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La città

Chiude il “C.A.B.A”

Non ci sono fondi per tenere in piedi la sede operativa dell’associazione. Lazzari: "Continua l'impegno nel sociale".

La scure si sta abbattendo sui disabili.
Non solo perché le barriere architettoniche a Gravina sono ancora tante, tra marciapiedi e strutture pubbliche, ma anche a causa della mancanza di fondi. "E quando ci sono certamente non sono diretti a noi. Questo è sicuro", commenta Urbano Lazzari, presidente del Comitato per l'abolizione delle barriere architettoniche (C.A.B.A.), che questa mattina ha annunciato la chiusura della sede operativa dell'associazione.

Tra 26 giorni la saracinesca del locale di via Borgo 17 sarà completamente abbassata. E ciò perché l'Associazione non riesce a rientrare nelle spese. "Abbiamo presentato pochi mesi fa una lettera indirizzata al sindaco e all'assessore ai servizi sociali chiedendo un contributo per la sopravvivenza della sede. Non avendo avuto alcuna risposta, non abbiamo alternative. Mentre la precedente amministrazione ci ha aiutato economicamente, la nuova non riesce a venirci incontro. Negli ultimi mesi ho fronteggiato personalmente le spese, ma ora basta. Il 30 settembre si chiude", aggiunge Lazzari.

È all'interno di quel locale che sono state ascoltate le richieste dei disabili, partorite le proposte da sottoporre al vaglio delle amministrazioni, effettuate riunioni e ricevuto gente. Ogni pomeriggio. Per 6 anni. Ma che sia chiaro, l'associazione continuerà l'operato verso il sociale, nonostante il sociale non aiuti il C.A.B.A. gravinese. "Non avere una postazione fissa ci impedirà di essere a contatto con la gente. Ma l'associazione non viene meno: sarà sempre pronta a combattere per far valere i diritti dei diversamente abili", conclude Lazzari.
  • C.A.B.A. Gravina
  • Disabilità
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