Palazzo di città
Consiglio: maggioranza in difficoltà, opposizione a pezzi
I consiglieri Tedesco e De Benedictis si sganciano dalla minoranza. Via libera alla riqualificazione di via Genova.
Gravina - giovedì 27 dicembre 2012
17.20
Davanti ad una platea semivuota, il consiglio comunale di fine anno si svolge tra l'approvazione di importanti punti amministrativi e aspre polemiche politiche.
Ad essere vuoti non sono però solo i posti del pubblico: all'appello mancano il capogruppo democratico Sante Giordano ed i tre del Patto federativo: Giuseppe Mazzilli, Maria Ariani e Francesco Santomasi. Il presidente Giacinto Lupoli legge un documento con cui l'assenza viene giustificata adducendo ragioni di ordine personale. La spiegazione non convince l'opposizione, che prova a far mancare il numero legale abbandonando l'aula. "La maggioranza politica non c'è – tuona Angelo Petrara – occorre uscire una volta per tutte dall'ambiguità e dal non detto che caratterizzano questa amministrazione". L'invito alla chiarezza, però, permette di far emergere che anche tra le opposizioni vi siano opinioni differenti e cambi di linea. I consiglieri Michele Tedesco e Salvatore De Benedictis, che voteranno sì a tutti i provvedimenti, restano infatti platealmente al loro posto, con il secondo che motiva la decisione nell'interesse dello sviluppo cittadino, incassando l'apprezzamento del primo cittadino Alesio Valente: "Senza questi impedimenti famigliari la maggioranza ci sarebbe. Al nostro interno c'è un dibattito che chiuderemo definitivamente tra qualche giorno". "Se si abbandona l'aula non si vuole chiarezza – interviene di rincalzo Mimmo Cardascia - occorre uscire da questo stato d'assedio, anche perché alle prossime elezioni nazionali correremo insieme". "Le meline non creano condizioni favorevoli al bene della città – rincara la dose Raffaele Lorusso – dobbiamo anteporre i fatti e le azioni alle parole, anche perché nella conferenza dei capigruppo c'era accordo". L'intervento salomonico del presidente Lupoli chiude la questione e la minoranza rientra in consiglio: "Siamo qui per dare il nostro contributo e non accettiamo prediche su chi è buono e chi è cattivo", è la conclusione di Petrara.
Il punto più importante, quello della ratifica della variazione al bilancio per il finanziamento destinato al recupero della piazza di via Genova, scatena la polemica mai sopita tra le due anime del centrosinistra. "Il consiglio comunale non può approvare se non conosce il progetto – attacca Rino Vendola – e poi perché dobbiamo spendere 800.000 euro? E' uno spreco di risorse pubbliche che potrebbero essere destinate per altri interventi. A suo tempo presentammo un progetto di intervento e di riqualificazione sulla base di un'analisi del congestionamento di quel quadrilatero, che prevedeva una struttura snella e versatile, dal costo di 85.000 euro". "Il progetto è agli atti e avete il dovere di consultarlo presso gli uffici – replica Paolo Calculli – se l'avvocato Vendola riesce a realizzare qualcosa di valido con una cifra inferiore faccia una proposta. Perché non si fece nulla allora?" "Il Comune può introitare la somma della Regione solo ratificando la variazione – chiosa il sempre preciso Michele Lamuraglia – e la bonifica di rifiuti speciali prevista fa lievitare i costi". Alla fine il punto incassa anche il sì dell'opposizione, subordinato alla concessione di una illustrazione del progetto nel prossimo consiglio, illustrazione scevra – ci tiene a spiegare Valente – da qualsiasi ipotesi di modifica.
Il punto sulla riqualificazione energetica della scuola materna "L'albero azzurro" sui benefici dell'impianto fotovoltaico da installare sul tetto non convince la minoranza, che si astiene; stesso atteggiamento tenuto sull'approvazione della rettifica degli allegati A e B del piano delle alienazioni, in merito alle confusioni sull'appartenenza di alcune particelle al patrimonio comunale. Voto unanime per l'atto costitutivo e lo statuto dell'Unione dei Comuni, e no dell'opposizione al riconoscimento dei debiti fuori bilancio in merito ad alcuni lavori ad opera di ditte private a cui non viene riconosciuto l'utile per mancato ricorso alla procedura d'urgenza, mentre l'ultimo punto, quello sulla commissione speciale del lavoro e dello sviluppo, viene rinviato per consentire ai gruppi di approfondire l'argomento.
