Cronaca
Comprava auto che pagava con assegni scoperti
Arrestato per truffa Vincenzo Mangione. Ai domiciliari anche Vito Ruggieri: è accusato di ricettazione.
Gravina - mercoledì 28 novembre 2012
12.50
Adocchiava su siti internet specializzati l'auto preferita. Contattava il venditore, prendeva appuntamento per visionare la vettura, chiudeva il contratto. E pagava subito, ma con assegni scoperti.
Torna in carcere con l'accusa di truffa il gravinese Vincenzo Mangione, sorvegliato speciale di 43 anni. Il suo nome era rimbalzato in cronaca l'ultima volta poco più d'un anno fa, quando sorpreso in compagnia di un amico considerato poco raccomandabile, era stato tratto in arresto per violazione degli obblighi riconnessi al regime di sorveglianza speciale cui era sottoposto. Ma nei guai con la legge era finito più volte in passato e nel maggio del 2010, guadagnandosi l'appellativo di re della truffa, aveva conquistato i titoli dei quotidiani nazionali dopo che gli agenti del Commissariato San Nicola, a Bari, lo avevano spedito in cella ritenendolo l'autore di una serie di raggiri: con modi gentili e garbati, spacciandosi una volta per avvocato un'altra per ispettore di polizia, si presentava nei migliori negozi baresi - boutiques d'abbigliamento, pescherie e altro - acquistava merce che poi pagava con assegni risultati clonati.
Adesso il copione si sarebbe ripetuto, sia pur in altro ambito merceologico. Almeno secondo i Carabinieri della stazione di Gravina, che a Mangione hanno notificato un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa, su richiesta della Procura, dal Gip presso il Tribunale di Bari. Secondo le contestazioni condensate nel provvedimento restrittivo, negli ultimi tempi il quarantatreenne avrebbe acquistato diverse auto, seguendo uno schema-tipo così ricostruito dagli inquirenti: una volta individuata on line l'automobile gradita ai propri gusti, il quarantatreenne prendeva contatti con il proprietario. Il quale, dopo un appuntamento per la visione della vettura da cedere, veniva indotto ad effettuare senza indugio il passaggio di proprietà in favore dell'acquirente, che vinceva ogni possibile sospetto o titubanza della controparte saldando il conto immediatamente, mediante consegna di assegni. Unica nota stonata: i titoli bancari sarebbero stati sempre sprovvisti... di provvista.
Insomma, pezzi di carta senza valore attraverso i quali, per gli investigatori, si consumava il raggiro ai danni dei fiduciosi venditori. Tre delle automobili così acquistate sono state riconsegnate ai loro legittimi proprietari. Un'altra, invece, è stata rinvenuta nella disponibilità di un trentacinquenne residente in città, Vito Ruggiero. L'uomo, già noto alle forze dell'ordine, è adesso indagato per ricettazione e per questo assegnato agli arresti domiciliari, in esecuzione di altra ordinanza custodiale emessa a suo carico sempre dal Gip barese nell'ambito della medesima inchiesta.
Nelle prossime ore Mangione e Ruggiero, assistiti dai propri legali, compariranno davanti ai magistrati per rendere l'interrogatorio di garanzia ed offrire la propria versione dei fatti.
Torna in carcere con l'accusa di truffa il gravinese Vincenzo Mangione, sorvegliato speciale di 43 anni. Il suo nome era rimbalzato in cronaca l'ultima volta poco più d'un anno fa, quando sorpreso in compagnia di un amico considerato poco raccomandabile, era stato tratto in arresto per violazione degli obblighi riconnessi al regime di sorveglianza speciale cui era sottoposto. Ma nei guai con la legge era finito più volte in passato e nel maggio del 2010, guadagnandosi l'appellativo di re della truffa, aveva conquistato i titoli dei quotidiani nazionali dopo che gli agenti del Commissariato San Nicola, a Bari, lo avevano spedito in cella ritenendolo l'autore di una serie di raggiri: con modi gentili e garbati, spacciandosi una volta per avvocato un'altra per ispettore di polizia, si presentava nei migliori negozi baresi - boutiques d'abbigliamento, pescherie e altro - acquistava merce che poi pagava con assegni risultati clonati.
Adesso il copione si sarebbe ripetuto, sia pur in altro ambito merceologico. Almeno secondo i Carabinieri della stazione di Gravina, che a Mangione hanno notificato un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa, su richiesta della Procura, dal Gip presso il Tribunale di Bari. Secondo le contestazioni condensate nel provvedimento restrittivo, negli ultimi tempi il quarantatreenne avrebbe acquistato diverse auto, seguendo uno schema-tipo così ricostruito dagli inquirenti: una volta individuata on line l'automobile gradita ai propri gusti, il quarantatreenne prendeva contatti con il proprietario. Il quale, dopo un appuntamento per la visione della vettura da cedere, veniva indotto ad effettuare senza indugio il passaggio di proprietà in favore dell'acquirente, che vinceva ogni possibile sospetto o titubanza della controparte saldando il conto immediatamente, mediante consegna di assegni. Unica nota stonata: i titoli bancari sarebbero stati sempre sprovvisti... di provvista.
Insomma, pezzi di carta senza valore attraverso i quali, per gli investigatori, si consumava il raggiro ai danni dei fiduciosi venditori. Tre delle automobili così acquistate sono state riconsegnate ai loro legittimi proprietari. Un'altra, invece, è stata rinvenuta nella disponibilità di un trentacinquenne residente in città, Vito Ruggiero. L'uomo, già noto alle forze dell'ordine, è adesso indagato per ricettazione e per questo assegnato agli arresti domiciliari, in esecuzione di altra ordinanza custodiale emessa a suo carico sempre dal Gip barese nell'ambito della medesima inchiesta.
Nelle prossime ore Mangione e Ruggiero, assistiti dai propri legali, compariranno davanti ai magistrati per rendere l'interrogatorio di garanzia ed offrire la propria versione dei fatti.