Politica
C3 e maggioranza consiliare: affondate
La questione sulle zone di espansione scompare dalla discussione consiliare senza una ragione
Gravina - sabato 16 dicembre 2017
12.09
Rinviato a data da destinarsi. E senza una ragione.
Questa l'unica certezza sull'annosa vicenda urbanistica legata alle varianti al Piano regolatore comunale per le zone di espansione, le così dette C3, ovvero quelle zone dove è ancora possibile avviare progetti di edilizia privata.
Croce e delizia di ogni classe dirigente, protagonista di tutte le campagne elettorale, spada di Damocle di molti sindaci, Valente compreso, la vicenda tuttavia resta a prendere polvere tanto nei cassetti di via Vittorio Veneto quanto sulle scrivanie dei tecnici della Regione Puglia che da anni chiedono di poter archiviare la pratica.
La questione è tornata in cronaca dopo l'iscrizione tra i punti all'ordine del giorno dello scorso consiglio comunale.
Nello specifico i consiglieri, stando alla proposta di delibera, erano chiamati ad approvare su richiesta della stessa Regione una relazione tecnica stilata dal dirigente comunale e relativa alla possibilità di sottoporre a VAS (Valutazione Ambientale Strategica) le modifiche ai comparti C3 richieste nel 2001 dalle precedenti Amministrazioni e che comprendono, tra le altre, anche il comparto su cui sono state realizzate le meglio conosciute "Case bianche".
Un passaggio tecnico, necessario per lo sblocco delle C3, utile a risolvere e portare a compimento le vecchie questioni che riguardano le zone di espansione di Gravina: un passaggio tanto utile ma anche tanto delicato per il futuro del paese e soprattutto dell'attuale classe dirigente.
La questione tanto delicata ha, a quanto pare, spaventato i consiglieri comunali che alla fine di una lunga riunione hanno deciso di ritirare il punto dalla discussione consiliare.
Le motivazioni restano, almeno sino ad ora, sconosciute ai più, tanto che il gruppo di Articolo 1 ha chiesto spiegazioni direttamente al primo cittadino a cui si chiede di spiegare "il motivo per cui il punto sia stato rimandato a data da destinarsi nonostante il punto in questione recepiva soltanto passaggi squisitamente tecnici".
La sensazione, almeno per gli addetti ai lavori, è che il rinvio sia stato deciso "all'interno della stessa compagine politica, costretta a rinviarlo per sopraggiunti veti di partiti di maggioranza posti in essere nello stesso Consiglio di lunedì".
"Crediamo che la trasparenza e la chiarezza – concludono da Articolo 1 - su punti cosi importanti per la città e per lo sblocco di alcune zone di espansione del paese sia fondamentale. E' un atto di rispetto per i tanti cittadini che vogliono capire e che non possono essere ancora una volta ostaggio di beghe politiche attualmente in corso".
Questa l'unica certezza sull'annosa vicenda urbanistica legata alle varianti al Piano regolatore comunale per le zone di espansione, le così dette C3, ovvero quelle zone dove è ancora possibile avviare progetti di edilizia privata.
Croce e delizia di ogni classe dirigente, protagonista di tutte le campagne elettorale, spada di Damocle di molti sindaci, Valente compreso, la vicenda tuttavia resta a prendere polvere tanto nei cassetti di via Vittorio Veneto quanto sulle scrivanie dei tecnici della Regione Puglia che da anni chiedono di poter archiviare la pratica.
La questione è tornata in cronaca dopo l'iscrizione tra i punti all'ordine del giorno dello scorso consiglio comunale.
Nello specifico i consiglieri, stando alla proposta di delibera, erano chiamati ad approvare su richiesta della stessa Regione una relazione tecnica stilata dal dirigente comunale e relativa alla possibilità di sottoporre a VAS (Valutazione Ambientale Strategica) le modifiche ai comparti C3 richieste nel 2001 dalle precedenti Amministrazioni e che comprendono, tra le altre, anche il comparto su cui sono state realizzate le meglio conosciute "Case bianche".
Un passaggio tecnico, necessario per lo sblocco delle C3, utile a risolvere e portare a compimento le vecchie questioni che riguardano le zone di espansione di Gravina: un passaggio tanto utile ma anche tanto delicato per il futuro del paese e soprattutto dell'attuale classe dirigente.
La questione tanto delicata ha, a quanto pare, spaventato i consiglieri comunali che alla fine di una lunga riunione hanno deciso di ritirare il punto dalla discussione consiliare.
Le motivazioni restano, almeno sino ad ora, sconosciute ai più, tanto che il gruppo di Articolo 1 ha chiesto spiegazioni direttamente al primo cittadino a cui si chiede di spiegare "il motivo per cui il punto sia stato rimandato a data da destinarsi nonostante il punto in questione recepiva soltanto passaggi squisitamente tecnici".
La sensazione, almeno per gli addetti ai lavori, è che il rinvio sia stato deciso "all'interno della stessa compagine politica, costretta a rinviarlo per sopraggiunti veti di partiti di maggioranza posti in essere nello stesso Consiglio di lunedì".
"Crediamo che la trasparenza e la chiarezza – concludono da Articolo 1 - su punti cosi importanti per la città e per lo sblocco di alcune zone di espansione del paese sia fondamentale. E' un atto di rispetto per i tanti cittadini che vogliono capire e che non possono essere ancora una volta ostaggio di beghe politiche attualmente in corso".