GravinaLife
Buon umore e salute
Cibo spazzatura e l'illusione del buon umore. Attenzione ai più piccoli.
Gravina - lunedì 12 novembre 2012
11.25
Aumentano i casi di depressione e sindrome da deficit di attenzione e iperattività infantile e ad essere incriminato è il "cibo spazzatura".
La ragione che spinge l'uomo verso il cibo è il frutto di un complesso processo influenzato da meccanismi intrinseci correlati allo stato di alternanza tra fame e sazietà, ma non solo. Si avvicina al cibo anche per ritrovare conforto nelle giornate nere. Qual è il cibo in cui ci si rifugia? Un cesto pieno di frutta? Un' insalatona? O un gigantesco hamburger ripieno di salse e patatine fritte? La scelta, tranne per alcune eccezioni, è sicuramente l'ultima, comunemente indicata col termine "cibo spazzatura" o "junk food".
Il "cibo spazzatura" è inteso come qualsiasi alimento o bevanda ad alto contenuto calorico e scarso valore nutrizionale, dove ne fanno da padrona nei fast food. Le più grandi aziende multinazionali di "fast food" hanno condotto uno studio molto meticoloso per indurre il consumatore all'acquisto dei loro prodotti. Il risultato di questi studi ha portato ad individuare i punti di forza che ne caratterizzano tuttora il successo.
La visibilità fornita dalla pubblicità martellante in ore appropriate, dai colori intensi degli involucri dei prodotti, dall'adozione di posizioni strategiche dei prodotti a portata dei bambini sugli scaffali del supermercato ed inserimento all'interno di giochi per indurre la curiosità del piccolo consumatore e mettere alla prova la pazienza dei genitori; la palatibilità ottenuta dal miglioramento delle pietanze, con l'aggiunta considerevole di sali, di zuccheri, di grassi e di esaltatori di sapidità, responsabili dell'innesco dei meccanismi di piacere e anche di dipendenza; la lunga conservazione preservata con l'aggiunta spropositata di conservanti di natura principalmente chimica e di grassi modificati definiti "trans-idrogenati"; la facilità di masticazione: se i cibi sono facili da masticare e da deglutire, si avrà voglia di buttare giù il secondo boccone e altre quantità; la facilità di preparazione: confezioni molto pratiche per l'uso e tempi di cottura; politica di bassi prezzi: l'abbattimento dei costi con salari bassissimi ai lavoratori e margini altrettanto miseri per i produttori, ai quali impongono anche i tipi di mangimi Ogm per gli animali o i fertilizzanti per le coltivazioni.
Queste strategie hanno unico scopo di lucro per le multinazionali a discapito della salute e dell'economia della società. Molti studi dimostrano come il "cibo spazzatura" abbia contribuito fortemente all'aumento dell'obesità, specie nelle categorie con basso livello di istruzione, nelle fasce sociali basse e con l'età di comparsa dell' incidenza sempre più bassa.
Se pensate che il "cibo spazzatura" possa aiutarvi a risollevare l'umore in giornate nere, dovrete ricredervi: questo genere di cibo non fa solo male alla linea, ma anche alla mente. A dimostrarlo sono i ricercatori spagnoli delle università di Las Palmas e Granada, dopo aver condotto un'indagine su 8.964 pazienti non depressi ed estranei a precedenti esperienze di questo genere. Si è scoperto che circa 500 candidati tra coloro che si sono alimentati male, cedendo a cibo preconfezionato o alimenti da fast food, hanno sviluppato una vera e propria depressione. Non è solo la qualità del cibo ad incidere, ma anche il modo in cui ci si alimenta: mangiare di fretta, non concedere adeguato tempo al pasto, ha effetto sull'umore rendendoci più vulnerabili alla depressione. Chi si alimenta male e in fretta ha il 51% di probabilità in più di deprimersi rispetto a chi si alimenta meglio, in compagnia, prendendosi adeguato tempo. La ricerca è pubblicata sulla rivista Public Health Nutrition.
La mancanza di alcuni nutrienti nel "cibo spazzatura", come le vitamine del gruppo B e acidi grassi omega 3, espone i consumatori ad un rischio più che doppio di sviluppare la sindrome di ADHD, meglio conosciuta come sindrome da deficit di attenzione ed iperattività. A confermarlo, uno studio del Telethon Istitute for Child Health Research Perth, in Australia, che ha confrontato su un campione 1800 ragazzi le loro preferenze in fatto di alimentazione. I ricercatori si sono accorti che ai ragazzi in cui era stata diagnosticata l'ADHD, i loro pasti erano fatti in prevalenza di pietanze grasse,fritture, cibi d'asporto, insaccati, carni rosse e latticini.
Un'alimentazione sana ed equilibrata deve essere un impegno quotidiano, preferendo come condimento l'olio extravergine di oliva, aumentando l'ingestione del pesce (come salmone, acciughe, sardine), utile per il contenuto di acidi grassi buoni. Un ruolo determinante è svolto anche dalle vitamine del gruppo B presenti nella verdura (come ad esempio broccoli, cavoli) e dal carico di antiossidanti forniti dalla frutta (come mirtilli,more, lamponi, prugne secche). Inoltre, è bene ricordare come altri fattori, per esempio evitare di fumare, svolgere attività fisica con costanza e il mangiare in tempi adeguati, concorrano a favorire la comparsa del buon umore.
