Politica
Caso Forza Nuova: la verità del Comune
L'assessore Marchetti chiama in causa l'ex presidente Pro Loco. Critiche anche a Sel.
Gravina - sabato 6 ottobre 2012
10.45
Il caso Forza Nuova? Chiuso. L'annunciata presentazione dell'inchiesta romanzo di Cosimo Massaro sul signoraggio bancario non avrà luogo. Come se esistesse un prima e un dopo, e non invece una continuità ideale ed amministrativa, la Pro Loco di dopo ha revocato i permessi concessi dalla Pro Loco di prima. Una spiegazione che, se non altro, aiuta a far luce (almeno un pò) sul caso che, dopo l'affaire rampa, ha attraversato come un fremito la città, dividendola in buoni e cattivi, giusti e ingiusti, fascisti e antifascisti. Col logo del Comune preso in prestito a titolo di patrocinio senza che il Comune (come confermato dal sindaco) ne sapesse niente. Con una sede offerta e poi negata. Con troppe incongruenze per una vicenda che troppe zone d'ombre mette in risalto.
In coda a tre giorni di dichiarazioni, smentite, rettifiche, polemiche, battute e ribattute, qualcuno ha sbagliato. Qualcosa non ha funzionato. Per la Pro Loco Gravina in Puglia (quella di dopo) "incomprensibile è l'approccio alla notizia" della redazione di Gravinalife, rea di non aver prestato obbedienza e fede cieca al primo documento con cui si diceva che alcun patrocinio alla manifestazione o autorizzazione all'utilizzo della sede erano mai stati concessi. Certo, non vi è "nessuna preclusione alcuna verso l'autore del libro o il movimento che la organizza perchè la democrazia e la pluralità delle idee sarà sempre difesa dalla Pro Loco, ma la sede non potrà ospitare la presentazione del libro di Massaro perchè già cornice di un'importante mostra di quadri e perchè oggi la Pro Loco sarà impegnata in un'importantissima manifestazione al teatro Vida", fa sapere il direttivo della Pro Loco nella smentita bis.
E pur tuttavia, i conti non tornano lo stesso. E lo si capisce dai commenti dell'assessore alla cultura Laura Marchetti, che sulla sua pagina facebook offre una ricostruzione della storia in chiave istituzionale. Partendo dalle critiche a Sel, "un partito che quotidianamente smentisce a livello locale la serietà che lo contraddistingue a livello nazionale", poichè "fatta per rimestare e per intorbidire è l'accusa all'amministrazione comunale di aver contribuito, con l'atto o con il silenzio, alla manifestazione organizzata da Forza Nuova su satana e le sue medaglie", l'assessore spiega come sarebbero andate le cose dal punto di vista di Palazzo di città. Tutto d'un fiato: "Impegnati in un importante e faticoso viaggio foriero del gemellaggio commerciale e culturale con la Gravina di San Giuliano, nulla abbiamo saputo di tale manifestazione finchè non sono comparsi i manifesti sui muri della città, manifesti impropri in quanto recanti il logo e addirittura il patrocinio del Comune. Immediata è stata allora la nostra smentita: immediata e indignata per tale impensabile appropriazione. Tale manifestazione, come ho appurato nell'incontro di ieri mattina con Angelo Cornacchia e i rappresentanti di Forza Nuova, era invece stata autorizzata, circa venti giorni fa, dall'allora presidente della Pro Loco, Franco Cornacchia, il quale, pare per errore, aveva anche concesso il logo del Comune. Ho accettato per buona la tesi dell'errore per quello che, a tutto gli effetti, si configurava come un reato, l'appropriazione del logo. In fondo poi di fronte avevo solo ragazzi, ragazzi infarciti di una ideologia di cui non conoscevano le premesse teoriche aberranti, ma solo ragazzi". Quindi, un'ulteriore precisazione. Indiretta risposta alle parole del coordinatore regionale di Forza Nuova, Vito Cantacessi, che a mezzo stampa aveva invitato l'assessore a prender parte alla manifestazione ed a non contribuire ad organizzare e sostenere presìdi di protesta: "Come più volte ho detto ai rappresentanti di Forza Nuova: nulla mi piaceva di quella manifestazione, nulla di quell'inquetante manifesto pieno di sangue, massoneria e satanismo, nulla del presentatore del libro. Nulla mi piaceva ma nulla avrei fatto e nulla ho fatto per impedirla, soprattutto approfittando del mio ruolo istituzionale. Così come nulla avrei fatto, come i forzanuovisti mi chiedevano per impedire il presidio che si annunciava sul network di protesta contro quella manifestazione. Anzi a quel presidio ci sarei andata contenta e fiera di dire, in maniera pacifica e non violenta, da privato cittadino e non da assessore, il mio netto no ad ogni idea che si fonda sul nazionalismo, sulla xenofobia e sul razzismo".
Parole chiare, ma che non riscuotono il consenso di tutti. "Auspicavamo che la presentazione di un libro dai contenuti politicamente differenti rispetto ai colori politici dell'attuale amministrazione comunale - replica a stretto giro di posta la "Giovane Italia", l'associazione dei giovani del centrodestra - potesse rappresentare un momento di confronto e di dialettica politica per l'intera città. Invece, si è rivelata soltanto l'ennesima occasione di duro scontro politico. Nelle parole dell'assessore alla cultura Laura Marchetti si parla addirittura di manifestazione da condannare. Dichiarazione, questa, di una gravità inaudita perché rilasciata da un'amministratrice che, in quanto tale, avrebbe il dovere di assumere un atteggiamento il più possibile sobrio e super partes.". Aggiungono dalla "Giovane Italia": "Siamo convinti che laddove vi siano state delle appropriazioni non autorizzate del logo comunale, l'amministrazione debba immediatamente prendere i dovuti provvedimenti. Ciò però non giustifica l'atteggiamento diffamatorio tenuto dalle segreterie di partito, dalle sigle sindacali e dalle istituzioni comunali nei confronti di quelli che sono i principi e le idee fondanti a cui noi giovani di destra e di centrodestra ci ispiriamo".
