carabinieri andria
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Cronaca

Da Andria a Gravina per un caffè stupefacente

In manette per spaccio un pregiudicato gravinese e un giovane altamurano

Dovranno rispondere di detenzione e spaccio di stupefacenti i due uomini arrestati dai Carabinieri della Compagnia di Andria, col fondamentale supporto dei militari della Stazione di Gravina.
Nel corso dei mirati servizi predisposti per il contrasto alla illecita attività dello spaccio di sostanze stupefacenti, i militari hanno tratto in arresto T.F. pregiudicato quarantenne di Gravina e D.N., 31enne di Altamura, commerciante, senza precedenti penali.

I Carabinieri dopo una attenta analisi delle informazioni apprese nel corso di questi mesi e che in più occasioni avevano posto i due arrestati sotto i riflettori, si sono appostati nei pressi di un bar di Gravina gestito dai due uomini e dove da diverso tempo era stata segnalata la presenza di noti pregiudicati, tra cui anche alcuni di origine andriese, impegnati in attività di spaccio. L'attività investigativa, in particolare, ha preso le mosse da Andria, dove i militari del Nucleo Operativo avevano notato la strana "abitudine" di alcuni tossicodipendenti andriesi di andare a prendere il caffè un po' troppo lontano da casa, e precisamente nella attività di Gravina.

L'altra sera, infatti, i militari appostatisi a ridosso del bar hanno rilevato un discreto ed ininterrotto viavai di soggetti noti alle forze dell'ordine, i quali prendevano contatti con il D.N., titolare dell'esercizio commerciale, che li indirizzava nei locali retrostanti della sala. Lì si recava per consegnare la droga e riscuotere il corrispettivo deponendolo nella cassa.
Non appena ne hanno avuto l'opportunità, i Carabinieri sono usciti allo scoperto, irrompendo nel bar per cominciare una minuziosa perquisizione dei luoghi: a quel punto hanno rinvenuto occultate dietro il bancone mescita, ben 52 grammi di cocaina, suddivisi in 31 involucri confezionati in cellophane e racchiusi con nastro adesivo. Sottoposti anche i gestori a perquisizione personale, il T.F. è stato trovato in possesso della somma contante di € 5.210,00, presumibile provento dell'illecita attività, mentre nel registratore di cassa sono stati rinvenuti ulteriori € 120,00.

Per loro si sono aperte le porte del Carcere di Bari.
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