La ragione che spinge l'uomo verso il cibo è il frutto di un complesso processo influenzato da meccanismi intrinseci correlati allo stato di alternanza tra fame e sazietà, ma non solo. Si avvicina al cibo anche per ritrovare conforto nelle giornate nere. Qual è il cibo in cui ci si rifugia? Un cesto pieno di frutta? Un' insalatona? O un gigantesco hamburger ripieno di salse e patatine fritte? La scelta, tranne per alcune eccezioni, è sicuramente l'ultima, comunemente indicata col termine "cibo spazzatura" o "junk food".
Il "cibo spazzatura" è inteso come qualsiasi alimento o bevanda ad alto contenuto calorico e scarso valore nutrizionale, dove ne fanno da padrona nei fast food. Le più grandi aziende multinazionali di "fast food" hanno condotto uno studio molto meticoloso per indurre il consumatore all'acquisto dei loro prodotti. Il risultato di questi studi ha portato ad individuare i punti di forza che ne caratterizzano tuttora il successo.
La visibilità fornita dalla pubblicità martellante in ore appropriate, dai colori intensi degli involucri dei prodotti, dall'adozione di posizioni strategiche dei prodotti a portata dei bambini sugli scaffali del supermercato ed inserimento all'interno di giochi per indurre la curiosità del piccolo consumatore e mettere alla prova la pazienza dei genitori; la palatibilità ottenuta dal miglioramento delle pietanze, con l'aggiunta considerevole di sali, di zuccheri, di grassi e di esaltatori di sapidità, responsabili dell'innesco dei meccanismi di piacere e anche di dipendenza; la lunga conservazione preservata con l'aggiunta spropositata di conservanti di natura principalmente chimica e di grassi modificati definiti "trans-idrogenati"; la facilità di masticazione: se i cibi sono facili da masticare e da deglutire, si avrà voglia di buttare giù il secondo boccone e altre quantità; la facilità di preparazione: confezioni molto pratiche per l'uso e tempi di cottura; politica di bassi prezzi: l'abbattimento dei costi con salari bassissimi ai lavoratori e margini altrettanto miseri per i produttori, ai quali impongono anche i tipi di mangimi Ogm per gli animali o i fertilizzanti per le coltivazioni.
Queste strategie hanno unico scopo di lucro per le multinazionali a discapito della salute e dell'economia della società. Molti studi dimostrano come il "cibo spazzatura" abbia contribuito fortemente all'aumento dell'obesità, specie nelle categorie con basso livello di istruzione, nelle fasce sociali basse e con l'età di comparsa dell' incidenza sempre più bassa.
Se pensate che il "cibo spazzatura" possa aiutarvi a risollevare l'umore in giornate nere, dovrete ricredervi: questo genere di cibo non fa solo male alla linea, ma anche alla mente. A dimostrarlo sono i ricercatori spagnoli delle università di Las Palmas e Granada, dopo aver condotto un'indagine su 8.964 pazienti non depressi ed estranei a precedenti esperienze di questo genere. Si è scoperto che circa 500 candidati tra coloro che si sono alimentati male, cedendo a cibo preconfezionato o alimenti da fast food, hanno sviluppato una vera e propria depressione. Non è solo la qualità del cibo ad incidere, ma anche il modo in cui ci si alimenta: mangiare di fretta, non concedere adeguato tempo al pasto, ha effetto sull'umore rendendoci più vulnerabili alla depressione. Chi si alimenta male e in fretta ha il 51% di probabilità in più di deprimersi rispetto a chi si alimenta meglio, in compagnia, prendendosi adeguato tempo. La ricerca è pubblicata sulla rivista Public Health Nutrition.
La mancanza di alcuni nutrienti nel "cibo spazzatura", come le vitamine del gruppo B e acidi grassi omega 3, espone i consumatori ad un rischio più che doppio di sviluppare la sindrome di ADHD, meglio conosciuta come sindrome da deficit di attenzione ed iperattività. A confermarlo, uno studio del Telethon Istitute for Child Health Research Perth, in Australia, che ha confrontato su un campione 1800 ragazzi le loro preferenze in fatto di alimentazione. I ricercatori si sono accorti che ai ragazzi in cui era stata diagnosticata l'ADHD, i loro pasti erano fatti in prevalenza di pietanze grasse,fritture, cibi d'asporto, insaccati, carni rosse e latticini.
Un'alimentazione sana ed equilibrata deve essere un impegno quotidiano, preferendo come condimento l'olio extravergine di oliva, aumentando l'ingestione del pesce (come salmone, acciughe, sardine), utile per il contenuto di acidi grassi buoni. Un ruolo determinante è svolto anche dalle vitamine del gruppo B presenti nella verdura (come ad esempio broccoli, cavoli) e dal carico di antiossidanti forniti dalla frutta (come mirtilli,more, lamponi, prugne secche). Inoltre, è bene ricordare come altri fattori, per esempio evitare di fumare, svolgere attività fisica con costanza e il mangiare in tempi adeguati, concorrano a favorire la comparsa del buon umore.