Consiglio comunale
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Consiglio comunale: il bosco della discordia

Premiati gli enti coinvolti nello spegnimento dell’incendio. Area metropolitana: passa un documento bipartisan sull'identità murgiana.

Disquisizioni artistiche, contese storico-antropologiche e soprattutto una premiazione che non mancherà di far discutere, hanno animato il consiglio comunale tenutosi ieri.

Dopo le interrogazioni, vertenti in particolare sui fitti passivi dei locali siti presso la parrocchia di San Pietro e Paolo, destinati al centro socioeducativo e riabilitativo, chiusi da tempo, e a un presunto caso di servizio domiciliare non dovuto, secondo la vibrata denuncia fatta dal consigliere Angellotti, la discussione inizia con una disputa estetica sul monumento ai caduti sul lavoro recentemente inaugurato. "Cosa rappresenta, - esordisce Vendola – qual è il suo significato? Sembra una statua dalla simbologia massonica, fredda e senz'anima. Che contributo ha dato l'amministrazione a una statua finanziata da una banca?". "Un'opera d'arte moderna va letta con sensibilità personale – replica il sempre facondo Raffaele Lorusso – e la statua vuole essere un segno tangibile per i posteri". Interviene di rincalzo Valente: "Il significato intrinseco dell'opera simboleggia l'equilibrio necessario per la sicurezza sul lavoro, e il Comune ha contribuito con l'installazione".

Il momento clou dell'assise però è la discussione sulla triste vicenda estiva del bosco. La particolareggiata relazione del vicesindaco Lorusso sulle drammatiche giornate di Difesa Grande non placa le polemiche delle opposizioni, che rilanciano l'ipotesi dell'origine dolosa del rogo: "Ci sono precise responsabilità politiche – attacca Angelo Petrara – nella tempistica d'intervento. Le precese sono state fatte a fiamme ormai domate, e manca tuttora una progettualità sul bosco". La maggioranza fa quadrato sull'operato dell'amministrazione, evidenziando l'impegno personale della giunta nei giorni del dramma, richiamando le responsabilità delle precedenti gestioni nell'incuria dell'ambiente e invitando a non fare strumentalizzazioni.

La diatriba viene interrotta dalla cerimonia di consegna degli attestati ai rappresentanti delle istituzioni coinvolte nelle operazioni di spegnimento del tremendo incendio di inizio luglio ("Frutto di passati interventi errati sul bosco, che è un ambiente molto delicato", dichiara il generale del Corpo Forestale regionale Silletti, uno dei premiati insieme agli esponenti di Protezione Civile, Vigili del Fuoco, Carabinieri, Polizia di Stato, Provinciale, Municipale e Agenzia regionale per le foreste), ma prosegue successivamente con il rimpallo di accuse reciproche. Il primo cittadino taglia corto: "Abbiamo evitato il peggio grazie all'abnegazione degli operatori. Le indagini sono ancora in corso e per ora non è possibile intervenire sulle zone incendiate, occorre aumentare la presenza antropica nel bosco con progetti di lungo respiro".

Gli animi si surriscaldano ulteriormente quando viene toccato il tema dell'adesione di Gravina all'area metropolitana di Bari, una decisione ormai presa in altre sedi a cui è possibile solo dire sì, sia pure con qualche sfumatura. "Il sindaco non è libero – tuona Vendola – e questa scelta non condivisa dimostra che la città viene svenduta da un padroncino che ha già scelto. Tutti i comuni tranne il nostro hanno discusso dell'argomento, Gravina non deve essere più città di confine ma farsi capofila dell'area murgiana". Il solito Raffaele Lorusso prova a spegnere l'impennata di orgoglio locale richiamando le fredde ragioni dell'economia: "La spending review ed il pareggio di bilancio ci impongono il taglio degli enti intermedi". "L'area metropolitana è un work in progress – specifica Valente – e lo statuto è tutto da scrivere, insieme alle competenze specifiche dell'ente". I rilievi dell'opposizione, però, che propone per bocca di Petrara l'adesione non supina alla decisione governativa attraverso un documento apposito fanno breccia almeno in una parte della maggioranza, soprattutto nell'assessore Marchetti, che rafforza il concetto della peculiarità di Gravina ricorrendo ai temi altamente culturali dell'identità storica e della vocazione rupestre. Alla fine, salomonicamente, viene votato all'unanimità un documento bipartisan che insiste sul concetto di Gravina "città cerniera" tra costa ed entroterra, sottolineando la comune volontà di istituzionalizzarne la specificità nell'ambito del territorio barese.

La presa d'atto della deliberazione della giunta regionale in merito all'approvazione definitiva della variante per la B2, storica conclusione di un lungo iter burocratico, viene approvata con il voto contrario delle opposizioni, passando la palla ai privati per le eventuali lottizzazioni dell'area, mentre quella sull'opificio artigianale di via Vicino incassa il voto favorevole anche dei consiglieri di minoranza De Benedictis e Tedesco, esponenti della relativa commissione.
16 fotoConsiglio comunale del 24 ottobre 2012
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