Territorio
Buone nuove per l'agricoltura pugliese
Accordo tra Ministero e regioni
Gravina - mercoledì 22 gennaio 2014
9.08
Con l'accordo tra il Ministero delle politiche agricole e le Regioni sull'applicazione della nuova PAC 2014-2020, si apre la stagione dei nuovi interventi sullo sviluppo anche per la Puglia chiamata a dare attuazione all'intesa attraverso il Piano di Sviluppo Rurale che per il prossimo settennio punterà molto su aggregazione, internazionalizzazione e ricambio generazionale.
"Siamo pronti alla sfida che dovrà rappresentare gli anni della maturità e dell'approccio a nuovi mercati per l'agricoltura pugliese – spiega l'assessore Fabrizio Nardoni, in qualità di responsabile delle politiche sulle risorse agroalimentari della giunta Vendola e coordinatore nazionale degli assessori regionali al ramo – "Un orizzonte programmatico che costruiremo con il dovuto coinvolgimento di tutti i protagonisti del comparto, ma che sin dalle sue linee generali si preannuncia con l'ambizione di rendere il settore primario una delle voci preponderanti del PIL pugliese".
"Per quanto riguarda il primo pilastro della Politica Agricola Comune (Pagamenti diretti) l'intesa tra le Regioni ha consentito di definire un percorso di possibile attuazione dei nuovi regolamenti comunitari che deve consentire di attuare le politiche di convergenza tenendo conto della situazione attuale e riducendone gli impatti."
"Gli elementi portanti dei prossimi pagamenti diretti – spiega Gabriele Pagliardini, direttore d'Area del settore politiche per lo sviluppo rurale – saranno basati sulla regionalizzazione degli interventi che superano i confini amministrativi per identificarsi in quelli più ampi nazionali, e un intervento sul greening commisurato ai pagamenti di base per singolo beneficiario".
Un primo passo verso la definizione degli strumenti da mettere in atto per il Piano di Sviluppo Rurale 2014-2020 che malgrado il taglio di quasi 100 miliardi al Bilancio europeo lascia per l'Italia invariate le risorse di massima.
Secondo i dati presentati dall'assessorato regionale, sale, rispetto alla programmazione 2007/2013, la quota di contribuzione comunitaria di 140 milioni di euro, con una conseguente facilitazione della rendicontazione della spesa, in relazione agli obiettivi periodici di attuazione del programma, mentre la spesa pubblica complessiva si incrementa di 20 milioni di euro.
In definitiva la Puglia potrà impegnare in termini di quota pubblica, fondi per un totale di 1 miliardo e 637 milioni.
"Abbiamo maggiori risorse – sottolinea Nardoni – sia pure in termini nominali, ma dobbiamo mettere in campo una politica di settore che sappia tradursi sul territorio in dinamiche di sviluppo che consentano al nostro apparato produttivo, nella difficoltà del mercato interno, di accaparrarsi quote di mercato internazionale. Un salto di qualità che la Puglia intende compiere anche attingendo alle risorse dei programmi nazionali con linee di credito accese nel capitolo dedicato alla gestione del rischio"
Novità anche sul programma dedicato alla copertura assicurativa sulle produzione la regione Puglia è chiamata ad una sfida di futuro.
"Tutti gli anni siamo costretti a gestire le complicate se non addirittura drammatiche conseguenze di eventi come alluvioni, gelate o grandinate – afferma l'Assessore regionale – Calamità spesso non risarcibili con altre forme di finanziamento se non le coperture assicurative che in altre regioni come ad esempio l'Emilia Romagna, raggiungono il 60% della produzione complessiva, mentre in Puglia si fermano a quota 10%. Contiamo di attingere a quelle risorse per attivare nell'ambito del Programma di Sviluppo Rurale della Regione incentivi per coloro che intendono assicurare le loro produzioni.
Ma il cambio di passo del prossimo PSR, secondo il Direttore Pagliardini, sta tutto nella matrice dello sviluppo, a cominciare dalla risoluzione del problema rappresentato dalle filiere troppo frazionate.
"Una risposta ai problemi strutturali dell'agricoltura mediterranea e pugliese in particolare – spiega Nardoni – arriva dall'aggregazione delle imprese, e dai nuovi strumenti di sviluppo messi a disposizione delle aziende agricole per l'incentivazione di nuove strategie orientate alla competitività.
