Ospedale e Sanità
“Contrastare la povertà sanitaria”: sette progetti per 11 mln per l’ASL Bari
L’azienda sanitaria è tra i beneficiari del PNES - Programma Nazionale “Equità nella Salute” 2021-2027, finanziato dalla UE
Gravina - mercoledì 16 ottobre 2024
14.07 Comunicato Stampa
Portare la Sanità pubblica sino alle fasce più marginali della società, là dove non sempre è possibile arrivare a causa di condizioni sociali ed economiche particolarmente difficili: migranti, popolazioni nomadi, persone senza fissa dimora, famiglie a basso reddito.
La ASL Bari scende in campo con un piano da oltre 11 milioni di euro per "Contrastare la povertà sanitaria", così si chiama l'area d'intervento del Programma Nazionale Equità nella Salute – PNES all'interno del quale sono state selezionato 38 aziende sanitarie di sette regioni italiane, oltre alla Puglia, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Sardegna e Sicilia, individuate per rafforzare i servizi sanitari e renderne più equo l'accesso, anche nell'ottica di sviluppare un'azione di sistema e la capacità di coinvolgimento e partecipazione dei sistemi sanitari regionali.
Il piano di interventi della ASL Bari (inseriti nella delibera di presa d'atto n° 2093 dell'11 ottobre 2024), elaborato da un gruppo di lavoro aziendale diretto dal Dipartimento Governo della Domanda e Offerta Sanitaria (direttrice dott.ssa Silvana Fornelli) e dall'Area Socio Sanitaria (dott.ssa Ilaria Zingaro), è costituito da sette progetti per un ammontare complessivo di 11 milioni e 146.961 euro, suddivisi tra fondi FESR (4.388.216) e FSE (6.758.744), approvati dall'Istituto Nazionale Migrazioni e Povertà (INMP), quale organismo intermedio con cui la ASL Bari ha sottoscritto un'apposita convenzione.
L'attenzione del PNES è puntata in modo particolare sull'area del contrasto della povertà sanitaria, in cui la ASL Bari svilupperà per un periodo di cinque anni (dall'ottobre 2024 al dicembre 2029) attività che mirano a concretizzare iniziative capaci di ridurre le barriere di accesso ai servizi sanitari e sociosanitari per le persone vulnerabili dal punto di vista socio-economico, mediante il paradigma della sanità pubblica di prossimità, dell'inclusione attiva, dell'integrazione sociosanitaria e di comunità.
Per la realizzazione degli obiettivi, la ASL Bari ha previsto l'acquisto di tre cliniche mobili attrezzate per visite mediche e altre prestazioni sanitarie di base, l'allestimento di ambulatori fissi situati in zone strategiche e facilmente accessibili e la costituzione di équipe multidisciplinari e trasversali (composte da medico, infermiere, autista, amministrativo ed altre figure specifiche) per le cure di base e quelle specialistiche.
Altro filone importante è rappresentato dalla fornitura e distribuzione di farmaci di fascia A e C, essenziali per la cura della salute sanitaria in quanto utilizzati per malattie croniche gravi, a persone svantaggiate per migliorarne la qualità di vita e promuovere l'equità nell'accesso ai servizi sanitari.
Fondamentale, tanto da essere inserito in un progetto ad hoc, sarà la co-progettazione tra l'ASL Bari e gli Enti del Terzo Settore (ETS) di interventi finalizzati a contrastare la povertà sanitaria attraverso una serie di attività coordinate e mirate, a partire dalla mappatura dei bisogni territoriali dei vari siti identificati a livello di ogni Distretto Socio-Sanitario. Strettamente collegato a quest'ultimo progetto, anche quello che la ASL Bari intende sviluppare, con un approccio integrato e partecipativo, attivando la collaborazione con i Leader delle Comunità di popolazioni socio vulnerabili (PCSV) e i referenti delle associazioni di rappresentanza, per migliorare l'accesso e la qualità dei servizi sanitari offerti a tali gruppi.
Molta attenzione, con due diversi progetti, sarà inoltre posta dalla ASL Bari alla salute odontoiatrica delle fasce più vulnerabili di popolazione, alle quali saranno offerte visite e cure, ma anche la possibilità – con un finanziamento specifico - di poter usufruire di protesi odontoiatriche.