Ad essere vuoti non sono però solo i posti del pubblico: all'appello mancano il capogruppo democratico Sante Giordano ed i tre del Patto federativo: Giuseppe Mazzilli, Maria Ariani e Francesco Santomasi. Il presidente Giacinto Lupoli legge un documento con cui l'assenza viene giustificata adducendo ragioni di ordine personale. La spiegazione non convince l'opposizione, che prova a far mancare il numero legale abbandonando l'aula. "La maggioranza politica non c'è – tuona Angelo Petrara – occorre uscire una volta per tutte dall'ambiguità e dal non detto che caratterizzano questa amministrazione". L'invito alla chiarezza, però, permette di far emergere che anche tra le opposizioni vi siano opinioni differenti e cambi di linea. I consiglieri Michele Tedesco e Salvatore De Benedictis, che voteranno sì a tutti i provvedimenti, restano infatti platealmente al loro posto, con il secondo che motiva la decisione nell'interesse dello sviluppo cittadino, incassando l'apprezzamento del primo cittadino Alesio Valente: "Senza questi impedimenti famigliari la maggioranza ci sarebbe. Al nostro interno c'è un dibattito che chiuderemo definitivamente tra qualche giorno". "Se si abbandona l'aula non si vuole chiarezza – interviene di rincalzo Mimmo Cardascia - occorre uscire da questo stato d'assedio, anche perché alle prossime elezioni nazionali correremo insieme". "Le meline non creano condizioni favorevoli al bene della città – rincara la dose Raffaele Lorusso – dobbiamo anteporre i fatti e le azioni alle parole, anche perché nella conferenza dei capigruppo c'era accordo". L'intervento salomonico del presidente Lupoli chiude la questione e la minoranza rientra in consiglio: "Siamo qui per dare il nostro contributo e non accettiamo prediche su chi è buono e chi è cattivo", è la conclusione di Petrara.
Il punto più importante, quello della ratifica della variazione al bilancio per il finanziamento destinato al recupero della piazza di via Genova, scatena la polemica mai sopita tra le due anime del centrosinistra. "Il consiglio comunale non può approvare se non conosce il progetto – attacca Rino Vendola – e poi perché dobbiamo spendere 800.000 euro? E' uno spreco di risorse pubbliche che potrebbero essere destinate per altri interventi. A suo tempo presentammo un progetto di intervento e di riqualificazione sulla base di un'analisi del congestionamento di quel quadrilatero, che prevedeva una struttura snella e versatile, dal costo di 85.000 euro". "Il progetto è agli atti e avete il dovere di consultarlo presso gli uffici – replica Paolo Calculli – se l'avvocato Vendola riesce a realizzare qualcosa di valido con una cifra inferiore faccia una proposta. Perché non si fece nulla allora?" "Il Comune può introitare la somma della Regione solo ratificando la variazione – chiosa il sempre preciso Michele Lamuraglia – e la bonifica di rifiuti speciali prevista fa lievitare i costi". Alla fine il punto incassa anche il sì dell'opposizione, subordinato alla concessione di una illustrazione del progetto nel prossimo consiglio, illustrazione scevra – ci tiene a spiegare Valente – da qualsiasi ipotesi di modifica.
Il punto sulla riqualificazione energetica della scuola materna "L'albero azzurro" sui benefici dell'impianto fotovoltaico da installare sul tetto non convince la minoranza, che si astiene; stesso atteggiamento tenuto sull'approvazione della rettifica degli allegati A e B del piano delle alienazioni, in merito alle confusioni sull'appartenenza di alcune particelle al patrimonio comunale. Voto unanime per l'atto costitutivo e lo statuto dell'Unione dei Comuni, e no dell'opposizione al riconoscimento dei debiti fuori bilancio in merito ad alcuni lavori ad opera di ditte private a cui non viene riconosciuto l'utile per mancato ricorso alla procedura d'urgenza, mentre l'ultimo punto, quello sulla commissione speciale del lavoro e dello sviluppo, viene rinviato per consentire ai gruppi di approfondire l'argomento.