richiesta di discutere alla luce del sole e nella massima assise comunale sul futuro del Silos granaio, presentata dai consiglieri di opposizione, sono imbarazzanti per noi che le leggiamo perché di "irricevibile" ci sono solo le sue assurde scuse. Dichiarare, per altro per iscritto, che la gestione e il governo del territorio, non sono temi di competenza del consiglio comunale equivale a dichiarne l'inutilità del consiglio e della sua stessa figura, cara presidente Digiesi. Perché lei da oltre un anno si rifiuta di concedere una pubblica discussione su un progetto che, per quanto sia da realizzarsi su un immobile privato, cambierà l'aspetto di uno degli ingressi principali della nostra città non di una semplice "zona periferica e degradata" come avete permesso che si scrivesse nella relazione tecnica!
Una zona a ridosso del quartiere fieristico dove si svolge una delle fiere più antiche di Italia!
Per altro, se l'intero iter amministrativo avviato per trasformare quello che è di fatto un monumento in "appartamenti a vendere", così come anche per la realizzazione della media struttura, fosse limpido e assolutamente regolare, il suo atteggiamento appare ancora più assurdo perché, cara presidente, ai consiglieri di opposizione non interessano i "particolari del progetto" meno che mai il business plan dell'azienda. E ancora meno le motivazioni che hanno spinto l'impresa ad investire a Gravina. Noi pretendiamo e vogliamo fare quello per i quali i cittadini gravinesi ci hanno eletto, rappresentare democraticamente la comunità nella partecipazione, nella condivisione.
Ma, nonostante le tante sollecitazioni giunte da più parti, il governo cittadino continua sull'area silos granaio, a volerci spogliare del nostro ruolo di consiglieri comunali. Eppure per l'ex cantina sociale diventata appartamenti, il consiglio comunale fu chiamato a discutere... due pesi, due misure. Si stravolge il concetto di democrazia e di partecipazione, si tralasciano piani strategici per la città come il duc, il pums e il pug e in base ai venti e all'interpretazione pareri tecnici negativi si trasformano in positivi.
Non vi è partecipazione, né condivisione... eppure una intera amministrazione cambia rotta (dalla richiesta di vincolo a concessione) su un progetto che mira a privare la comunità di un pezzo importante della propria storia e pretende di farlo senza dare troppe spiegazioni.
Evidentemente Gramsci aveva ragione, "poche mani tessono la tela della vita collettiva". E a Gravina quelle poche mani sono abituate ad agire indisturbate, nel silenzio anche di chi solo qualche mese fa addirittura denunciava pubblicamente, replicando un modello già applicato per il primo e il secondo progetto di rigenerazione urbana, per il recupero del piaggio, al bosco, al cimitero e in tutte le occasioni in cui "un mattone" vale molto di più del benessere di una intera comunità.
Cara presidente, cari consiglieri silenti e caro sindaco, se conosceste cosa è la vergogna avreste già liberato il palazzo dalle vostre mani e dal vostro agire sempre più "nel particolare". Invece siete incapaci anche di vergognarvi oltre che di governare un paese onestamente.
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REPLICA DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE DIGIESI
La scelta di non iscrivere all'ordine del giorno dei lavori del consiglio comunale un punto concernente il progetto di recupero e valorizzazione del silos granario, presentato agli uffici comunali dai privati proprietari dell'immobile, deriva esclusivamente dalla tutela ed applicazione di leggi e regolamenti. Credo che la nostra comunità non abbia bisogno di attacchi che hanno quale unico effetto, e forse anche lo scopo, di delegittimare le istituzioni. Sulla vicenda del silos si è già detto e scritto tanto, interessandone anche la Prefettura.
