Varrese
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Politica

Commissione lavoro, storia di un fallimento annunciato

Varrese: “Iniziative e proposte snobbate da questa amministrazione”

Era nata ricca di buoni propositi. Battezzata in un mare di soddisfazione e invitata diventare subito maggiorenne per dare risposte alle centinaia di famiglie di disoccupati che da giorni chiedevano aiuto a palazzo di città. Tramontata, dopo qualche mese, nell'indifferenza generale nonostante le dimissioni a gran voce del suo presidente.
La parabola triste della Commissione speciale per il lavoro è tutta racchiusa nelle parole del suo oramai ex presidente Vincenzo Varrese: "Tanto lavoro, tante proposte snobbate dalla giunta e rimaste nei cassetti a prendere polvere".
Varrese stenta a nascondere l'amarezza per la fine prematura di quella che poteva essere un laboratorio politico- amministrativo e la sede naturale per un confronto tra l'amministrazione, il mondo imprenditoriale e i lavoratori. Tuttavia il presidente della commissione si dice deciso a restare sui suoi passi: " Nonostante le belle parole del sindaco pronunciate in consiglio comunale ad ottobre 2013, ovvero l'ultima volta in cui si è discusso della Commissione per il lavoro, le dimissioni non sono mai state ritirate perchè, ancora adesso, non ci sono le condizioni per ritirarle. Non posso accettare un ulteriore sbeffeggiamento da parte del sindaco e della giunta".

Il consigliere di Sel, eletto presidente della commissione per la sua decennale esperienza nel mondo sindacale, ricorda tutto l'iter avviato a palazzo di città per la nascita della commissione. Dalle proteste dei lavoratori, alle proposte avanzate dal mondo imprenditoriale per creare una sede istituzionale preposta a fare da ponte tra le diverse realtà, sino all'approvazione in consiglio quando "chiedemmo ufficialmente alla giunta comunale di fare proprio quel documento e di assumersi l'impegno di destinare una parte dei fondi destinati e gestiti dai diversi assessorati all'emergenza lavoro in modo tale da ricavare un gruzzoletto spendibile per avviare dei progetti. Anche in questo caso alle belle parole non sono mai seguiti i fatti".
Porte in faccia anche dal Parco dell'Alta Murgia nel corso di un incontro tra il presidente Cesare Veronico, il sindaco Alesio Valente e la stessa commissione e durante il quale, dinanzi alla proposta di finanziare un piano per il lavoro passando dalla valorizzazione dell'ambiente sino al turismo, al fine di dare una nuova possibilità ai disoccupati, il presidente del parco si sarebbe detto disponibile a "dare un contributo alla causa" avendo un bilancio che non consente di finanziare progetti importanti.
"Ho convocato per ben tre volte la giunta per capire se gli impegni presi in consiglio potevano essere mantenuti – continua - Ad una sola riunione si è presentato solo il sindaco, degli altri assessori non ha mai avuto risposte e ho capito che nessuno era interessato a mantenere l'impegno forse per non essere controllato il proprio orticello. Snobbato per ben tre volte ho ritenuto che la passione e la volontà non bastavano per portare avanti una promessa presa dinanzi alla città".
Eppure erano diversi i fronti su cui Varrese e company stavano lavorando ad iniziare dal settore agricolo "perché dobbiamo ricordare la grande ricchezza che questo paese ha in termini di tradizioni e di risorse. Tradizioni che negli ultimi anni abbiamo lasciando soccombere preferendo la speculazione edilizia alla crescita dei mulini e delle filiere alimentari. Poi abbiamo avviato un tavolo di confronto con gli imprenditori della zona pip per capire le loro problematiche, raccogliere le esigenze delle realtà che sono rimaste e mettere giù delle proposte per rivitalizzare quella zona, creare attrattive per altre aziende. Insomma stabilito che le colpe sono di tutti se ora siamo in questa situazione e presa coscienza che nessuno ha la bacchetta magica, avevamo avviato un percorso fatto di dialogo, confronto e studio di leggi, progetti, normative varie".

Uno studio che ha portato l'amministrazione comunale ad investire nell'estate del 2012 decine di mila euro per affidare i lavori di manutenzione e pulizia dei parchi pubblici alle cooperative sociali tra mite cui sono stati assunti per alcuni giorni i disoccupati che da tempo protestavano a palazzo di città. In quella stessa estate furono messi a punto i progetti per il servizio civico, sperimentato solo da quest'anno e per le borse lavoro che sono ancora in attesa del via.
Tra le tante possibilità anche i 70.000 euro messi a disposizione del Parco dell'Alta Murgia all'indomani dell'incendio che ha devastato il bosco per impiantare nuove specie vegetali. Fondi che avrebbero garantito alcune giornate di lavoro ad una trentina di disoccupati da individuare per mezzo di un bando pubblico dove avrebbero pesato la qualifica di bracciante e lo stato economico della famiglia.
"A un anno di distanza – racconta Varrese - sappiamo che al bando hanno partecipato 200 persone e nonostante gli impegni presi dal vicesindaco Gino Lorusso in uno degli ultimi consiglio comunale nel quale siamo stati informati che la graduatoria era pronta e che entro pochi giorni sarebbero stati chiamati i primi operai, di giorni ne sono passati diversi e nessuno è stato ancora chiamato. Tutto questo per spiegare chiaramente che manca, da parte di questa amministrazione, la sensibilità ai temi del lavoro. La commissione è partita male e si è subito arenata perché il vero interlocutore, ovvero la pubblica amministrazione, non ha mai ascoltato".
Eppure gli ultimi dati sulla disoccupazione lasciano cifre allarmanti e a tutti i livelli istituzionali il coro è unanime: "Non c'è un minuto da perdere".

Varrese si fa pragmatico: "Non abbiamo la bacchetta magica, ma è pur vero che possiamo avviare una serie di collaborazioni tra istituzioni, mondo dell'imprenditoria e sindacale per cominciare a tracciare una prospettiva per i lavoratori. In pratica possiamo riproporre quanto accaduto alcuni anni fa quando tutti insieme, nel bel mezzo della crisi del salotto, abbiamo dato vita ad una piattaforma per lo sviluppo del territorio. Un piano che possiamo riprodurre visto che la situazione non è cambiata di molto".
Un piano che deve mirare a dare ossigeno alle imprese e fiducia ai lavoratori: "In realtà non dobbiamo inventarci nulla ma semplicemente tornate a far funzionare i settori che qui sono già una realtà partendo dall'agricoltura e dalla cultura dei cereali per arrivare alla valorizzazione deli prodotti tipici. Aiutare le nostre aziende, e ce ne sono tante che sono delle eccellenze per il territorio. Poi abbiamo un terreno completamente inesplorato che è il turismo dove potremmo giocare la carta vincente del parco archeologico e ancora il percorso delle chiese rupestri, e il bosco che deve essere considerato una possibilità di sviluppo non un posto dove fare scempio. E da ultimo ci viene servita su un piatto di argento Matera 2019. Quale occasione migliore per iniziare a lavorare in questo settore seriamente puntando sulla formazione e programmazione delle attività. Se invece resteremo a guardare in attesa degli eventi, Matera 2019 sarà l'ennesima occasione perduta".
  • “Piano straordinario per il Lavoro”
  • Vincenzo Varrese
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