La città
Caro ladro ti scrivo
Lettera dei docenti della "Tommaso Fiore" agli autori dei furti a scuola. "Riflettete su ciò che avete fatto".
Gravina - giovedì 18 aprile 2013
16.40
Un vile gesto consumato ai danni degli alunni della scuola elementare "Tommaso Fiore" quando, pochi giorni addietro, un gruppo di ignoti si è introdotto nel laboratorio informatico dell'istituto per portare via tutti i computer presenti, una trentina in tutto, insieme ad un microscopio elettronico. Computer che servivano per insegnare ai più piccoli non solo l'uso del pc e le potenzialità di internet, ma soprattutto per completare il percorso di studi. Strumenti utili a mettere in rete, attraverso progetti nazionali e internazionali, gli alunni gravinesi con i coetanei di tutta Italia, migliorando così l'offerta formativa della scuola.
Sull'episodio, così come sui furti ai danni degli altri istituti scolastici, indagano gli agenti del Commissariato di Polizia di Gravina, nella speranza di riuscire a individuare presto la banda. A scuola, intanto, cresce la preoccupazione e soprattutto la delusione per un gesto così spregevole. Delusione che ha portato gli insegnati della "Tommaso Fiore" a scrivere una missiva agli autori del furto. "Caro ladro": si apre così la lettera in cui i docenti scrivono di non conoscere "i motivi che ti hanno condotto ad un gesto così assurdo, possiamo anche capire un tuo stato di urgente necessità per i tanti problemi che oggi affliggono tutti. Rubare è di per sé già un reato, un fatto negativo. Rubare ai bambini però diventa ancora più indegno per una persona. Hai rubato ai bambini, a bambini che già vivono situazioni problematiche nelle proprie famiglie e che trovano nella scuola, attraverso gli strumenti, anche tecnologici, che essa mette loro a disposizione, una finestra sul mondo che ora non avranno più". Si aggiunge: "Il tuo gesto ha tolto speranze a tante mamme e a tanti papà che vedono nella scuola, attraverso i figli, il riscatto sociale per chi è stato meno fortunato. In un attimo hai distrutto quello che in molti anni, dal lontano 1997, alcuni insegnanti, non lesinando le proprie energie, hanno costruito per dare ai bambini una certezza, la certezza che la scuola è per loro e a loro dirige la propria opera educatrice volta alla formazione di cittadini onesti e leali, indirizzandoli ai veri valori morali che la società spesso dimentica".
Una lettera che non lascia molto spazio all'immaginazione, scritta con il chiaro obiettivo di spingere alla riflessione e che continua con un'accusa chiara: "Tu hai vanificato questi sforzi privando i piccoli discenti di una importante fonte di conoscenza. Ora, sarà difficile ripartire. Noi però ce la metteremo tutta. Sperando di averne il tempo. A te invece un consiglio: rifletti su quello che hai fatto".
Ma quella dei destinatari della singolare lettera non è l'unica risposta attesa dalle parti della "Tommaso Fiore": all'indomani del furto, la dirigenza scolastica aveva lanciato un appello al Comune per chiedere misure urgenti in fatto di sicurezza e sorveglianza. Ma da Palazzo di città, al momento, nessuno si sarebbe ancora fatto vivo.
Sull'episodio, così come sui furti ai danni degli altri istituti scolastici, indagano gli agenti del Commissariato di Polizia di Gravina, nella speranza di riuscire a individuare presto la banda. A scuola, intanto, cresce la preoccupazione e soprattutto la delusione per un gesto così spregevole. Delusione che ha portato gli insegnati della "Tommaso Fiore" a scrivere una missiva agli autori del furto. "Caro ladro": si apre così la lettera in cui i docenti scrivono di non conoscere "i motivi che ti hanno condotto ad un gesto così assurdo, possiamo anche capire un tuo stato di urgente necessità per i tanti problemi che oggi affliggono tutti. Rubare è di per sé già un reato, un fatto negativo. Rubare ai bambini però diventa ancora più indegno per una persona. Hai rubato ai bambini, a bambini che già vivono situazioni problematiche nelle proprie famiglie e che trovano nella scuola, attraverso gli strumenti, anche tecnologici, che essa mette loro a disposizione, una finestra sul mondo che ora non avranno più". Si aggiunge: "Il tuo gesto ha tolto speranze a tante mamme e a tanti papà che vedono nella scuola, attraverso i figli, il riscatto sociale per chi è stato meno fortunato. In un attimo hai distrutto quello che in molti anni, dal lontano 1997, alcuni insegnanti, non lesinando le proprie energie, hanno costruito per dare ai bambini una certezza, la certezza che la scuola è per loro e a loro dirige la propria opera educatrice volta alla formazione di cittadini onesti e leali, indirizzandoli ai veri valori morali che la società spesso dimentica".
Una lettera che non lascia molto spazio all'immaginazione, scritta con il chiaro obiettivo di spingere alla riflessione e che continua con un'accusa chiara: "Tu hai vanificato questi sforzi privando i piccoli discenti di una importante fonte di conoscenza. Ora, sarà difficile ripartire. Noi però ce la metteremo tutta. Sperando di averne il tempo. A te invece un consiglio: rifletti su quello che hai fatto".
Ma quella dei destinatari della singolare lettera non è l'unica risposta attesa dalle parti della "Tommaso Fiore": all'indomani del furto, la dirigenza scolastica aveva lanciato un appello al Comune per chiedere misure urgenti in fatto di sicurezza e sorveglianza. Ma da Palazzo di città, al momento, nessuno si sarebbe ancora fatto vivo.