Due sono le questioni sulle quali soffermarsi, in riferimento ad una richiesta peraltro sprovvista di proposta deliberativa, contrariamente a quanto dovrebbe invece essere per ogni punto di cui si richiede l'iscrizione all'odg», sottolinea Digiesi. «La prima – specifica – è relativa alle competenze: si chiede di poter deliberare su un tema che, ai sensi del Testo unico degli enti locali, è di stretta ed esclusiva pertinenza dirigenziale. La seconda problematica investe invece le modalità prescelte per attivare un eventuale discussione: si è presentata una richiesta che presenta i requisiti della mozione, risultando invece sprovvista di quelli postulati per le delibere. Un altro motivo che non consente di accedere alle richieste di parte dei gruppi di opposizione». Segue una considerazione sul carattere politico della vicenda: «Ai gruppi consiliari, a nessuno di essi – sottolinea Digiesi – è precluso di occuparsi, da un punto di vista generale e politico, di affari riguardanti la comunità, anche di quelli non di stretta competenza dell'assemblea. E' pur sempre possibile, difatti, ottenere informative o comunque avere chiarimenti sugli intendimenti dell'Amministrazione comunale e degli Uffici, ad esempio attraverso l'istituto delle interrogazioni e delle interpellanze».
Conclude Digiesi: «Per dare una parvenza di dignità ad un ingiustificato attacco istituzionale e personale, si è scomodato persino Antonio Gramsci ed il suo grido contro gli indifferenti. Lo faccio mio, per dire di non aver mai privilegiato la palude e l'indifferenza, ma di aver scelto, e non da ora, di non prestare ascolto al piagnisteo degli eterni innocenti e di aver scelto di non restare alla finestra a guardare e di parteggiare per il rispetto della legge».
Di seguito pubblichiamo integralmente il comunicato stampa a firma dei consiglieri di minoranza Lorusso Michele, Lovero Ignazio, Simone Ezio, Varrese Vincenzo, De Pascale Giovanni, Colavito Raffaella, Lorusso Ketti, Cataldi Rosa e la successiva replica di Digiesi.
NOTA DELL'OPPOSIZIONE
"Poche mani, non sorvegliate da controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa". Così scriveva Antonio Gramsci dal carcere di Turi dove fu rinchiuso dal regime fascista. Da allora di tempo ne è passato ma a quanto pare a palazzo di Città quelle "poche mani" che tessono da quasi un decennio il futuro della nostra comunità proprio non ne vogliono sapere di mollare la presa.
Tuttavia, cara presidente Digiesi, non ci aspettavamo da parte sua una puntuale conoscenza della vita di Antonio Gramsci né di tutti gli altri uomini che hanno fatto del nostro paese una grande democrazia. Per fare meglio di quanto lei sta facendo nel suo mandato, le sarebbe bastato aver chiaro il concetto di Vergogna. Perché presidente, se lei avesse un minimo di senso della vergogna forse si sarebbe rifiutata di scrivere simili nefandezze.
Basterebbe un briciolo di onestà intellettuale per capire che le motivazioni assunte per rigettare la richiesta di discutere alla luce del sole e nella massima assise comunale sul futuro del Silos granaio, presentata dai consiglieri di opposizione, sono imbarazzanti per noi che le leggiamo perché di "irricevibile" ci sono solo le sue assurde scuse. Dichiarare, per altro per iscritto, che la gestione e il governo del territorio, non sono temi di competenza del consiglio comunale equivale a dichiarne l'inutilità del consiglio e della sua stessa figura, cara presidente Digiesi. Perché lei da oltre un anno si rifiuta di concedere una pubblica discussione su un progetto che, per quanto sia da realizzarsi su un immobile privato, cambierà l'aspetto di uno degli ingressi principali della nostra città non di una semplice "zona periferica e degradata" come avete permesso che si scrivesse nella relazione tecnica!
Una zona a ridosso del quartiere fieristico dove si svolge una delle fiere più antiche di Italia!
Per altro, se l'intero iter amministrativo avviato per trasformare quello che è di fatto un monumento in "appartamenti a vendere", così come anche per la realizzazione della media struttura, fosse limpido e assolutamente regolare, il suo atteggiamento appare ancora più assurdo perché, cara presidente, ai consiglieri di opposizione non interessano i "particolari del progetto" meno che mai il business plan dell'azienda. E ancora meno le motivazioni che hanno spinto l'impresa ad investire a Gravina. Noi pretendiamo e vogliamo fare quello per i quali i cittadini gravinesi ci hanno eletto, rappresentare democraticamente la comunità nella partecipazione, nella condivisione.