Il caso Forza Nuova? Chiuso. Forse.
In coda a tre giorni di dichiarazioni, smentite, rettifiche, polemiche, battute e ribattute, qualcuno ha sbagliato. Qualcosa non ha funzionato. Per la Pro Loco Gravina in Puglia (quella di dopo) "incomprensibile è l'approccio alla notizia" della redazione di Gravinalife, rea di non aver prestato obbedienza e fede cieca al primo documento con cui si diceva che alcun patrocinio alla manifestazione o autorizzazione all'utilizzo della sede erano mai stati concessi. Certo, non vi è "nessuna preclusione alcuna verso l'autore del libro o il movimento che la organizza perchè la democrazia e la pluralità delle idee sarà sempre difesa dalla Pro Loco, ma la sede non potrà ospitare la presentazione del libro di Massaro perchè già cornice di un'importante mostra di quadri e perchè oggi la Pro Loco sarà impegnata in un'importantissima manifestazione al teatro Vida", fa sapere il direttivo della Pro Loco nella smentita bis.
E pur tuttavia, i conti non tornano lo stesso. E lo si capisce dai commenti dell'assessore alla cultura Laura Marchetti, che sulla sua pagina facebook offre una ricostruzione della storia in chiave istituzionale. Partendo dalle critiche a Sel, "un partito che quotidianamente smentisce a livello locale la serietà che lo contraddistingue a livello nazionale", poichè "fatta per rimestare e per intorbidire è l'accusa all'amministrazione comunale di aver contribuito, con l'atto o con il silenzio, alla manifestazione organizzata da Forza Nuova su satana e le sue medaglie", l'assessore spiega come sarebbero andate le cose dal punto di vista di Palazzo di città. Tutto d'un fiato: "Impegnati in un importante e faticoso viaggio foriero del gemellaggio commerciale e culturale con la Gravina di San Giuliano, nulla abbiamo saputo di tale manifestazione finchè non sono comparsi i manifesti sui muri della città, manifesti impropri in quanto recanti il logo e addirittura il patrocinio del Comune. Immediata è stata allora la nostra smentita: immediata e indignata per tale impensabile appropriazione. Tale manifestazione, come ho appurato nell'incontro di ieri mattina con Angelo Cornacchia e i rappresentanti di Forza Nuova, era invece stata autorizzata, circa venti giorni fa, dall'allora presidente della Pro Loco, Franco Cornacchia, il quale, pare per errore, aveva anche concesso il logo del Comune. Ho accettato per buona la tesi dell'errore per quello che, a tutto gli effetti, si configurava come un reato, l'appropriazione del logo. In fondo poi di fronte avevo solo ragazzi, ragazzi infarciti di una ideologia di cui non conoscevano le premesse teoriche aberranti, ma solo ragazzi". Quindi, un'ulteriore precisazione. Indiretta risposta alle parole del coordinatore regionale di Forza Nuova, Vito Cantacessi, che a mezzo stampa aveva invitato l'assessore a prender parte alla manifestazione ed a non contribuire ad organizzare e sostenere presìdi di protesta: "Come più volte ho detto ai rappresentanti di Forza Nuova: nulla mi piaceva di quella manifestazione, nulla di quell'inquetante manifesto pieno di sangue, massoneria e satanismo, nulla del presentatore del libro. Nulla mi piaceva ma nulla avrei fatto e nulla ho fatto per impedirla, soprattutto approfittando del mio ruolo istituzionale. Così come nulla avrei fatto, come i forzanuovisti mi chiedevano per impedire il presidio che si annunciava sul network di protesta contro quella manifestazione. Anzi a quel presidio ci sarei andata contenta e fiera di dire, in maniera pacifica e non violenta, da privato cittadino e non da assessore, il mio netto no ad ogni idea che si fonda sul nazionalismo, sulla xenofobia e sul razzismo".
Parole chiare, ma che non riscuotono il consenso di tutti. "Auspicavamo che la presentazione di un libro dai contenuti politicamente differenti rispetto ai colori politici dell'attuale amministrazione comunale - replica a stretto giro di posta la "Giovane Italia", l'associazione dei giovani del centrodestra - potesse rappresentare un momento di confronto e di dialettica politica per l'intera città. Invece, si è rivelata soltanto l'ennesima occasione di duro scontro politico. Nelle parole dell'assessore alla cultura Laura Marchetti si parla addirittura di manifestazione da condannare. Dichiarazione, questa, di una gravità inaudita perché rilasciata da un'amministratrice che, in quanto tale, avrebbe il dovere di assumere un atteggiamento il più possibile sobrio e super partes.". Aggiungono dalla "Giovane Italia": "Siamo convinti che laddove vi siano state delle appropriazioni non autorizzate del logo comunale, l'amministrazione debba immediatamente prendere i dovuti provvedimenti. Ciò però non giustifica l'atteggiamento diffamatorio tenuto dalle segreterie di partito, dalle sigle sindacali e dalle istituzioni comunali nei confronti di quelli che sono i principi e le idee fondanti a cui noi giovani di destra e di centrodestra ci ispiriamo".
Il caso Forza Nuova? Chiuso. Forse.