La città
Chiesa Madonna delle Grazie e Mons. Giustiniani
Un quadro, la famiglia Giustiniani, la chiesa Madonna delle Grazie, Francesco Solimena. Da Genova a Gravina
Gravina - mercoledì 14 settembre 2022
Quando la storia chiama e richiama legami con la nostra città, la presenza, anche giornalistica, oltre che storica, è necessaria. E' doverosa, perché ciò che manca alle nostre conoscenze è bene acquisirlo. Sicchè, da un'opera d'arte vengono fuori quegli intrecci che concordano e sono all'unisono con un casato, i Giustinaini, quello che, tra l'altro, ha generato il mons. Vincenzo, vescovo della nostra antica e plurisecolare diocesi e realizzatore dalla chiesa Madonna delle Grazie, con la sua facciata originale, artistica e unica al mondo.
Partendo dalla genesi e storia dell'opera e delle varie riproduzioni, affioreranno altri elementi collegati al nostro passato. Il quadro "Il Sommo poeta ed il Cantico dei diciotto giovinetti di Kios", opera del pittore Bruno Giustiniani, verrà presentato a Genova domenica 18 settembre a Palazzo Ducale, per poi trovare la sua collocazione definitiva nella Chiesa di Santa Maria di Castello a Genova, dove sono sepolti e presenti le cappelle di molte dei Giustiniani di Genova tra cui i dogi Alessandro e Luca Giustiniani Longo, unitamente ad un altro quadro del maestro Bruno Giustiniani: "La chiamata di Simon Pietro e dei suoi compagni".
La grande tela (olio ed oro su tela cm 200 X cm 400, incorniciato in stile barocco oro per complessivi cm 230 X cm 430), celebra il martirio di diciotto giovinetti Giustiniani, dai 12 ai 16 anni, che nel 1566 in seguito all'assedio ottomano dell'Isola di Chios, governata dai Giustiniani di Genova, furono oggetto di martirio per essere stati fedeli a Cristo.
La tela riprende un'iconografia storicamente già trattata da importanti pittori del XVIII secolo su commissione della famiglia Giustiniani. Nel 1715 Francesco Solimena, (figlio di quell'Angelo Solimena che lavorò a Gravina a servizio della Ducal famiglia degli Orsini), effettuò un dipinto olio su tela dalle grandi dimensioni (cm 275 X cm 163), collocata nella Sala del Minor Consiglio nel Palazzo Ducale di Genova, ma nel 1777 tale dipinto andò distrutto in seguito ad un incendio (un bozzetto è tuttora esposto presso il Museo di Capodimonte di Napoli).
Una copia fedele fu successivamente fatta da Corrado Giaquinto (uno dei suoi più validi allievi e seguaci) tanto che il pittore Nicola Maria Rossi, disse a proposito del rapporto con Solimena che Corrado imitò con tanta somiglianza la bella tinta... che sovente scambiavasi con gli originali le copie fatte da lui), ed è attualmente esposta a Palazzo Rosso a Genova. A seguito dell'incendio, i Giustiniani tentarono dapprima un restauro dell'opera del Solimena per poi successivamente lanciare nel 1782 un nuovo concorso per un nuovo affresco. Il soggetto proposto era un'allegoria della Liguria, incoronata tra le sue Virtù, con riferimenti a Chios. Il 9 settembre 1783 la commissione scelse il bozzetto di Giò Domenio Tiepolo figlio di Giovanni Battista, veneziano.
Dello stesso concorso si conoscono anche i bozzetti già noti di altri due pittori partecipanti allo stesso concorso oggi conservati alla Galleria degli Uffizi di Firenze e alla Galleria Statale di Stoccarda rispettivamente di Giovanni David e Martin Knoller. Tiepolo eseguì l'affresco, scoperto il 14 novembre 1785, ma a causa del suo deterioramento nel 1866 fu coperto da Giuseppe Isola che ridipinse l'attuale l'allegoria del Commercio dei Liguri.
