Palazzo di città
Consiglio comunale, la legalità non unisce
Il documento finale votato dalla sola maggioranza
Gravina - venerdì 4 aprile 2014
9.26
I proiettili indirizzati al sindaco Alesio Valente suscitano una solidarietà unanime, ma la discussione politica sui gravi episodi che hanno scosso la società gravinese negli ultimi tempi non riesce a vedere compatte maggioranza e opposizione.
E' questo l'esito del consiglio comunale monotematico celebratosi giovedì, di fronte a una platea meno piena del solito, in seguito all'ultimo episodio di criminalità, l'ultimo di una lunga serie che ha avvelenato il clima cittadino provocando sconcerto e interrogativi rimasti finora senza risposta. Presenti in aula, oltre all'ex sindaco Franco Laiso (che interverrà ricordando l'incontro nel '94 con il giudice Caponnetto), anche i rappresentanti di tutte le forze politiche, anche esterne al consiglio, del mondo della cultura e del lavoro.
Ed è proprio a Vincenzo Mastromauro della Uil, dopo la lettura di un messaggio di solidarietà al sindaco letto dal consigliere Maria Ariani a nome del Fli, ad esprimere le considerazioni delle forze sindacali: "La condanna per questi gravi atti deve essere senza se e senza ma, occorre una riflessione su quello che sta diventando questa città. La classe dirigente si è allontanata dalla gente, bisogna ricucire il tessuto sociale ormai sfilacciato". Doveroso il cordoglio per Pierino Capone, che viene ricordato anche da Maria Antonietta Sallicati, di Fratelli d'Italia-Alleanza nazionale, in rappresentanza del centrodestra: "Ci rammarica sentir parlare di Gravina come città priva di legalità, quello che manca è la cultura della legalità, e ci è sembrato ardito parlare di "primavera" a pochi giorni da un efferato delitto. Chiediamo attenzione al tema della sicurezza".
"S'impone una riflessione sull'humus alla base di certi episodi – dichiara Rosa Fiore, segretario di Sel – invito il consiglio a istituire un tavolo permanente con forze dell'ordine e agenzie educative per monitorare i comportamenti criminosi".
Dopo gli interventi dei consiglieri di maggioranza Sante Giordano, Michele Lamuraglia e Raffaele Lorusso, incentrati sulla necessità ed il dovere per la classe politica di fare fronte comune nella reazione alle minacce della criminalità, tocca a Salvatore Angellotti dare voce alle perplessità delle opposizioni: "Sono deluso dalla maggioranza – dichiara – mi aspettavo proposte concrete. Con quali strumenti diamo risposte alla questione legalità? Non basta esprimere solidarietà". L'affondo maggiore però arriva, ancora una volta, dal capogruppo Rino Vendola: "Tre sindaci sono stati colpiti allo stesso modo – dichiara il penalista – con tre azioni che provengono dalla stessa mano, sebbene né io né Divella convocammo un consiglio apposito. Il tema di stasera non è la solidarietà a Valente, che è scontata, ma la legalità, se non c'è la comunità qui è perché non si sente colpevole. E' sbagliato spostare la discussione sulla città, ed è stato un inciampo non convocare il consiglio subito dopo l'omicidio Capone, che era un cittadino perbene. Non si può continuare a vivere di ricatti, che il sindaco subisce per poter andare avanti. L'unità si costruisce sul rispetto".
Dopo un intervento del presidente della Fondazione Pomarici Santomasi Agostino Giglio sull'importanza della promozione dei valori nella società civile, la maggioranza replica facendo quadrato intorno a Valente: "La città ha espresso affetto al sindaco – afferma Mimmo Cardascia – che non è soggetto a nessun ricatto, abbiamo rispetto per le vittime e siamo al fianco della famiglia Capone. Diciamo no a questa cultura del sospetto e delle false accuse che si esprime anche via social network". "Gravina non ha un problema di mafiosità, – dichiara l'assessore Nicola Lagreca -ma c'è una sparuta minoranza della città sta giocando in modo macabro, cerchiamo di abbassare i toni, la violenza non ha colore politico". "Non c'è bisogno di scontro, con la coesione isoleremo i violenti" è l'appello di Peppino Carulli, mentre l'assessore Christian Divella invita ancora ad abbassare i toni: "Basta insinuazioni – dichiara – diciamo no ai processi mediatici".
La replica finale spetta ovviamente al primo cittadino: "Comunità e politica non sono divise – afferma con forza il sindaco Alesio Valente replicando a Vendola - abbiamo sempre detto 'via i violenti dalla città' e lo ripetiamo. Abbiamo subito acceso i riflettori sul caso Capone e dato risposte concrete, convocando a Gravina per il 7 aprile il comitato per l'ordine e la sicurezza e chiedendo la collaborazione dell'associazione antiracket, certe cose non devono accadere mai più. Qui dentro – conclude Valente - non ci sono responsabili di illegalità, abbiamo le carte in regola per il riscatto della città. Vogliamo che legalità sia sinonimo di moralità, e anche di libertà per tutti i cittadini".
