Territorio
Cinghiali, Coldiretti: Accelerare piano straordinario di contenimento
Scorribande degli Animali a caccia di acqua e cibo
Gravina - lunedì 4 novembre 2024
Continuano senza soluzione di continuità le scorribande dei Cinghiali nelle campagne della Murgia in cerca di acqua e cibo. Branchi di animali che si spostano anche di parecchi chilometri al giorno divorando raccolti e danneggiano anche gli impianti nelle campagne.
La denuncia arriva da Coldiretti Puglia, in relazione alle irruzioni degli ungulati che distruggono interi raccolti di ortaggi, rape e altre colture di stagione, dalle piantine al prodotto già maturo per la raccolta, distruggendo anche i tubi degli impianti irrigui.
Secondo l'associazione degli agricoltori "va accelerato l'iter per il piano straordinario che accompagnerà il PRIU, il Piano regionale di interventi urgenti relativi alla gestione del cinghiale, di cui la Regione Puglia si è dotata già dal 2022, adeguandolo alle norme nazionali, in un lavoro congiunto tra l'assessorato regionale all'Agricoltura e all'Ambiente, con il sistema dei parchi regionali e nazionali e delle Reti Natura 2000, i rappresentanti degli agricoltori, riuniti attorno ad un tavolo di coordinamento con funzioni consultive e propositive in materia di gestione e contenimento della fauna selvatica, con compiti di disamina del raggiungimento dei target per la mitigazione degli impatti e dei rischi potenziali causati dalla specie Sus scrofa sulle attività antropiche, sull'ambiente e sulla biodiversità, e di ricognizione delle attività poste in atto dagli enti gestori dei parchi nazionali e regionali".
Serve, quindi, un lavoro di concerto tra i vari soggetti interessati perché l'emergenza è tangibile. Si pensi che la Puglia è invasa da 250mila cinghiali. "Non c'è solo la peste dei cinghiali- sottolineano da Coldiretti-, ma è allarme per la sicurezza delle persone in campagna e città con i branchi che si spingono fin dentro i centri urbani, fra macchine in sosta, carrozzine con bambini e anziani che vanno a fare la spesa, con le aree della Murgia barese e tarantina, del Gargano e del subappennino dauno divenute l'eldorado dei cinghiali che devastano i raccolti divorando lenticchie di Altamura. cicerchie, fave, ceci e piselli, broccoletti, ortaggi, piantine appena seminate di favino e grano, uva soprattutto su vite a spalliera, frutta scuotendo gli alberi, tutto il sottobosco e la biodiversità dei boschi e dei parchi".
Dunque anche sul piano dell'incolumità e della sicurezza per le persone, gli animali rappresentano un serio pericolo. "In Puglia sono stati 3 i morti nel 2023, ma sono centinaia gli incidenti stradali all'anno causati dai cinghiali con gli automobilisti coinvolti che non denunciano il sinistro sapendo che difficilmente verranno poi rimborsati i danni, secondo una stima di Coldiretti Puglia sulla base dei dati Osservatorio Asaps in occasione della mobilitazione a Bari".
Insomma, -concludono dalla Coldiretti Puglia- "una vera e propria emergenza che mette a rischio la sicurezza e la salute degli automobilisti per la presenza di animali selvatici e di cinghiali, che possono arrivare a un quintale e mezzo di peso e 150 centimetri di lunghezza. Una paura che dilaga dalla collina alla pianura, dalle zone vicino ai bacini fino a quelle sul mare, ma nei piccoli centri di provincia con meno di cinquemila abitanti sale addirittura all'83% dei residenti".
La denuncia arriva da Coldiretti Puglia, in relazione alle irruzioni degli ungulati che distruggono interi raccolti di ortaggi, rape e altre colture di stagione, dalle piantine al prodotto già maturo per la raccolta, distruggendo anche i tubi degli impianti irrigui.
Secondo l'associazione degli agricoltori "va accelerato l'iter per il piano straordinario che accompagnerà il PRIU, il Piano regionale di interventi urgenti relativi alla gestione del cinghiale, di cui la Regione Puglia si è dotata già dal 2022, adeguandolo alle norme nazionali, in un lavoro congiunto tra l'assessorato regionale all'Agricoltura e all'Ambiente, con il sistema dei parchi regionali e nazionali e delle Reti Natura 2000, i rappresentanti degli agricoltori, riuniti attorno ad un tavolo di coordinamento con funzioni consultive e propositive in materia di gestione e contenimento della fauna selvatica, con compiti di disamina del raggiungimento dei target per la mitigazione degli impatti e dei rischi potenziali causati dalla specie Sus scrofa sulle attività antropiche, sull'ambiente e sulla biodiversità, e di ricognizione delle attività poste in atto dagli enti gestori dei parchi nazionali e regionali".
Serve, quindi, un lavoro di concerto tra i vari soggetti interessati perché l'emergenza è tangibile. Si pensi che la Puglia è invasa da 250mila cinghiali. "Non c'è solo la peste dei cinghiali- sottolineano da Coldiretti-, ma è allarme per la sicurezza delle persone in campagna e città con i branchi che si spingono fin dentro i centri urbani, fra macchine in sosta, carrozzine con bambini e anziani che vanno a fare la spesa, con le aree della Murgia barese e tarantina, del Gargano e del subappennino dauno divenute l'eldorado dei cinghiali che devastano i raccolti divorando lenticchie di Altamura. cicerchie, fave, ceci e piselli, broccoletti, ortaggi, piantine appena seminate di favino e grano, uva soprattutto su vite a spalliera, frutta scuotendo gli alberi, tutto il sottobosco e la biodiversità dei boschi e dei parchi".
Dunque anche sul piano dell'incolumità e della sicurezza per le persone, gli animali rappresentano un serio pericolo. "In Puglia sono stati 3 i morti nel 2023, ma sono centinaia gli incidenti stradali all'anno causati dai cinghiali con gli automobilisti coinvolti che non denunciano il sinistro sapendo che difficilmente verranno poi rimborsati i danni, secondo una stima di Coldiretti Puglia sulla base dei dati Osservatorio Asaps in occasione della mobilitazione a Bari".
Insomma, -concludono dalla Coldiretti Puglia- "una vera e propria emergenza che mette a rischio la sicurezza e la salute degli automobilisti per la presenza di animali selvatici e di cinghiali, che possono arrivare a un quintale e mezzo di peso e 150 centimetri di lunghezza. Una paura che dilaga dalla collina alla pianura, dalle zone vicino ai bacini fino a quelle sul mare, ma nei piccoli centri di provincia con meno di cinquemila abitanti sale addirittura all'83% dei residenti".