Chiude i battenti la 718esima fiera di San Giorgio

È caduto ieri il sipario sulla 718esima edizione della fiera regionale di San Giorgio. Un anno di attese, speranze e bisogno di novità, concretatosi, invece, nella solita solfa: tra numerose difficoltà, poca pubblicità in loco e fuori e qualche falla organizzativa.
La brodaglia dell'appuntamento fieristico annuale pare essere sempre più diluita: meno espositori rispetto agli anni passati e assenza di convenienza. Qualche stand vuoto è balzato agli occhi di tutti, così come spazi espositivi scarni e mal allestiti non sono mancati nella edizione fieristica di quest'anno.

Nonostante tutto, per buona pace degli organizzatori, l'affluenza dei visitatori è stata numerosa. Un segnale in più per pensare che i cittadini credono ancora nella manifestazione espositiva, nonostante i se e i ma.
Quanto agli acquisti, quella è altra storia. Più ricchi forse sono stati gli incassi dei venditori ambulanti all'esterno della fiera.

Numerosa la partecipazione dei figuranti al corteo storico conclusivo della cinque-giorni fieristica, così come altrettanto numerosa è stata la presenza dei cittadini che hanno seguito con applausi e approvazione la sfilata rievocativa.

Chiusa la campionaria 2012 si guarda già alle sfide future, ad iniziare dall'apertura del nuovo padiglione espositivo, il cui completamento è previsto per luglio prossimo. Le speranze future sono rivolte anche alla tanto auspicata "destagionalizzazione" con fruizione del quartiere fieristico non limitatamente al mese di aprile. Lo stesso Presidente del Consiglio regionale, Onofrio Introna ha palesato la necessità di far "vivere la fiera tutto l'anno, trovando forme di collaborazione che diano alla manifestazione l'opportunità di poter affermare tutti i giorni la tutela, la difesa e la valorizzazione di quanto in questo territorio si produce, facendo anche cultura d'impresa".
Ma per tornare a considerare l'appuntamento fieristico una vetrina d'eccellenza del territorio, indispensabili sarebbero format capaci di intercettare le opportunità di mercato e le nuove esigenze di visitatori ed espositori. Forse la creazione di un Ente fiera sarebbe la soluzione al rilancio della manifestazione gravinese.
Ma, ad oggi, pare che i tempi non siano ancora maturi.