Cronaca
Bracconieri in trasferta
Bloccati due gravinesi nel territorio di Ruvo. La Forestale intensifica i controlli anti bracconaggio
Gravina - martedì 6 maggio 2014
11.38
Dovranno rispondere di ricettazione, oltre che di detenzione di porto illecito di armi e violazione delle leggi in materia di caccia e tutela del territorio, i due gravinesi di 65 e 66 anni, colti in flagranza di reato dagli uomini del Comando stazione del Corpo Forestale dello Stato di Ruvo.
I due bracconieri sono stati bloccati in un'area isolata del Parco Nazionale dell'Alta Murgia, in località "Jazzo Rosso" dell'agro di Ruvo di Puglia, che da tempo era tenuta sotto osservazione dai forestali.
Le operazioni di polizia giudiziaria hanno permesso di accertare un'attività di caccia illecita effettuata con due fucili riportanti i numeri di matricola, di cui uno risultato rubato nel 2009 e l'altro di provenienza ignota, che i due bracconieri avevano occultato appositamente sul luogo prescelto per la successiva caccia. Entrambe le armi con le dovute munizioni erano state prima chiuse in contenitori di fortuna, in un tubo in Pvc a perfetta tenuta stagna e in un sacca ricavata da una camera d'aria di un pneumatico, e poi occultate nella folta vegetazione. Sul sito, inoltre, era stata predisposta con dell'olio minerale esausto, con dello sfarinato di cereali e del cibo avariato, una pastura usata per attrarre i cinghiali selvatici, prede preferite dei due cacciatori.
Dalle successive indagini è stato confermato che uno dei due uomini era in possesso di regolare licenza di caccia mentre l'altro, a carico del quale risulta un specifico precedente di polizia in materia di armi, non possedeva alcuna abilitazione. Saranno, ora , le indagini disposte dal P.M. titolare, ad accertare l'esatta provenienza dell'altra arma al momento ignota. Intanto tutta la refurtiva è stata posta sotto sequestro.
"Nel Parco Nazionale dell'Alta Murgia – ha spiegato il Commissario Capo Giuliano Palomba in una nota diffusa alla stampa - è vietata la cattura, l'uccisione, il danneggiamento e il disturbo di tutte le specie animali, e quindi è assolutamente illegittima l'attività di caccia. Gli uomini del Corpo Forestale dello Stato hanno intensificato negli ultimi mesi il controllo sull'attività di bracconaggio. Anche nell'ultimo anno diverse sono le persone che sono state denunciate all'Autorità Giudiziaria per aver esercitato l'attività di caccia all'interno del Parco o nelle zone limitrofe. Purtroppo i bracconieri nonostante i controlli effettuati dagli uomini del Cta di Altamura e dai Comandi Stazione di Ruvo, Altamura, Gravina, Andria continuano l'attività non legale, e per eludere i controlli dei Forestali pongono in essere sistemi di caccia non convenzionali, facendo uso di tecniche di caccia silenziose, con l'ausilio anche di mezzi vietati. L'attività di indagine messa in atto dai Forestali anche con l'ausilio di telecamere, ha evidenziato la caccia attraverso l'investimento degli stessi animali con potenti autovetture, l'utilizzo dei lacci d'acciaio, vere e proprie trappole per tutta la fauna selvatica e l'utilizzo di armi che vengono nascoste nei boschi. E' in corso di accertamento l'uso di balestre".
I due bracconieri sono stati bloccati in un'area isolata del Parco Nazionale dell'Alta Murgia, in località "Jazzo Rosso" dell'agro di Ruvo di Puglia, che da tempo era tenuta sotto osservazione dai forestali.
Le operazioni di polizia giudiziaria hanno permesso di accertare un'attività di caccia illecita effettuata con due fucili riportanti i numeri di matricola, di cui uno risultato rubato nel 2009 e l'altro di provenienza ignota, che i due bracconieri avevano occultato appositamente sul luogo prescelto per la successiva caccia. Entrambe le armi con le dovute munizioni erano state prima chiuse in contenitori di fortuna, in un tubo in Pvc a perfetta tenuta stagna e in un sacca ricavata da una camera d'aria di un pneumatico, e poi occultate nella folta vegetazione. Sul sito, inoltre, era stata predisposta con dell'olio minerale esausto, con dello sfarinato di cereali e del cibo avariato, una pastura usata per attrarre i cinghiali selvatici, prede preferite dei due cacciatori.
Dalle successive indagini è stato confermato che uno dei due uomini era in possesso di regolare licenza di caccia mentre l'altro, a carico del quale risulta un specifico precedente di polizia in materia di armi, non possedeva alcuna abilitazione. Saranno, ora , le indagini disposte dal P.M. titolare, ad accertare l'esatta provenienza dell'altra arma al momento ignota. Intanto tutta la refurtiva è stata posta sotto sequestro.
"Nel Parco Nazionale dell'Alta Murgia – ha spiegato il Commissario Capo Giuliano Palomba in una nota diffusa alla stampa - è vietata la cattura, l'uccisione, il danneggiamento e il disturbo di tutte le specie animali, e quindi è assolutamente illegittima l'attività di caccia. Gli uomini del Corpo Forestale dello Stato hanno intensificato negli ultimi mesi il controllo sull'attività di bracconaggio. Anche nell'ultimo anno diverse sono le persone che sono state denunciate all'Autorità Giudiziaria per aver esercitato l'attività di caccia all'interno del Parco o nelle zone limitrofe. Purtroppo i bracconieri nonostante i controlli effettuati dagli uomini del Cta di Altamura e dai Comandi Stazione di Ruvo, Altamura, Gravina, Andria continuano l'attività non legale, e per eludere i controlli dei Forestali pongono in essere sistemi di caccia non convenzionali, facendo uso di tecniche di caccia silenziose, con l'ausilio anche di mezzi vietati. L'attività di indagine messa in atto dai Forestali anche con l'ausilio di telecamere, ha evidenziato la caccia attraverso l'investimento degli stessi animali con potenti autovetture, l'utilizzo dei lacci d'acciaio, vere e proprie trappole per tutta la fauna selvatica e l'utilizzo di armi che vengono nascoste nei boschi. E' in corso di accertamento l'uso di balestre".