Ma, nonostante le tante sollecitazioni giunte da più parti, il governo cittadino continua sull'area silos granaio, a volerci spogliare del nostro ruolo di consiglieri comunali. Eppure per l'ex cantina sociale diventata appartamenti, il consiglio comunale fu chiamato a discutere... due pesi, due misure. Si stravolge il concetto di democrazia e di partecipazione, si tralasciano piani strategici per la città come il duc, il pums e il pug e in base ai venti e all'interpretazione pareri tecnici negativi si trasformano in positivi.
Non vi è partecipazione, né condivisione... eppure una intera amministrazione cambia rotta (dalla richiesta di vincolo a concessione) su un progetto che mira a privare la comunità di un pezzo importante della propria storia e pretende di farlo senza dare troppe spiegazioni.
Evidentemente Gramsci aveva ragione, "poche mani tessono la tela della vita collettiva". E a Gravina quelle poche mani sono abituate ad agire indisturbate, nel silenzio anche di chi solo qualche mese fa addirittura denunciava pubblicamente, replicando un modello già applicato per il primo e il secondo progetto di rigenerazione urbana, per il recupero del piaggio, al bosco, al cimitero e in tutte le occasioni in cui "un mattone" vale molto di più del benessere di una intera comunità.
Cara presidente, cari consiglieri silenti e caro sindaco, se conosceste cosa è la vergogna avreste già liberato il palazzo dalle vostre mani e dal vostro agire sempre più "nel particolare". Invece siete incapaci anche di vergognarvi oltre che di governare un paese onestamente.
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REPLICA DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE DIGIESI
La scelta di non iscrivere all'ordine del giorno dei lavori del consiglio comunale un punto concernente il progetto di recupero e valorizzazione del silos granario, presentato agli uffici comunali dai privati proprietari dell'immobile, deriva esclusivamente dalla tutela ed applicazione di leggi e regolamenti. Credo che la nostra comunità non abbia bisogno di attacchi che hanno quale unico effetto, e forse anche lo scopo, di delegittimare le istituzioni. Sulla vicenda del silos si è già detto e scritto tanto, interessandone anche la Prefettura.
Due sono le questioni sulle quali soffermarsi, in riferimento ad una richiesta peraltro sprovvista di proposta deliberativa, contrariamente a quanto dovrebbe invece essere per ogni punto di cui si richiede l'iscrizione all'odg», sottolinea Digiesi. «La prima – specifica – è relativa alle competenze: si chiede di poter deliberare su un tema che, ai sensi del Testo unico degli enti locali, è di stretta ed esclusiva pertinenza dirigenziale. La seconda problematica investe invece le modalità prescelte per attivare un eventuale discussione: si è presentata una richiesta che presenta i requisiti della mozione, risultando invece sprovvista di quelli postulati per le delibere. Un altro motivo che non consente di accedere alle richieste di parte dei gruppi di opposizione». Segue una considerazione sul carattere politico della vicenda: «Ai gruppi consiliari, a nessuno di essi – sottolinea Digiesi – è precluso di occuparsi, da un punto di vista generale e politico, di affari riguardanti la comunità, anche di quelli non di stretta competenza dell'assemblea. E' pur sempre possibile, difatti, ottenere informative o comunque avere chiarimenti sugli intendimenti dell'Amministrazione comunale e degli Uffici, ad esempio attraverso l'istituto delle interrogazioni e delle interpellanze».
Conclude Digiesi: «Per dare una parvenza di dignità ad un ingiustificato attacco istituzionale e personale, si è scomodato persino Antonio Gramsci ed il suo grido contro gli indifferenti. Lo faccio mio, per dire di non aver mai privilegiato la palude e l'indifferenza, ma di aver scelto, e non da ora, di non prestare ascolto al piagnisteo degli eterni innocenti e di aver scelto di non restare alla finestra a guardare e di parteggiare per il rispetto della legge».