La città
Ufficio di collocamento: marcia su Bari
Da Gravina parte l'ultimatum per Schittulli. I gravinesi pronti ad occupare la Provincia.
Gravina - mercoledì 14 novembre 2012
15.45
"Se l'ufficio di collocamento non sarà riaperto entro il 10 dicembre, occuperemo la Provincia".
E' questa la decisione scaturita dalla riunione convocata martedì sera dai sindacati Cgil, Cisl e Uil per discutere della mancata riapertura dell'ufficio di collocamento di via Tevere nonostante a settembre la Provincia di Bari avesse provveduto a deliberare la riapertura dell'ufficio entro i primi di ottobre per due giorni a settimana. L'ultimo schiaffo alla città del grano e del vino era poi arrivato mercoledì scorso, con lo smantellamento definitivo dell'ufficio ad opera di una ditta di traslochi. "Mercoledì scorso è andata in scena l'ennesima offesa a questa città", ha tuonato Vincenzo Varrese, leader cittadino della Cgil. "Hanno smontato l'ufficio buttando per terra i faldoni su cui ci sono scritti i nomi, cognomi e le vite di oltre 50.000 lavoratori, poggiorsinesi compresi". "Praticamente tutta la nostra storia buttata via", gli ha fatto eco Aldo Dibattista, dipendente dell'ufficio, trasferito a Bari insieme agli altri 5 colleghi, che nei giorni scorsi ha mostrato le foto dello smantellamento direttamente al presidente provinciale: "Che è stato solidale con noi ma ha detto che la colpa non è della provincia ma degli operai poco accorti".
Nella sala consiliare del Comune di Gravina all'appello della Triplice hanno risposto praticamente tutti, dai partiti alle istituzioni. Certo, i numeri delle presenze (anche di pubblico) non erano da stadio Olimpico, ma Gravina, accusato il colpo, piano piano risponde all'impegno. Grandi assenti, invece, i rappresentanti provinciali: il presidente Francesco Schittulli, alle prese con un altro incontro istituzionale, ed i consiglieri provinciali Fedele Lagreca, impegnato in sala operatoria, e Mimmo Romita, non pervenuto.
Chiari gli intenti, esplicitati da Varrese: "Non siamo qui per piangerci addosso o per fare polemiche sterili contro questo o quello, ci siamo riuniti per prendere un impegno vero e, laddove manca una data certa per la riapertura dell'ufficio di collocamento da parte della Provincia, la fissiamo noi una data: 10 dicembre 2012, non un giorno di più". Varrese ha poi smorzato le polemiche arrivate dal pubblico, ma neppure lui ha resistito alla tentazione di dare una stoccata al primo cittadino, che in estate aveva rassicurato tutti spiegando che mai lo sportello gravinese sarebbe stato chiuso: "Sono contento che ci sia anche il sindaco che a sue spese ha capito che molti affidamenti non sono sempre sicuri e soprattutto si rischia di fare brutte figure". Valente è saltato su dallo scanno: "E' vero, forse ho sbagliato a fidarmi, ma le strade erano due: o collaboravo con il presidente e insieme si cercava una soluzione, oppure aprivamo lo scontro sin da subito. Ora che sono passati i tempi e dalla Provincia non hanno ancora provveduto a darci le chiavi vi dico che io, come tutta l'amministrazione, saremo al fianco dei sindacati e dei lavoratori per avviare tutte le iniziative necessarie per la riattivazione del servizio". Ha quindi aggiunto il primo cittadino: "Ora l'incertezza più grande è legata innanzitutto ai tempi e soprattutto al personale visto che in provincia stanno ancora decidendo i criteri per la composizione della graduatoria secondo cui gli impiegati saranno trasferiti nei diversi paesi". "Se può fare piacere a qualcuno il personale può anche essere fucilato", ha drammatizzato Aldo Dibattista, che vestiti i panni del cittadino indignato ha chiesto aiuto ai compaesani: "Oggi siamo qui perché Gravina è stata umiliata e scippata dell'ennesimo servizio in barba alle centinaia di lavoratori che nonostante le difficoltà economiche sono costretti ad andare ad Altamura per avere un certificato".
A chiudere il dibattito l'assessore (sindacalista) Gino Lorusso, che ha confermato di aver fatto richiesta ai dirigenti provinciali delle chiavi dell'ufficio per poter avviare l'allestimento dello stesso: "Non appena dalla Provincia mi daranno le chiavi provvederemo ad arredare con nuove suppellettili l'ufficio e attivare tutte le utenze per cui già nei giorni scorsi sono partite le richieste".
