Eventi
Come sta il Cristo Pantocratore?
Arrivano i primi risultati dall'Istituto centrale del restauro. Domani la presentazione presso la Fondazione Santomasi.
Gravina - lunedì 26 novembre 2012
14.20
L'appuntamento è per domani 27 novembre 2012 alle 18 nella sala convegni della fondazione Pomarici Santomasi dove il professor Giuseppe Moro (funzionario in pensione dell'Istituto centrale del restauro di Roma), che nel 1956 seguì le operazioni di rimozione del Cristo Pantocratore e degli altri affreschi presenti nella cripta di San Vito Vecchio e della loro sistemazione nell'attuale sede presso la fondazione Santomasi, presenterà insieme a Giuseppe Fabretti, direttore dell'Istituto centrale del restauro, i risultati degli esami svolti sia sugli affreschi sia nella cripta dove erano originariamente posti.
Circa un mese fa, infatti, da Palazzo di città era partita la richiesta di effettuare "un intervento diagnostico-conoscitivo" sugli affreschi appartenenti alla cripta di San Vito Vecchio. All'Istituto del restauro l'amministrazione comunale, su sollecitazione di alcuni studiosi locali, aveva richiesto di effettuare "tecniche di indagine non distruttive e non invasive" quali la termografia, che consente di rilevare la temperatura delle strutture murarie e di verificare che le stesse siano adeguatamente isolate e impermeabilizzate per scongiurare il degrado dovuto all'umidità dei luoghi e scoprire eventuali infiltrazioni di acqua, unitamente alle indagini multispettrali sulle decorazioni parietali che consento di verificare lo stato di conservazione degli affreschi.
Domani, con le relazioni dei due esperti, si capirà in quali condizioni versi una delle opere d'arte più importanti di Gravina e dell'intero Meridione d'Italia.
Circa un mese fa, infatti, da Palazzo di città era partita la richiesta di effettuare "un intervento diagnostico-conoscitivo" sugli affreschi appartenenti alla cripta di San Vito Vecchio. All'Istituto del restauro l'amministrazione comunale, su sollecitazione di alcuni studiosi locali, aveva richiesto di effettuare "tecniche di indagine non distruttive e non invasive" quali la termografia, che consente di rilevare la temperatura delle strutture murarie e di verificare che le stesse siano adeguatamente isolate e impermeabilizzate per scongiurare il degrado dovuto all'umidità dei luoghi e scoprire eventuali infiltrazioni di acqua, unitamente alle indagini multispettrali sulle decorazioni parietali che consento di verificare lo stato di conservazione degli affreschi.
Domani, con le relazioni dei due esperti, si capirà in quali condizioni versi una delle opere d'arte più importanti di Gravina e dell'intero Meridione d'Italia.