Politica
Conferenza cittadina: Valente s'arrende ai grillini
I cinquestelle soddisfatti: "Vince la legalità". Decisivo l'intervento dell'Agcom?
Gravina - mercoledì 23 gennaio 2013
14.50
Beppe Grillo espugna Gravina senza averci neppure messo piede. E il sindaco rinuncia alla conferenza cittadina perchè, effettivamente, "c'è il rischio di violare la legge".
Palazzo di città alza bandiera bianca: la diffida notificata nei giorni scorsi al Comune gravinese dal gruppo "Gravina5stelle", sceso in campo per chiedere il rinvio dell'appuntamento a dopo le elezioni perchè contrastante con le norme in tema di par condicio, ha colto nel segno. Lo ammette lo stesso Municipio in una nota nella quale si spiega che "l'incontro con la cittadinanza previsto per il 25 gennaio è rinviato a marzo, ovvero immediatamente dopo le elezioni politiche. Tale rinvio si rende necessario vista la possibilità di incorrere nella violazione dell'articolo 9 della legge 28 del 22 febbraio 2000, per il quale dalla data di convocazione dei comizi elettorali e fino alla chiusura delle operazioni di voto è fatto divieto a tutte le amministrazioni pubbliche di svolgere attività di comunicazione ad eccezione di quelle effettuate in forma impersonale ed indispensabili per l'efficace assolvimento delle proprie funzioni". E per quanto l'evento, sostengono ancora da via Vittorio Veneto, "fosse da tempo in programma, e rispondesse alla necessità concreta di fare un resoconto puntuale rispetto all'operato dell'amministrazione in questi primi mesi di lavoro e, soprattutto, fosse da inquadrare nella comunicazione impersonale ed indispensabile per l'efficace assolvimento delle proprie funzioni consentito dalla norma", alla fine è arrivato il passo indietro. Così politicamente motivato: "Si intende evitare che le ragioni per le quali esso l'appuntamento programmato siano travisate e siano oggetto di una strumentalizzazione politica. L'amministrazione, che ha fatto della legalità uno dei capisaldi della sua azione di governo, rimanda l'appuntamento con i cittadini che sicuramente interverranno numerosi, consapevole che una grande opportunità di trasparenza e democrazia viene solo rinviata".
Partita chiusa, con i grillini che, comprensibilmente, cantano vittoria. "Abbiamo fatto quello che avvertiamo essere un dovere civico: far rispettare la legalità", gongola Mario Conca, portavoce del "Gravina5stelle". Ma proprio dalle sue parole, come anche dal sito web del gruppo, emergono particolari che tingono di giallo la ricostruzione ufficiale fornita dal Municipio. La scelta di differire la conferenza, in effetti, viene compiuta ed ufficializzata martedì mattina. Ma 24 ore prima, al termine del faccia a faccia con i cinquestelle in Comune, della decisione non v'è ancora traccia. Al punto che ancora lunedì sera, sulle proprie bacheche facebook, diversi componenti della giunta e dell'amministrazione rilanciano l'invito a prender parte all'evento del 25 gennaio. "In effetti - riflette Conca - dopo averci ringraziato per la segnalazione avanzata, a noi lunedì mattina il sindaco ha ribadito che l'incontro si sarebbe tenuto comunque. Con modalità e forme differenti da quelle pensate originariamente, ma senza rinvii".
Cosa è accaduto allora? La notte, o la crisi amministrativa di maggioranza, potrebbero aver portato consiglio. Ma qualcuno avanza anche l'ipotesi che a far slittare la conferenza a marzo siano state proprio le sollecitazioni dell'Autorità garante per le comunicazioni, che nella mattinata di martedì avrebbe fatto sentire la propria voce in Comune. Dubbi che restano e che, in fondo, neppure contano. Il risultato è che venerdì la conferenza non si terrà perchè avevano ragione i grillini: la legge non lo consente, anche se nessuno se ne era accorto. "L'ignoranza della legge è grave, anche se abbastanza diffusa in Italia", chiosa Conca, concedendo però le attenuanti agli inquilini di via Vittorio Veneto: "Credo fossero in buona fede".