La seduta viene sospesa per una lunga pausa necessaria a stilare il documento finale, ma quando il presidente Giacinto Lupoli richiama i consiglieri in aula, quelli di opposizione sono tutti tornati a casa: il testo, che esprime piena solidarietà al sindaco e stigmatizza ogni forma di violenza, ribadendo la difesa della legalità, viene votato dalla sola maggioranza.
E' questo l'esito del consiglio comunale monotematico celebratosi giovedì, di fronte a una platea meno piena del solito, in seguito all'ultimo episodio di criminalità, l'ultimo di una lunga serie che ha avvelenato il clima cittadino provocando sconcerto e interrogativi rimasti finora senza risposta. Presenti in aula, oltre all'ex sindaco Franco Laiso (che interverrà ricordando l'incontro nel '94 con il giudice Caponnetto), anche i rappresentanti di tutte le forze politiche, anche esterne al consiglio, del mondo della cultura e del lavoro.
Ed è proprio a Vincenzo Mastromauro della Uil, dopo la lettura di un messaggio di solidarietà al sindaco letto dal consigliere Maria Ariani a nome del Fli, ad esprimere le considerazioni delle forze sindacali: "La condanna per questi gravi atti deve essere senza se e senza ma, occorre una riflessione su quello che sta diventando questa città. La classe dirigente si è allontanata dalla gente, bisogna ricucire il tessuto sociale ormai sfilacciato". Doveroso il cordoglio per Pierino Capone, che viene ricordato anche da Maria Antonietta Sallicati, di Fratelli d'Italia-Alleanza nazionale, in rappresentanza del centrodestra: "Ci rammarica sentir parlare di Gravina come città priva di legalità, quello che manca è la cultura della legalità, e ci è sembrato ardito parlare di "primavera" a pochi giorni da un efferato delitto. Chiediamo attenzione al tema della sicurezza".
"S'impone una riflessione sull'humus alla base di certi episodi – dichiara Rosa Fiore, segretario di Sel – invito il consiglio a istituire un tavolo permanente con forze dell'ordine e agenzie educative per monitorare i comportamenti criminosi".
Dopo gli interventi dei consiglieri di maggioranza Sante Giordano, Michele Lamuraglia e Raffaele Lorusso, incentrati sulla necessità ed il dovere per la classe politica di fare fronte comune nella reazione alle minacce della criminalità, tocca a Salvatore Angellotti dare voce alle perplessità delle opposizioni: "Sono deluso dalla maggioranza – dichiara – mi aspettavo proposte concrete. Con quali strumenti diamo risposte alla questione legalità? Non basta esprimere solidarietà". L'affondo maggiore però arriva, ancora una volta, dal capogruppo Rino Vendola: "Tre sindaci sono stati colpiti allo stesso modo – dichiara il penalista – con tre azioni che provengono dalla stessa mano, sebbene né io né Divella convocammo un consiglio apposito. Il tema di stasera non è la solidarietà a Valente, che è scontata, ma la legalità, se non c'è la comunità qui è perché non si sente colpevole. E' sbagliato spostare la discussione sulla città, ed è stato un inciampo non convocare il consiglio subito dopo l'omicidio Capone, che era un cittadino perbene. Non si può continuare a vivere di ricatti, che il sindaco subisce per poter andare avanti. L'unità si costruisce sul rispetto".
Dopo un intervento del presidente della Fondazione Pomarici Santomasi Agostino Giglio sull'importanza della promozione dei valori nella società civile, la maggioranza replica facendo quadrato intorno a Valente: "La città ha espresso affetto al sindaco – afferma Mimmo Cardascia – che non è soggetto a nessun ricatto, abbiamo rispetto per le vittime e siamo al fianco della famiglia Capone. Diciamo no a questa cultura del sospetto e delle false accuse che si esprime anche via social network". "Gravina non ha un problema di mafiosità, – dichiara l'assessore Nicola Lagreca -ma c'è una sparuta minoranza della città sta giocando in modo macabro, cerchiamo di abbassare i toni, la violenza non ha colore politico". "Non c'è bisogno di scontro, con la coesione isoleremo i violenti" è l'appello di Peppino Carulli, mentre l'assessore Christian Divella invita ancora ad abbassare i toni: "Basta insinuazioni – dichiara – diciamo no ai processi mediatici".
La replica finale spetta ovviamente al primo cittadino: "Comunità e politica non sono divise – afferma con forza il sindaco Alesio Valente replicando a Vendola - abbiamo sempre detto 'via i violenti dalla città' e lo ripetiamo. Abbiamo subito acceso i riflettori sul caso Capone e dato risposte concrete, convocando a Gravina per il 7 aprile il comitato per l'ordine e la sicurezza e chiedendo la collaborazione dell'associazione antiracket, certe cose non devono accadere mai più. Qui dentro – conclude Valente - non ci sono responsabili di illegalità, abbiamo le carte in regola per il riscatto della città. Vogliamo che legalità sia sinonimo di moralità, e anche di libertà per tutti i cittadini".
La seduta viene sospesa per una lunga pausa necessaria a stilare il documento finale, ma quando il presidente Giacinto Lupoli richiama i consiglieri in aula, quelli di opposizione sono tutti tornati a casa: il testo, che esprime piena solidarietà al sindaco e stigmatizza ogni forma di violenza, ribadendo la difesa della legalità, viene votato dalla sola maggioranza.