"Competizione che le imprese agricole pugliesi dovranno affrontare parlando inglese o giapponese, utilizzando tutti gli strumenti messi a disposizione dall'innovation technology e studiando l'approdo in altri mercati – conclude Nardoni."
"Siamo pronti alla sfida che dovrà rappresentare gli anni della maturità e dell'approccio a nuovi mercati per l'agricoltura pugliese – spiega l'assessore Fabrizio Nardoni, in qualità di responsabile delle politiche sulle risorse agroalimentari della giunta Vendola e coordinatore nazionale degli assessori regionali al ramo – "Un orizzonte programmatico che costruiremo con il dovuto coinvolgimento di tutti i protagonisti del comparto, ma che sin dalle sue linee generali si preannuncia con l'ambizione di rendere il settore primario una delle voci preponderanti del PIL pugliese".
"Per quanto riguarda il primo pilastro della Politica Agricola Comune (Pagamenti diretti) l'intesa tra le Regioni ha consentito di definire un percorso di possibile attuazione dei nuovi regolamenti comunitari che deve consentire di attuare le politiche di convergenza tenendo conto della situazione attuale e riducendone gli impatti."
"Gli elementi portanti dei prossimi pagamenti diretti – spiega Gabriele Pagliardini, direttore d'Area del settore politiche per lo sviluppo rurale – saranno basati sulla regionalizzazione degli interventi che superano i confini amministrativi per identificarsi in quelli più ampi nazionali, e un intervento sul greening commisurato ai pagamenti di base per singolo beneficiario".
Un primo passo verso la definizione degli strumenti da mettere in atto per il Piano di Sviluppo Rurale 2014-2020 che malgrado il taglio di quasi 100 miliardi al Bilancio europeo lascia per l'Italia invariate le risorse di massima.
Secondo i dati presentati dall'assessorato regionale, sale, rispetto alla programmazione 2007/2013, la quota di contribuzione comunitaria di 140 milioni di euro, con una conseguente facilitazione della rendicontazione della spesa, in relazione agli obiettivi periodici di attuazione del programma, mentre la spesa pubblica complessiva si incrementa di 20 milioni di euro.
In definitiva la Puglia potrà impegnare in termini di quota pubblica, fondi per un totale di 1 miliardo e 637 milioni.
"Abbiamo maggiori risorse – sottolinea Nardoni – sia pure in termini nominali, ma dobbiamo mettere in campo una politica di settore che sappia tradursi sul territorio in dinamiche di sviluppo che consentano al nostro apparato produttivo, nella difficoltà del mercato interno, di accaparrarsi quote di mercato internazionale. Un salto di qualità che la Puglia intende compiere anche attingendo alle risorse dei programmi nazionali con linee di credito accese nel capitolo dedicato alla gestione del rischio"
Novità anche sul programma dedicato alla copertura assicurativa sulle produzione la regione Puglia è chiamata ad una sfida di futuro.
"Tutti gli anni siamo costretti a gestire le complicate se non addirittura drammatiche conseguenze di eventi come alluvioni, gelate o grandinate – afferma l'Assessore regionale – Calamità spesso non risarcibili con altre forme di finanziamento se non le coperture assicurative che in altre regioni come ad esempio l'Emilia Romagna, raggiungono il 60% della produzione complessiva, mentre in Puglia si fermano a quota 10%. Contiamo di attingere a quelle risorse per attivare nell'ambito del Programma di Sviluppo Rurale della Regione incentivi per coloro che intendono assicurare le loro produzioni.
Ma il cambio di passo del prossimo PSR, secondo il Direttore Pagliardini, sta tutto nella matrice dello sviluppo, a cominciare dalla risoluzione del problema rappresentato dalle filiere troppo frazionate.
"Una risposta ai problemi strutturali dell'agricoltura mediterranea e pugliese in particolare – spiega Nardoni – arriva dall'aggregazione delle imprese, e dai nuovi strumenti di sviluppo messi a disposizione delle aziende agricole per l'incentivazione di nuove strategie orientate alla competitività.
"Competizione che le imprese agricole pugliesi dovranno affrontare parlando inglese o giapponese, utilizzando tutti gli strumenti messi a disposizione dall'innovation technology e studiando l'approdo in altri mercati – conclude Nardoni."