La città
Centro storico: la Regione garantisce attenzione
L'assessore Barbanente: "Impegnati a tutelare e valorizzare il borgo antico"
Gravina - sabato 25 febbraio 2012
11.37
Via Giudice Montea. E poi via Fighera, e da ultimo anche via Gogavino. Tanti crolli annunciati, uno appresso alll'altro, che fanno di Gravina la città delle macerie. In alcuni casi, neppure rimosse.
Sulla vicenda, di recente approdata finanche nelle aule dell'Europarlamento, torna ora a prendere posizione la Regione Puglia. Spiega infatti l'assessore regionale all'urbanistica, Angela Barbanente: "La Regione sta dedicando la massima attenzione al centro storico di Gravina, proprio perché consapevole del grande valore culturale e dell'estremo stato di degrado e abbandono che lo caratterizza. Il Comune è destinatario di un finanziamento di 3.444,544 euro, volti alla rigenerazione del centro storico mediante un sistema integrato di interventi che riguardano la riqualificazione del bastione medioevale, degli spazi pubblici lungo l'asse monumentale est-ovest e nel rione Fondovito, e la istituzione di un Laboratorio urbano finalizzato proprio a garantire la necessaria continuità all'attività di analisi, progettazione e partecipazione civica per la rinascita del centro storico". Aggiunge l'assessore Barbanente: "Inoltre, la Regione da tempo si è fatta promotrice di un protocollo d'intesa finalizzato alla costruzione di un quadro di conoscenza finalizzata alla messa in sicurezza, tutela e valorizzazione della città storica di Gravina che coinvolge, oltre al Comune e alla Regione, Politecnico di Bari, Innovapuglia, Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Federazione speleologica pugliese, Amici della fondazione "Pomarici Santomasi", Associazione ingegneri e architetti di Gravina. Ci è ben chiaro, infatti, che il sottosuolo gravinese, per le sue particolari caratteristiche geologiche e la storia dell'insediamento, è particolarmente ricco di cavità naturali e artificiali, da inquadrarsi in una nozione di bene culturale che comprende le strutture sotterranee, della gran parte delle quali mancano informazioni sistematiche e georeferenziate e analisi geostrutturali e geomeccaniche. Il Laboratorio dovrebbe essere la sede nella quale riattivare il protocollo e finalizzarlo verso conoscenza, tutela e valorizzazione".
Nell'attesa, Gravina continua a perdere pezzi.
Sulla vicenda, di recente approdata finanche nelle aule dell'Europarlamento, torna ora a prendere posizione la Regione Puglia. Spiega infatti l'assessore regionale all'urbanistica, Angela Barbanente: "La Regione sta dedicando la massima attenzione al centro storico di Gravina, proprio perché consapevole del grande valore culturale e dell'estremo stato di degrado e abbandono che lo caratterizza. Il Comune è destinatario di un finanziamento di 3.444,544 euro, volti alla rigenerazione del centro storico mediante un sistema integrato di interventi che riguardano la riqualificazione del bastione medioevale, degli spazi pubblici lungo l'asse monumentale est-ovest e nel rione Fondovito, e la istituzione di un Laboratorio urbano finalizzato proprio a garantire la necessaria continuità all'attività di analisi, progettazione e partecipazione civica per la rinascita del centro storico". Aggiunge l'assessore Barbanente: "Inoltre, la Regione da tempo si è fatta promotrice di un protocollo d'intesa finalizzato alla costruzione di un quadro di conoscenza finalizzata alla messa in sicurezza, tutela e valorizzazione della città storica di Gravina che coinvolge, oltre al Comune e alla Regione, Politecnico di Bari, Innovapuglia, Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Federazione speleologica pugliese, Amici della fondazione "Pomarici Santomasi", Associazione ingegneri e architetti di Gravina. Ci è ben chiaro, infatti, che il sottosuolo gravinese, per le sue particolari caratteristiche geologiche e la storia dell'insediamento, è particolarmente ricco di cavità naturali e artificiali, da inquadrarsi in una nozione di bene culturale che comprende le strutture sotterranee, della gran parte delle quali mancano informazioni sistematiche e georeferenziate e analisi geostrutturali e geomeccaniche. Il Laboratorio dovrebbe essere la sede nella quale riattivare il protocollo e finalizzarlo verso conoscenza, tutela e valorizzazione".
Nell'attesa, Gravina continua a perdere pezzi.