Territorio
Consorzi commissariati, altre cartelle in arrivo
Lo stop di CIA e Copagri
Gravina - venerdì 19 maggio 2023
"I Consorzi di Bonifica commissariati (Arneo, Stornara e Tara, Terre d'Apulia e Ugento Li Foggi) vanno immediatamente riformati. Senza se e senza ma". Non lascia dubbi di interpretazione la presa di posizione espressa da Gennaro Sicolo, presidente di CIA Agricoltori Italiani Puglia, e da Michele Palermo, presidente di Copagri Puglia. Le due organizzazioni, che il 22 maggio manifesteranno unitariamente - e con agricoltori provenienti da Lecce, Taranto e Brindisi, oltre che dalla Bat e da
tutto il Barese - con un sit-in davanti alla sede della Regione Puglia.
IL DOCUMENTO. Al presidente Emiliano e agli assessori Piemontese (Bilancio) e Pentassuglia (Agricoltura), consegneranno un documento molto chiaro che esprime 4 "NO" e tre "SI": "no al Tributo 630 e alle cartelle pazze, si invece al saldo e stralcio delle cartelle; no all'aumento delle tariffe irrigue, si a un immediato avvio della stagione irrigua". Fondamentali, inoltre, sono il "NO" al prosieguo della gestione commissariale e un SI deciso e ultimativo su una riforma immediata dei Consorzi di Bonifica. Una riforma che, specificano le due organizzazione, NON deve contemplare la creazione di un Consorzio Unico: troppo differenti sono condizioni e necessità specifiche, territoriali e colturali, delle diverse aree della Puglia. Con il Consorzio Unico, il rischio è quello di non riuscire a modulare interventi e servizi nel modo più adeguato per sostenere lo sviluppo dell'agricoltura.
GLI AVVISI IN ARRIVO. "Dopo gli avvisi relativi al triennio 2019-2021, il Commissario straordinario dei Consorzi si appresta a emettere altri avvisi per gli anni 2022 e 2023 relativi al Tributo 630, riguardante la manutenzione ordinaria per la difesa del territorio. Attualmente, e da molti anni ormai, quel servizio non viene erogato dai Consorzi Commissariati, esiste solo sulla carta, come tutti gli altri servizi purtroppo. É legittimo pretendere il pagamento di un servizio che non viene corrisposto? Noi crediamo di no. Ecco perché contestiamo la procedura di definizione e di ripartizione del Tributo 630, per certi versi illegittima e sicuramente incongrua. "É necessario procedere al saldo e stralcio delle cartelle di pagamento degli ultimi anni inviate agli agricoltori. Si individui e si attivi un meccanismo di rottamazione e stralcio dei crediti oggi vantati dai Consorzi nei confronti dei propri soci, in considerazione delle annualità non riscosse e ancora in fase di riparto in applicazione dei piani di classifica vigenti", spiegano Sicolo e Palermo.
"NON SULLE SPALLE DELLE AZIENDE". "É necessario, inoltre, un ampliamento della platea dei contribuenti, mutuando il principio che a sostenere i costi per il rischio idraulico e idrogeologico deve concorrere la maggior parte della popolazione pugliese, non soltanto quei proprietari di terreni – le aziende agricole – situati nelle aree caratterizzate da maggiori criticità e spesso svantaggiate della regione. L'azione costante di prevenzione che spetta ai Consorzi produce, o meglio dovrebbe produrre, vantaggi diretti e indiretti che richiedono una compartecipazione più vasta. Questo determinerebbe anche una maggiore sostenibilità dei contributi di bonifica che, com'è evidente, non può ricadere totalmente sulle spalle delle aziende già schiacciate da costi di produzione e di gestione esorbitanti".
tutto il Barese - con un sit-in davanti alla sede della Regione Puglia.
IL DOCUMENTO. Al presidente Emiliano e agli assessori Piemontese (Bilancio) e Pentassuglia (Agricoltura), consegneranno un documento molto chiaro che esprime 4 "NO" e tre "SI": "no al Tributo 630 e alle cartelle pazze, si invece al saldo e stralcio delle cartelle; no all'aumento delle tariffe irrigue, si a un immediato avvio della stagione irrigua". Fondamentali, inoltre, sono il "NO" al prosieguo della gestione commissariale e un SI deciso e ultimativo su una riforma immediata dei Consorzi di Bonifica. Una riforma che, specificano le due organizzazione, NON deve contemplare la creazione di un Consorzio Unico: troppo differenti sono condizioni e necessità specifiche, territoriali e colturali, delle diverse aree della Puglia. Con il Consorzio Unico, il rischio è quello di non riuscire a modulare interventi e servizi nel modo più adeguato per sostenere lo sviluppo dell'agricoltura.
GLI AVVISI IN ARRIVO. "Dopo gli avvisi relativi al triennio 2019-2021, il Commissario straordinario dei Consorzi si appresta a emettere altri avvisi per gli anni 2022 e 2023 relativi al Tributo 630, riguardante la manutenzione ordinaria per la difesa del territorio. Attualmente, e da molti anni ormai, quel servizio non viene erogato dai Consorzi Commissariati, esiste solo sulla carta, come tutti gli altri servizi purtroppo. É legittimo pretendere il pagamento di un servizio che non viene corrisposto? Noi crediamo di no. Ecco perché contestiamo la procedura di definizione e di ripartizione del Tributo 630, per certi versi illegittima e sicuramente incongrua. "É necessario procedere al saldo e stralcio delle cartelle di pagamento degli ultimi anni inviate agli agricoltori. Si individui e si attivi un meccanismo di rottamazione e stralcio dei crediti oggi vantati dai Consorzi nei confronti dei propri soci, in considerazione delle annualità non riscosse e ancora in fase di riparto in applicazione dei piani di classifica vigenti", spiegano Sicolo e Palermo.
"NON SULLE SPALLE DELLE AZIENDE". "É necessario, inoltre, un ampliamento della platea dei contribuenti, mutuando il principio che a sostenere i costi per il rischio idraulico e idrogeologico deve concorrere la maggior parte della popolazione pugliese, non soltanto quei proprietari di terreni – le aziende agricole – situati nelle aree caratterizzate da maggiori criticità e spesso svantaggiate della regione. L'azione costante di prevenzione che spetta ai Consorzi produce, o meglio dovrebbe produrre, vantaggi diretti e indiretti che richiedono una compartecipazione più vasta. Questo determinerebbe anche una maggiore sostenibilità dei contributi di bonifica che, com'è evidente, non può ricadere totalmente sulle spalle delle aziende già schiacciate da costi di produzione e di gestione esorbitanti".