Dalla scheda tecnica del quadro e dalla iconografia che ne emerge, si legge che, tra i numerosi personaggi raffigurati e riprodotti nella grande tela, è riconoscibile oltre all'Imperatore Giustiniano, considerato come l'ideale capostipite della famiglia Giustiniani sia di Genova che di Venezia, che Dante colloca nel VI canto del Paradiso, anche mons. "Vincenzo Giustiniani vescovo di Gravina in Puglia, dal 1593 al 1614, dove in suo onore è rappresentato, "a tutta facciata", lo stemma dei Giustiniani sulla facciata esterna della Chiesa della Madonna delle Grazie"
Partendo dalla genesi e storia dell'opera e delle varie riproduzioni, affioreranno altri elementi collegati al nostro passato. Il quadro "Il Sommo poeta ed il Cantico dei diciotto giovinetti di Kios", opera del pittore Bruno Giustiniani, verrà presentato a Genova domenica 18 settembre a Palazzo Ducale, per poi trovare la sua collocazione definitiva nella Chiesa di Santa Maria di Castello a Genova, dove sono sepolti e presenti le cappelle di molte dei Giustiniani di Genova tra cui i dogi Alessandro e Luca Giustiniani Longo, unitamente ad un altro quadro del maestro Bruno Giustiniani: "La chiamata di Simon Pietro e dei suoi compagni".
La grande tela (olio ed oro su tela cm 200 X cm 400, incorniciato in stile barocco oro per complessivi cm 230 X cm 430), celebra il martirio di diciotto giovinetti Giustiniani, dai 12 ai 16 anni, che nel 1566 in seguito all'assedio ottomano dell'Isola di Chios, governata dai Giustiniani di Genova, furono oggetto di martirio per essere stati fedeli a Cristo.
La tela riprende un'iconografia storicamente già trattata da importanti pittori del XVIII secolo su commissione della famiglia Giustiniani. Nel 1715 Francesco Solimena, (figlio di quell'Angelo Solimena che lavorò a Gravina a servizio della Ducal famiglia degli Orsini), effettuò un dipinto olio su tela dalle grandi dimensioni (cm 275 X cm 163), collocata nella Sala del Minor Consiglio nel Palazzo Ducale di Genova, ma nel 1777 tale dipinto andò distrutto in seguito ad un incendio (un bozzetto è tuttora esposto presso il Museo di Capodimonte di Napoli).
Una copia fedele fu successivamente fatta da Corrado Giaquinto (uno dei suoi più validi allievi e seguaci) tanto che il pittore Nicola Maria Rossi, disse a proposito del rapporto con Solimena che Corrado imitò con tanta somiglianza la bella tinta... che sovente scambiavasi con gli originali le copie fatte da lui), ed è attualmente esposta a Palazzo Rosso a Genova. A seguito dell'incendio, i Giustiniani tentarono dapprima un restauro dell'opera del Solimena per poi successivamente lanciare nel 1782 un nuovo concorso per un nuovo affresco. Il soggetto proposto era un'allegoria della Liguria, incoronata tra le sue Virtù, con riferimenti a Chios. Il 9 settembre 1783 la commissione scelse il bozzetto di Giò Domenio Tiepolo figlio di Giovanni Battista, veneziano.
Dello stesso concorso si conoscono anche i bozzetti già noti di altri due pittori partecipanti allo stesso concorso oggi conservati alla Galleria degli Uffizi di Firenze e alla Galleria Statale di Stoccarda rispettivamente di Giovanni David e Martin Knoller. Tiepolo eseguì l'affresco, scoperto il 14 novembre 1785, ma a causa del suo deterioramento nel 1866 fu coperto da Giuseppe Isola che ridipinse l'attuale l'allegoria del Commercio dei Liguri.
Dalla scheda tecnica del quadro e dalla iconografia che ne emerge, si legge che, tra i numerosi personaggi raffigurati e riprodotti nella grande tela, è riconoscibile oltre all'Imperatore Giustiniano, considerato come l'ideale capostipite della famiglia Giustiniani sia di Genova che di Venezia, che Dante colloca nel VI canto del Paradiso, anche mons. "Vincenzo Giustiniani vescovo di Gravina in Puglia, dal 1593 al 1614, dove in suo onore è rappresentato, "a tutta facciata", lo stemma dei Giustiniani sulla facciata esterna della Chiesa della Madonna delle Grazie"