Politica
Contrada Cozzarolo e la bonifica solo annunciata
Il Gruppo Regionale dei Cinque Stelle interroga la giunta
Gravina - domenica 27 marzo 2016
Che fine ha fatto la bonifica dell'ex cava di Contrada Cozzarolo?
La vicenda è finta sul tavolo dei consiglieri regionali Cinque Stelle che hanno riportato agli onori della cronaca una vicenda vecchia di qualche decennio a proposito dell'area dichiarata a rischio cancerogeno e mai messa in sicurezza, tanto che tutt'oggi ci pascolano greggi di pecore.
"L'area in questione è stata adibita a discarica tra il 1989 e il 1994, in deroga alle prescrizioni di legge ma regolarmente autorizzata dal decreto Ronchi. Nel '94 veniva quindi posta sotto sequestro per poi essere dissequestrata nel 1998. Nel 2000 veniva incredibilmente concessa in locazione ad un privato per la realizzazione di un centro ippico. Alcune analisi del 2007 ne hanno infine certificato il rischio cancerogeno dovuto all'emissione di biogas da parte dei rifiuti ivi interrati".
La ricostruzione è il frutto del lavoro documentato dei consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle Mario Conca, Cristian Casili ed Antonio Trevisi, e presentato alla giunta regionale con annessa sollecitazione ad intervenire celermente sulla vicenda.
I pentastellati ricordano come le leggi nazionali prevedano che la bonifica del sito inquinato sia a carico del comune in cui lo stesso ricade, ma che le stesse investano comunque le regioni di precise responsabilità, anche nell'anticipare i fondi funzionali alla messa in sicurezza.
"Il comune di Gravina ha enormi ed evidenti colpe in questa vicenda - proseguono i pentastellati - a partire dalla leggerezza con la quale ha permesso che il sito, nei primi anni 2000, potesse ospitare un maneggio, passando dall'omessa custodia giudiziara e, a seguire, con la mancata messa in sicurezza dei luoghi che proprio in questi giorni continuano ad essere adibiti ad aree di pascolo per ovini il cui latte non ci è dato sapere se e dove venga venduto."
"Le procedure propedeutiche alla bonifica sono ferme al 2007 - incalza Mario Conca - e, nonostante i vari solleciti pervenuti anche dalla cittadinanza attiva, l'amministrazione Valente si è limitata, negli anni, solo a vuoti proclami dal momento che, ad oggi, non risulta essere stato avviato alcun intervento di bonifica e messa in sicurezza dell'area da parte dell'Ente Comune. Eppure i soldi c'erano".
Il riferimento del consigliere gravinese è ad un primo stanziamento di circa 126mila euro di fondi regionali risale addirittura al 2003, mentre un secondo finanziamento regionale di poco meno di un milione e mezzo di euro è stato approvato dalla giunta comunale nel maggio 2011, per la caratterizzazione, bonifica e messa in sicurezza dei siti contaminati di proprietà pubblica nel comune di Gravina in Puglia. Da ultimo lo stanziamento di 100mila euro, anche questi in larga parte garantiti dalla Regione Puglia, che sarebbero dovuti servire anche per la bonifica dell'area di contrada Cozzarolo, entro il 31 marzo 2016 come dichiarava poco prima di Natale il primo cittadino. "All'assessore all'ambiente e a quello con delega al demanio e patrimonio - concludono - chiediamo di promuovere le opportune verifiche sullo stato di inquinamento del sito, sulla condotta gravemente omissiva del Comune di Gravina e di predisporre, in tempi rapidi, tutte le procedure propedeutiche alla definitiva bonifica e messa in sicurezza dell'area dell'ex discarica di Cozzarolo".
La vicenda è finta sul tavolo dei consiglieri regionali Cinque Stelle che hanno riportato agli onori della cronaca una vicenda vecchia di qualche decennio a proposito dell'area dichiarata a rischio cancerogeno e mai messa in sicurezza, tanto che tutt'oggi ci pascolano greggi di pecore.
"L'area in questione è stata adibita a discarica tra il 1989 e il 1994, in deroga alle prescrizioni di legge ma regolarmente autorizzata dal decreto Ronchi. Nel '94 veniva quindi posta sotto sequestro per poi essere dissequestrata nel 1998. Nel 2000 veniva incredibilmente concessa in locazione ad un privato per la realizzazione di un centro ippico. Alcune analisi del 2007 ne hanno infine certificato il rischio cancerogeno dovuto all'emissione di biogas da parte dei rifiuti ivi interrati".
La ricostruzione è il frutto del lavoro documentato dei consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle Mario Conca, Cristian Casili ed Antonio Trevisi, e presentato alla giunta regionale con annessa sollecitazione ad intervenire celermente sulla vicenda.
I pentastellati ricordano come le leggi nazionali prevedano che la bonifica del sito inquinato sia a carico del comune in cui lo stesso ricade, ma che le stesse investano comunque le regioni di precise responsabilità, anche nell'anticipare i fondi funzionali alla messa in sicurezza.
"Il comune di Gravina ha enormi ed evidenti colpe in questa vicenda - proseguono i pentastellati - a partire dalla leggerezza con la quale ha permesso che il sito, nei primi anni 2000, potesse ospitare un maneggio, passando dall'omessa custodia giudiziara e, a seguire, con la mancata messa in sicurezza dei luoghi che proprio in questi giorni continuano ad essere adibiti ad aree di pascolo per ovini il cui latte non ci è dato sapere se e dove venga venduto."
"Le procedure propedeutiche alla bonifica sono ferme al 2007 - incalza Mario Conca - e, nonostante i vari solleciti pervenuti anche dalla cittadinanza attiva, l'amministrazione Valente si è limitata, negli anni, solo a vuoti proclami dal momento che, ad oggi, non risulta essere stato avviato alcun intervento di bonifica e messa in sicurezza dell'area da parte dell'Ente Comune. Eppure i soldi c'erano".
Il riferimento del consigliere gravinese è ad un primo stanziamento di circa 126mila euro di fondi regionali risale addirittura al 2003, mentre un secondo finanziamento regionale di poco meno di un milione e mezzo di euro è stato approvato dalla giunta comunale nel maggio 2011, per la caratterizzazione, bonifica e messa in sicurezza dei siti contaminati di proprietà pubblica nel comune di Gravina in Puglia. Da ultimo lo stanziamento di 100mila euro, anche questi in larga parte garantiti dalla Regione Puglia, che sarebbero dovuti servire anche per la bonifica dell'area di contrada Cozzarolo, entro il 31 marzo 2016 come dichiarava poco prima di Natale il primo cittadino. "All'assessore all'ambiente e a quello con delega al demanio e patrimonio - concludono - chiediamo di promuovere le opportune verifiche sullo stato di inquinamento del sito, sulla condotta gravemente omissiva del Comune di Gravina e di predisporre, in tempi rapidi, tutte le procedure propedeutiche alla definitiva bonifica e messa in sicurezza dell'area dell'ex discarica di Cozzarolo".