Politica
Comune: crisi chiusa. Valente ritrova i numeri
Ad un bivio il dialogo con l'opposizione. Santomasi coordinatore di maggioranza.
Gravina - martedì 9 aprile 2013
13.55
Chiusa. Sigillata. Archiviata. Anche se, "per il bene comune ed in considerazione del grave stato di crisi generale", le porte restano aperte a tutti per un confronto su idee e programmi.
La crisi che negli ultimi mesi ha soffiato forte su Palazzo di città e sui partiti usciti vittoriosi dalle urne di maggio non c'è più. Per dichiararne il decesso, ed il conseguente ritorno all'autosufficienza numerica, il centrosinistra a trazione Valente ha scelto la sede del confronto con le opposizioni, invitate a discutere con i partiti di maggioranza dell'appello al bene comune (sempre lui) lanciato dal primo cittadino lo scorso febbraio, quando il passo indietro del Centro Democratico aveva spalancato il baratro delle elezioni anticipate.
Altri tempi, acqua passata. Tanto che adesso la maggioranza (resa algebricamente solida dal rientro dei "Moderati e Popolari" Santomasi e Ariani) ha un coordinatore nuovo di zecca, l'ex futurista Francesco Santomasi, che così ricostruisce l'andamento della riunione: "Il progetto politico premiato dai gravinesi è vivo e da lì bisogna partire, anche perchè la maggioranza ha i numeri perchè si possa proseguire tranquillamente nell'esperienza intrapresa". Perchè, allora, chiedere conforto alle minoranze? "Perchè la particolare situazione storica ed economica vissuta dall'intera nazione e da Gravina - sottolinea Santomasi - richiede uno sforzo unitarioe condivisioni programmatiche. Presto ci sarà un nuovo incontro perchè tra le fila delle minoranze alcuni hanno manifestato volontà a discutere in tal senso".
Sul punto, però, le versioni convergono. Sel, ad esempio, fa sapere tutt'altro: "Lo scenario politico di partenza - commentano i vendoliani - è radicalmente diverso da quello attuale. C'è un problema di identità politica, che avrebbe dovuto portare al ripensamento d'un'esperienza fallimentare. Rispetto ai problemi della città non ci siamo mai tirati e non ci tireremo indietro, ma quello che viene prospettato non ci interessa: non siamo intenzionati ad ingrossare le fila di una maggioranza rispetto alla quale abbiamo tanto da dire, ad esempio in fatto di trasaprenza". Ancor più articolato il giudizio di Angelo Petrara, di "Per Gravina": "La maggioranza ha messo in campo una visione riduttiva della crisi, non solo politica, da cui la città e le sue istituzioni sono travolte. Auspicavamo ben altro: non crediamo vi siano le condizioni per andare oltre. Loro vogliono discutere di programmi, ma questo lo abbiamo sempre fatto, per di più votando tutti i punti di reale interesse per la collettività, e continuiamo a farlo, ad esempio chiedendo l'abolizione dell'Imu sulla prima casa, possibile attraverso la riduzione degli sprechi". Aggiunge Petrara: "Si prenda atto, piuttosto, del fallimento d'un'esperienza: se non ragioniamo di come superare le ferite a sinistra, difficilmente si può pensare a far partire concretamente il dialogo".
Di certo però v'è, che così stando le cose, quando tra qualche settimana in consiglio approderà il bilancio di previsione, il voto delle opposizioni si tradurrà, molto probabilmente, in un pollice verso: "Non ne abbiamo ancora discusso - precisa Petrara - ma la mia opinione è che un bilancio sia un atto politico, meritevole di un voto politico. Per quanto mi riguarda, questo voto non potrà che essere negativo".
La crisi che negli ultimi mesi ha soffiato forte su Palazzo di città e sui partiti usciti vittoriosi dalle urne di maggio non c'è più. Per dichiararne il decesso, ed il conseguente ritorno all'autosufficienza numerica, il centrosinistra a trazione Valente ha scelto la sede del confronto con le opposizioni, invitate a discutere con i partiti di maggioranza dell'appello al bene comune (sempre lui) lanciato dal primo cittadino lo scorso febbraio, quando il passo indietro del Centro Democratico aveva spalancato il baratro delle elezioni anticipate.
Altri tempi, acqua passata. Tanto che adesso la maggioranza (resa algebricamente solida dal rientro dei "Moderati e Popolari" Santomasi e Ariani) ha un coordinatore nuovo di zecca, l'ex futurista Francesco Santomasi, che così ricostruisce l'andamento della riunione: "Il progetto politico premiato dai gravinesi è vivo e da lì bisogna partire, anche perchè la maggioranza ha i numeri perchè si possa proseguire tranquillamente nell'esperienza intrapresa". Perchè, allora, chiedere conforto alle minoranze? "Perchè la particolare situazione storica ed economica vissuta dall'intera nazione e da Gravina - sottolinea Santomasi - richiede uno sforzo unitarioe condivisioni programmatiche. Presto ci sarà un nuovo incontro perchè tra le fila delle minoranze alcuni hanno manifestato volontà a discutere in tal senso".
Sul punto, però, le versioni convergono. Sel, ad esempio, fa sapere tutt'altro: "Lo scenario politico di partenza - commentano i vendoliani - è radicalmente diverso da quello attuale. C'è un problema di identità politica, che avrebbe dovuto portare al ripensamento d'un'esperienza fallimentare. Rispetto ai problemi della città non ci siamo mai tirati e non ci tireremo indietro, ma quello che viene prospettato non ci interessa: non siamo intenzionati ad ingrossare le fila di una maggioranza rispetto alla quale abbiamo tanto da dire, ad esempio in fatto di trasaprenza". Ancor più articolato il giudizio di Angelo Petrara, di "Per Gravina": "La maggioranza ha messo in campo una visione riduttiva della crisi, non solo politica, da cui la città e le sue istituzioni sono travolte. Auspicavamo ben altro: non crediamo vi siano le condizioni per andare oltre. Loro vogliono discutere di programmi, ma questo lo abbiamo sempre fatto, per di più votando tutti i punti di reale interesse per la collettività, e continuiamo a farlo, ad esempio chiedendo l'abolizione dell'Imu sulla prima casa, possibile attraverso la riduzione degli sprechi". Aggiunge Petrara: "Si prenda atto, piuttosto, del fallimento d'un'esperienza: se non ragioniamo di come superare le ferite a sinistra, difficilmente si può pensare a far partire concretamente il dialogo".
Di certo però v'è, che così stando le cose, quando tra qualche settimana in consiglio approderà il bilancio di previsione, il voto delle opposizioni si tradurrà, molto probabilmente, in un pollice verso: "Non ne abbiamo ancora discusso - precisa Petrara - ma la mia opinione è che un bilancio sia un atto politico, meritevole di un voto politico. Per quanto mi riguarda, questo voto non potrà che essere negativo".