Restano i manifesti giganti a far bella mostra di sè ed una città senza risposte: quali sono gli interessi e i balletti che sarebbero alla base della crisi amministrativa? Assessori e consiglieri comunali di maggioranza li denunciano cripticamente sui social forum, ma a Gravina ed ai gravinesi nessuno ha ancora raccontato niente.
Palazzo di città alza bandiera bianca: la diffida notificata nei giorni scorsi al Comune gravinese dal gruppo "Gravina5stelle", sceso in campo per chiedere il rinvio dell'appuntamento a dopo le elezioni perchè contrastante con le norme in tema di par condicio, ha colto nel segno. Lo ammette lo stesso Municipio in una nota nella quale si spiega che "l'incontro con la cittadinanza previsto per il 25 gennaio è rinviato a marzo, ovvero immediatamente dopo le elezioni politiche. Tale rinvio si rende necessario vista la possibilità di incorrere nella violazione dell'articolo 9 della legge 28 del 22 febbraio 2000, per il quale dalla data di convocazione dei comizi elettorali e fino alla chiusura delle operazioni di voto è fatto divieto a tutte le amministrazioni pubbliche di svolgere attività di comunicazione ad eccezione di quelle effettuate in forma impersonale ed indispensabili per l'efficace assolvimento delle proprie funzioni". E per quanto l'evento, sostengono ancora da via Vittorio Veneto, "fosse da tempo in programma, e rispondesse alla necessità concreta di fare un resoconto puntuale rispetto all'operato dell'amministrazione in questi primi mesi di lavoro e, soprattutto, fosse da inquadrare nella comunicazione impersonale ed indispensabile per l'efficace assolvimento delle proprie funzioni consentito dalla norma", alla fine è arrivato il passo indietro. Così politicamente motivato: "Si intende evitare che le ragioni per le quali esso l'appuntamento programmato siano travisate e siano oggetto di una strumentalizzazione politica. L'amministrazione, che ha fatto della legalità uno dei capisaldi della sua azione di governo, rimanda l'appuntamento con i cittadini che sicuramente interverranno numerosi, consapevole che una grande opportunità di trasparenza e democrazia viene solo rinviata".
Partita chiusa, con i grillini che, comprensibilmente, cantano vittoria. "Abbiamo fatto quello che avvertiamo essere un dovere civico: far rispettare la legalità", gongola Mario Conca, portavoce del "Gravina5stelle". Ma proprio dalle sue parole, come anche dal sito web del gruppo, emergono particolari che tingono di giallo la ricostruzione ufficiale fornita dal Municipio. La scelta di differire la conferenza, in effetti, viene compiuta ed ufficializzata martedì mattina. Ma 24 ore prima, al termine del faccia a faccia con i cinquestelle in Comune, della decisione non v'è ancora traccia. Al punto che ancora lunedì sera, sulle proprie bacheche facebook, diversi componenti della giunta e dell'amministrazione rilanciano l'invito a prender parte all'evento del 25 gennaio. "In effetti - riflette Conca - dopo averci ringraziato per la segnalazione avanzata, a noi lunedì mattina il sindaco ha ribadito che l'incontro si sarebbe tenuto comunque. Con modalità e forme differenti da quelle pensate originariamente, ma senza rinvii".
Cosa è accaduto allora? La notte, o la crisi amministrativa di maggioranza, potrebbero aver portato consiglio. Ma qualcuno avanza anche l'ipotesi che a far slittare la conferenza a marzo siano state proprio le sollecitazioni dell'Autorità garante per le comunicazioni, che nella mattinata di martedì avrebbe fatto sentire la propria voce in Comune. Dubbi che restano e che, in fondo, neppure contano. Il risultato è che venerdì la conferenza non si terrà perchè avevano ragione i grillini: la legge non lo consente, anche se nessuno se ne era accorto. "L'ignoranza della legge è grave, anche se abbastanza diffusa in Italia", chiosa Conca, concedendo però le attenuanti agli inquilini di via Vittorio Veneto: "Credo fossero in buona fede".
Restano i manifesti giganti a far bella mostra di sè ed una città senza risposte: quali sono gli interessi e i balletti che sarebbero alla base della crisi amministrativa? Assessori e consiglieri comunali di maggioranza li denunciano cripticamente sui social forum, ma a Gravina ed ai gravinesi nessuno ha ancora raccontato niente.