Politica
Comune: l'Udc chiede la verifica
E rivendica un secondo assessorato. Intanto Santomasi e Ariani chiudono al Fli.
Gravina - giovedì 23 maggio 2013
13.25
Ci sono cose che non passano mai di moda. Il Valente bis, ad esempio: i più lo credevano ormai superato dal tempo, rinchiuso negli armadi della memoria, tra la polvere e le tarme. Invece, un bel giorno arriva finalmente la primavera, che con l'inverno si porta via anche la certezza di aver superato senza colpo ferire le terribili prove della crisi di febbraio, ed il Valente bis torna d'attualità.
A ritirarlo fuori dalla naftalina, lavato e ben stirato, la stessa maggioranza. Meglio, una delle sue colonne portanti, l'Udc. Un paio di sere fa, ma la notizia è trapelata soltanto adesso perchè è una di quelle delle quali dalle parti di via Vittorio Veneto probabilmente si sarebbe fatto (e si fa) volentieri a meno di parlare, le forze della coalizione che fa capo ad Alesio Valente si sono ritrovate in riunione. Qualcuno, candidamente ingenuo, pensava di dover prendere parte ad una festa, ad un amarcord del primo anno di vita del governo civico. Invece, a mettere le cose in chiaro avrebbero subito pensato gli uomini dello scudocrociato. Rivendicando un secondo assessorato.
La richiesta si fonderebbe sui boatos provenienti da Roma: il Consiglio di Stato dovrebbe rendere note a breve le sue determinazioni sul ricorso presentato dal vendoliano Domenico Leanza contro l'assegnazione all'Udc del terzo seggio in seno all'assemblea consiliare, rivendicato da Sel. Nei giorni scorsi, però, la Suprema Corte amministrativa avrebbe già sentenziato con riferimento ad un caso analogo, adottando un principio che, se applicato anche alle vicende gravinesi, come pare probabile o per lo meno possibile, si tradurrebbe nella conservazione del terzo seggio centrista. Quanto è bastato per dare il via alle grandi manovre, con tanto di divergenze tra gli uddiccini (il vicesindaco Gino Lorusso, ad esempio, non avrebbe per nulla gradito l'affondo dei suoi), dibattito sulle nomine in enti e postazioni di sottogoverno, altri annunci rilevanti. Come quello, da considerarsi definitivo, dei figliol prodighi Maria Ariani e Francesco Santomasi, che dopo il rientro in maggioranza hanno formalizzato la loro volontà di non ricucire i rapporti con Fli, affiancati dal loro ex portavoce dei mesi di militanza tra i ribelli del Centro Democratico, Antonello Galtieri.
Cercare riscontri ufficiali è però peggio che andar di notte. "Passavo di lì per caso e sono stato invitato a prender parte alla riunione", dice senza crederci più di tanto neppure lui Galtieri, l'unico che accetti di rispondere ai cronisti e di spendere almeno una battuta. Tacciono invece Valente ed il suo vice Lorusso, ma da Palazzo di città qualcuno si lascia sfuggire un commento che vale più di mille dichiarazioni: "Il sindaco sta nero. Non riusciva a crederci nemmeno lui. In quella riunione è successo di tutto, di tutto".
Per cui meglio sottrarsi alle domande dei giornalisti, nel rispetto della regola del silenzio cui sceglie di attenersi anche l'Udc. Almeno formalmente, perchè a taccuini chiusi non manca chi, tra gli ex democristiani, accetti di discutere della posizione assunta smentendo che il confronto verta sul numero degli assessori e provando a dare veste politica alla vicenda: "Dopo un anno - si ragiona - è opportuno che ci si fermi a ragionare sui risultati dell'attività amministrativa. Questo non vuol dire che mancherà il nostro appoggio, convinto e determinato, in consiglio comunale. Semplicemente, significa che per rispetto della città e degli elettori è giusto capire se, insieme ai tanti buoni risultati ottenuti, vi sia anche qualcosa da migliorare". Traguardo da centrare utilizzando un rito dal nome antico ma ben collaudato quanto rassicurante, sebbene storicamente foriero di stravolgimenti epocali: quello della verifica.
