Palazzo di città
Consiglio comunale, la videoconferenza fa flop
Troppi problemi tecnici e la seduta dell’assise viene rinviata
Gravina - lunedì 1 giugno 2020
20.11
Qualcuno avrebbe detto: "cronaca di una morte annunciata". La prima seduta a distanza del consiglio comunale non è andata liscia, così come qualche Cassandra aveva già ipotizzato. Problemi audio e problemi video hanno caratterizzato la riunione del primo consiglio comunale in videoconferenza. Alcuni consiglieri erano visibili, ma non si sentiva ciò che dicevano; per altri, invece, si sentiva la loro voce ma non funzionava la web cam.
E così tra inviti ad aumentare il volume, a riavviare i device ed a trovare una connessione più stabile, la prima ora del consiglio comunale è trascorsa senza riuscire ad entrare nel merito di nessun punto, anzi senza riuscire neppure a fare l'appello per stabilire se la seduta fosse valida o meno. Dopo queste scaramucce iniziali finalmente si è stabilito il numero dei presenti (20 consiglieri) e la seduta è stata dichiarata valida, con oltre un'ora di ritardo dal presunto orario d'inizio.
Apertura che è bastata il tempo di chiamare una sospensione, per i canonici dieci minuti, nella speranza di riuscire a sistemare la strumentazione che consentisse uno svolgimento del consiglio più dignitoso. Speranza naufragata quando il presidente Digiesi per evidenti problemi tecnici ha dovuto gettare la spugna, rinviando il consiglio comunale alle 17 di mercoledì 3 giugno, in seconda convocazione.
Anche il pubblico da casa ha dovuto assistere al consiglio con gravi difficoltà per i continui bug che non hanno permesso di comprendere quanto stesse accadendo. Per qualcuno si è trattato di un flop e di un sistema che va sicuramente rivisto in molti particolari che non hanno funzionato.
"Possiamo prendere atto che non è possibile andare avanti in questo modo. Stiamo dando uno spettacolo indecoroso"- è stato il commento in fase di appello del consigliere di opposizione Michele Lorusso.
E tutte queste vicissitudini probabilmente hanno dato ragione ai quattro consiglieri di opposizione Angelo Lapolla, Michele Lorusso, Ezio Simone e Ignazio Lovero che fino a qualche ora prima dell'inizio della seduta avevano chiesto di verificare l'agibilità dell'aula consiliare per poter svolgere, nei limiti previsti dalle norme anticovid, una seduta dell'assise comunale in presenza, puntando il dito contro il presidente del consiglio comunale, "rea" -a loro dire- di non aver voluto prendere in considerazione le proprie istanze.
E così tra inviti ad aumentare il volume, a riavviare i device ed a trovare una connessione più stabile, la prima ora del consiglio comunale è trascorsa senza riuscire ad entrare nel merito di nessun punto, anzi senza riuscire neppure a fare l'appello per stabilire se la seduta fosse valida o meno. Dopo queste scaramucce iniziali finalmente si è stabilito il numero dei presenti (20 consiglieri) e la seduta è stata dichiarata valida, con oltre un'ora di ritardo dal presunto orario d'inizio.
Apertura che è bastata il tempo di chiamare una sospensione, per i canonici dieci minuti, nella speranza di riuscire a sistemare la strumentazione che consentisse uno svolgimento del consiglio più dignitoso. Speranza naufragata quando il presidente Digiesi per evidenti problemi tecnici ha dovuto gettare la spugna, rinviando il consiglio comunale alle 17 di mercoledì 3 giugno, in seconda convocazione.
Anche il pubblico da casa ha dovuto assistere al consiglio con gravi difficoltà per i continui bug che non hanno permesso di comprendere quanto stesse accadendo. Per qualcuno si è trattato di un flop e di un sistema che va sicuramente rivisto in molti particolari che non hanno funzionato.
"Possiamo prendere atto che non è possibile andare avanti in questo modo. Stiamo dando uno spettacolo indecoroso"- è stato il commento in fase di appello del consigliere di opposizione Michele Lorusso.
E tutte queste vicissitudini probabilmente hanno dato ragione ai quattro consiglieri di opposizione Angelo Lapolla, Michele Lorusso, Ezio Simone e Ignazio Lovero che fino a qualche ora prima dell'inizio della seduta avevano chiesto di verificare l'agibilità dell'aula consiliare per poter svolgere, nei limiti previsti dalle norme anticovid, una seduta dell'assise comunale in presenza, puntando il dito contro il presidente del consiglio comunale, "rea" -a loro dire- di non aver voluto prendere in considerazione le proprie istanze.