Non resta che aspettare sino al 10 dicembre. Ma "non un giorno in più", ha gridato qualcuno dal pubblico. Venti giorni. E poi, caso mai, sarà davvero occupazione?
E' questa la decisione scaturita dalla riunione convocata martedì sera dai sindacati Cgil, Cisl e Uil per discutere della mancata riapertura dell'ufficio di collocamento di via Tevere nonostante a settembre la Provincia di Bari avesse provveduto a deliberare la riapertura dell'ufficio entro i primi di ottobre per due giorni a settimana. L'ultimo schiaffo alla città del grano e del vino era poi arrivato mercoledì scorso, con lo smantellamento definitivo dell'ufficio ad opera di una ditta di traslochi. "Mercoledì scorso è andata in scena l'ennesima offesa a questa città", ha tuonato Vincenzo Varrese, leader cittadino della Cgil. "Hanno smontato l'ufficio buttando per terra i faldoni su cui ci sono scritti i nomi, cognomi e le vite di oltre 50.000 lavoratori, poggiorsinesi compresi". "Praticamente tutta la nostra storia buttata via", gli ha fatto eco Aldo Dibattista, dipendente dell'ufficio, trasferito a Bari insieme agli altri 5 colleghi, che nei giorni scorsi ha mostrato le foto dello smantellamento direttamente al presidente provinciale: "Che è stato solidale con noi ma ha detto che la colpa non è della provincia ma degli operai poco accorti".
Nella sala consiliare del Comune di Gravina all'appello della Triplice hanno risposto praticamente tutti, dai partiti alle istituzioni. Certo, i numeri delle presenze (anche di pubblico) non erano da stadio Olimpico, ma Gravina, accusato il colpo, piano piano risponde all'impegno. Grandi assenti, invece, i rappresentanti provinciali: il presidente Francesco Schittulli, alle prese con un altro incontro istituzionale, ed i consiglieri provinciali Fedele Lagreca, impegnato in sala operatoria, e Mimmo Romita, non pervenuto.
Chiari gli intenti, esplicitati da Varrese: "Non siamo qui per piangerci addosso o per fare polemiche sterili contro questo o quello, ci siamo riuniti per prendere un impegno vero e, laddove manca una data certa per la riapertura dell'ufficio di collocamento da parte della Provincia, la fissiamo noi una data: 10 dicembre 2012, non un giorno di più". Varrese ha poi smorzato le polemiche arrivate dal pubblico, ma neppure lui ha resistito alla tentazione di dare una stoccata al primo cittadino, che in estate aveva rassicurato tutti spiegando che mai lo sportello gravinese sarebbe stato chiuso: "Sono contento che ci sia anche il sindaco che a sue spese ha capito che molti affidamenti non sono sempre sicuri e soprattutto si rischia di fare brutte figure". Valente è saltato su dallo scanno: "E' vero, forse ho sbagliato a fidarmi, ma le strade erano due: o collaboravo con il presidente e insieme si cercava una soluzione, oppure aprivamo lo scontro sin da subito. Ora che sono passati i tempi e dalla Provincia non hanno ancora provveduto a darci le chiavi vi dico che io, come tutta l'amministrazione, saremo al fianco dei sindacati e dei lavoratori per avviare tutte le iniziative necessarie per la riattivazione del servizio". Ha quindi aggiunto il primo cittadino: "Ora l'incertezza più grande è legata innanzitutto ai tempi e soprattutto al personale visto che in provincia stanno ancora decidendo i criteri per la composizione della graduatoria secondo cui gli impiegati saranno trasferiti nei diversi paesi". "Se può fare piacere a qualcuno il personale può anche essere fucilato", ha drammatizzato Aldo Dibattista, che vestiti i panni del cittadino indignato ha chiesto aiuto ai compaesani: "Oggi siamo qui perché Gravina è stata umiliata e scippata dell'ennesimo servizio in barba alle centinaia di lavoratori che nonostante le difficoltà economiche sono costretti ad andare ad Altamura per avere un certificato".
A chiudere il dibattito l'assessore (sindacalista) Gino Lorusso, che ha confermato di aver fatto richiesta ai dirigenti provinciali delle chiavi dell'ufficio per poter avviare l'allestimento dello stesso: "Non appena dalla Provincia mi daranno le chiavi provvederemo ad arredare con nuove suppellettili l'ufficio e attivare tutte le utenze per cui già nei giorni scorsi sono partite le richieste".
Non resta che aspettare sino al 10 dicembre. Ma "non un giorno in più", ha gridato qualcuno dal pubblico. Venti giorni. E poi, caso mai, sarà davvero occupazione?