Ultimo capitolo del piano riguarda l'asimmetria informativa, per cui la ASL Bari ha in programma di produrre materiale informativo, finalizzato a diffondere uno stile di vita e comportamenti salutari, disponibile nelle lingue parlate dalle comunità di riferimento al fine di raggiungere, senza discriminazione, tutti i soggetti coinvolti: persone senza fissa dimora, famiglie a basso reddito, persone migranti e comunità RSC (Rom, Sinti e Caminanti).
La ASL Bari scende in campo con un piano da oltre 11 milioni di euro per "Contrastare la povertà sanitaria", così si chiama l'area d'intervento del Programma Nazionale Equità nella Salute – PNES all'interno del quale sono state selezionato 38 aziende sanitarie di sette regioni italiane, oltre alla Puglia, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Sardegna e Sicilia, individuate per rafforzare i servizi sanitari e renderne più equo l'accesso, anche nell'ottica di sviluppare un'azione di sistema e la capacità di coinvolgimento e partecipazione dei sistemi sanitari regionali.
Il piano di interventi della ASL Bari (inseriti nella delibera di presa d'atto n° 2093 dell'11 ottobre 2024), elaborato da un gruppo di lavoro aziendale diretto dal Dipartimento Governo della Domanda e Offerta Sanitaria (direttrice dott.ssa Silvana Fornelli) e dall'Area Socio Sanitaria (dott.ssa Ilaria Zingaro), è costituito da sette progetti per un ammontare complessivo di 11 milioni e 146.961 euro, suddivisi tra fondi FESR (4.388.216) e FSE (6.758.744), approvati dall'Istituto Nazionale Migrazioni e Povertà (INMP), quale organismo intermedio con cui la ASL Bari ha sottoscritto un'apposita convenzione.
L'attenzione del PNES è puntata in modo particolare sull'area del contrasto della povertà sanitaria, in cui la ASL Bari svilupperà per un periodo di cinque anni (dall'ottobre 2024 al dicembre 2029) attività che mirano a concretizzare iniziative capaci di ridurre le barriere di accesso ai servizi sanitari e sociosanitari per le persone vulnerabili dal punto di vista socio-economico, mediante il paradigma della sanità pubblica di prossimità, dell'inclusione attiva, dell'integrazione sociosanitaria e di comunità.
Per la realizzazione degli obiettivi, la ASL Bari ha previsto l'acquisto di tre cliniche mobili attrezzate per visite mediche e altre prestazioni sanitarie di base, l'allestimento di ambulatori fissi situati in zone strategiche e facilmente accessibili e la costituzione di équipe multidisciplinari e trasversali (composte da medico, infermiere, autista, amministrativo ed altre figure specifiche) per le cure di base e quelle specialistiche.
Altro filone importante è rappresentato dalla fornitura e distribuzione di farmaci di fascia A e C, essenziali per la cura della salute sanitaria in quanto utilizzati per malattie croniche gravi, a persone svantaggiate per migliorarne la qualità di vita e promuovere l'equità nell'accesso ai servizi sanitari.
Fondamentale, tanto da essere inserito in un progetto ad hoc, sarà la co-progettazione tra l'ASL Bari e gli Enti del Terzo Settore (ETS) di interventi finalizzati a contrastare la povertà sanitaria attraverso una serie di attività coordinate e mirate, a partire dalla mappatura dei bisogni territoriali dei vari siti identificati a livello di ogni Distretto Socio-Sanitario. Strettamente collegato a quest'ultimo progetto, anche quello che la ASL Bari intende sviluppare, con un approccio integrato e partecipativo, attivando la collaborazione con i Leader delle Comunità di popolazioni socio vulnerabili (PCSV) e i referenti delle associazioni di rappresentanza, per migliorare l'accesso e la qualità dei servizi sanitari offerti a tali gruppi.
Molta attenzione, con due diversi progetti, sarà inoltre posta dalla ASL Bari alla salute odontoiatrica delle fasce più vulnerabili di popolazione, alle quali saranno offerte visite e cure, ma anche la possibilità – con un finanziamento specifico - di poter usufruire di protesi odontoiatriche.
Ultimo capitolo del piano riguarda l'asimmetria informativa, per cui la ASL Bari ha in programma di produrre materiale informativo, finalizzato a diffondere uno stile di vita e comportamenti salutari, disponibile nelle lingue parlate dalle comunità di riferimento al fine di raggiungere, senza discriminazione, tutti i soggetti coinvolti: persone senza fissa dimora, famiglie a basso reddito, persone migranti e comunità RSC (Rom, Sinti e Caminanti).