Venerdì nuovo incontro. Il primo della verifica che potrebbe condurre al Valente bis.
A ritirarlo fuori dalla naftalina, lavato e ben stirato, la stessa maggioranza. Meglio, una delle sue colonne portanti, l'Udc. Un paio di sere fa, ma la notizia è trapelata soltanto adesso perchè è una di quelle delle quali dalle parti di via Vittorio Veneto probabilmente si sarebbe fatto (e si fa) volentieri a meno di parlare, le forze della coalizione che fa capo ad Alesio Valente si sono ritrovate in riunione. Qualcuno, candidamente ingenuo, pensava di dover prendere parte ad una festa, ad un amarcord del primo anno di vita del governo civico. Invece, a mettere le cose in chiaro avrebbero subito pensato gli uomini dello scudocrociato. Rivendicando un secondo assessorato.
La richiesta si fonderebbe sui boatos provenienti da Roma: il Consiglio di Stato dovrebbe rendere note a breve le sue determinazioni sul ricorso presentato dal vendoliano Domenico Leanza contro l'assegnazione all'Udc del terzo seggio in seno all'assemblea consiliare, rivendicato da Sel. Nei giorni scorsi, però, la Suprema Corte amministrativa avrebbe già sentenziato con riferimento ad un caso analogo, adottando un principio che, se applicato anche alle vicende gravinesi, come pare probabile o per lo meno possibile, si tradurrebbe nella conservazione del terzo seggio centrista. Quanto è bastato per dare il via alle grandi manovre, con tanto di divergenze tra gli uddiccini (il vicesindaco Gino Lorusso, ad esempio, non avrebbe per nulla gradito l'affondo dei suoi), dibattito sulle nomine in enti e postazioni di sottogoverno, altri annunci rilevanti. Come quello, da considerarsi definitivo, dei figliol prodighi Maria Ariani e Francesco Santomasi, che dopo il rientro in maggioranza hanno formalizzato la loro volontà di non ricucire i rapporti con Fli, affiancati dal loro ex portavoce dei mesi di militanza tra i ribelli del Centro Democratico, Antonello Galtieri.
Cercare riscontri ufficiali è però peggio che andar di notte. "Passavo di lì per caso e sono stato invitato a prender parte alla riunione", dice senza crederci più di tanto neppure lui Galtieri, l'unico che accetti di rispondere ai cronisti e di spendere almeno una battuta. Tacciono invece Valente ed il suo vice Lorusso, ma da Palazzo di città qualcuno si lascia sfuggire un commento che vale più di mille dichiarazioni: "Il sindaco sta nero. Non riusciva a crederci nemmeno lui. In quella riunione è successo di tutto, di tutto".
Per cui meglio sottrarsi alle domande dei giornalisti, nel rispetto della regola del silenzio cui sceglie di attenersi anche l'Udc. Almeno formalmente, perchè a taccuini chiusi non manca chi, tra gli ex democristiani, accetti di discutere della posizione assunta smentendo che il confronto verta sul numero degli assessori e provando a dare veste politica alla vicenda: "Dopo un anno - si ragiona - è opportuno che ci si fermi a ragionare sui risultati dell'attività amministrativa. Questo non vuol dire che mancherà il nostro appoggio, convinto e determinato, in consiglio comunale. Semplicemente, significa che per rispetto della città e degli elettori è giusto capire se, insieme ai tanti buoni risultati ottenuti, vi sia anche qualcosa da migliorare". Traguardo da centrare utilizzando un rito dal nome antico ma ben collaudato quanto rassicurante, sebbene storicamente foriero di stravolgimenti epocali: quello della verifica.
Venerdì nuovo incontro. Il primo della verifica che potrebbe condurre al Valente bis.