sala consiliare comune
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Politica

Commissioni consiliari: i politici si difendono

"Non siamo tutti uguali". Nessuna proposta per ridurre i costi della politica.

Non di tutta l'erba un fascio.

All'indomani della notizia sull'inchiesta della Guardia di Finanza impegnata ad indagare sull'emorragia di denaro pubblico utilizzato per sostenere le commissioni consiliari, che alle casse comunali nel biennio 2009-2011 sarebbero costate almeno circa 300.000 euro, il coro di vecchi e nuovi amministratori si leva unanime contro chi li immagina e li vorrebbe tutti nel calderone dei cattivi.

I politici gravinesi prendono le distanza da questo diffuso e risaputo modus operandi ma tutti se la prendono con il provvedimento dello Stato che ha abolito le indennità di funzione e istituito il gettone di presenza dando così la possibilità ai consiglieri di recepire compensi in base alle effettive presenze. Leo Vicino (Pdl), uno di quelli che ha sempre optato per l'indennità di funzione (fissata sulla base del rapporto di ¼ rispetto allo stipendio del sindaco), fa appello al buon senso dei consiglieri i quali "possono innanzitutto scegliere se stare in una o in due commissioni e soprattutto possono scegliere se prendervi parte seriamente e attivamente".

Sulla stessa onda anche Angelo Petrara (csx) il quale, sottolineato come la questione sia assolutamente soggettiva e rispondente solo alla coscienza personale, si manifesta impotente dinanzi all'ingordigia dei suoi colleghi. "Non è colpa nostra se gli altri vogliono partecipare a più di una commissione. L'unico augurio che possiamo farci è sperare che partecipino attivamente studiando delle vere proposte per il bene della città". A domanda precisa: come pensate di ridurre i costi della politica? Il consigliere risponde: "Ho una mia personale proposta finalizzata a cambiare lo statuto comunale". Quando però l'interrogazione si fa più birichina e il cronista chiede che fine abbia fatto la proposta avanzata in campagna elettorale dall'attuale opposizione a proposito della volontà di rinunciare al gettone di presenza, Petrara si fa ermetico: "Preferisco non rispondere".

E se il consigliere Michele Tedesco (Pri) contattato telefonicamente dice di non aver avuto tempo di riflettere sui costi della politica, rinviando eventuali risposte alla prossima settimana, chi invece non ha problemi a rispondere è il consigliere di Sel, Vincenzo Varrese: " La proposta di rinunciare al gettone di presenza si sarebbe concretizzata solo in caso di una nostra vittoria in quanto finalizzata a creare un fondo di solidarietà per le famiglie meno abbienti. Ora che siamo all'opposizione e quindi non prossimo definire noi la destinazione dei nostri soldi non ci è sembrato il caso di rinunciare".

Per provare a spegnere le polemiche, però, anche nella scia di quanto già detto da un altro ex consigliere, l'oggi sindaco Alesio Valente, il ritornello è unanime: "Trecentomila euro sono tanti, ma se sono serviti per portare progetti da milioni di euro, tanto vale portare pazienza". Un modo come un altro per dire che ad essere importante non è la quantità, ma la qualità dell'impegno offerto al paese. Che però adesso, fedele alla sua storica impertinenza, attende di conoscere quali finanziamenti milionari siano stati reperiti, grazie all'impegno delle commissioni consiliari, tra il 2009 ed il 2011, ed anche prima (e dopo),e se davvero siano stati sufficienti a ripagare le casse comunali dei soldi scuciti per i gettoni di presenza, le indennità agli amministratori, le missioni, le trasferte, i permessi retribuiti, le consulenze esterne...
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