alesio valente e giuseppe lapolla
alesio valente e giuseppe lapolla
Politica

Da Liberi e Uguali schiaffone politico ai Dem

La legge c'è e va rispettata basta con i cori da stadio

Le pugnalate fanno male soprattutto quando sono quelle degli amici.
Non a caso il segretario dem Nico Angelastro si è affrettato a commentare:"Cosa vi ha spinto, in questi ultimi giorni, a condividere un pensiero, come quello diffuso questa mattina dal comitato Liberi e Uguali di Gravina, totalmente incoerente con quello che avete fatto?
Stiamo parlando del comunicato diffuso dal comitato Liberi e Uguali guidato dagli ex democratici Giuseppe Lapolla e Sante Giordano a poche ore dalla sentenza del Tar che ha annullato le elezioni dello scorso giugno e commissariato il paese.
parole pesanti, cariche di amarezza ma anche sintomatiche di chi per troppo tempo ha conservato troppi sassolini nelle scarpe.

"Premettiamo che la notizia, pur ampiamente annunciata, aldilà del giudizio sull'amministrazione decaduta, impone anche a noi un certo sconcerto sulle conseguenze del vuoto politico creatosi, inedito sino ad oggi nell'esperienza della Città, dal momento che il commissariamento, per sua natura, assicura un minus di governo, di scelte, di partecipazione politica della comunità, elementi che nel caso di Gravina invece sarebbero fortemente auspicabili per i tanti problemi sociali irrisolti, per le manchevoli ma impellenti politiche ambientali e del territorio, per i tanti cittadini che chiedono di ritornare ad essere protagonisti nella costruzione di una città da vivere e non da subire".
Di qui la presa di distanza dagli ex amici di partito: "Purtuttavia non ci sentiamo di condividere né giustificare le tesi strumentali del sindaco uscente Valente e della sua maggioranza, laddove ritengono che, per rispetto del consenso popolare, a risultato acquisito, ogni pregresso atto irregolare, ogni formalità non rispettata nella procedura che ha portato a tale voto, diverrebbe trascurabile. Quel che è certo è che l'errore di forma c'è stato. Che sia stato inteso ad indurre in errore i firmatari sul sindaco sostenuto può essere mera speculazione, sebbene teoricamente non esclusa. Stante ciò, è necessario sottolineare e rammentare ad una maggioranza riottosa e inutilmente magniloquente che le regole, le norme, soprattutto quella che si è accertato essere stata violata, sono state poste proprio a tutela del corretto esercizio del principio democratico, come bene sanno gli addetti ai lavori, in cui sino a qualche tempo fa si annoveravano i partiti, i militanti, coloro che si occupavano e preoccupavano di politica".

E quindi errore o svista che sia: "La legge c'è e va osservata. Se c'è una sentenza la si deve rispettare. Al massimo la si appella, non la si discute e delegittima in pubblici conclavi. Perché è qui che si intravede un vulnus per la democrazia, quando la politica pensa di sottrarsi all'esercizio della giurisdizione, come invece i cittadini non possono fare. Riteniamo che la maggioranza abbia uno strumento per tutelare le proprie ragioni ed è l'impugnazione della sentenza, piuttosto che addossare le responsabilità dell'accaduto a chi, secondo le sue legittime prerogative ha sollevato il problema. Se un errore c'è stato, grave, è stato nell'approssimazione con cui sono state sbrigate le formalità preelettorali, formalità sostanziali si ripete. E ciò in conseguenza della scarsa attenzione irresponsabilmente riservata a questo momento della partita elettorale, tutti presi ed impegnati da ragionamenti e calcoli meschinamente limitati all'accaparramento del consenso anziché ispirati all'importante ruolo che un partito, una formazione politica, una lista hanno nell'intermediarsi con l'elettorato".

In coda un richiamo alla politica, quella vera fatta di partecipazione e identità, abbandonando il ricorso ai "comitati elettorali che nascono e muoiono nell'arco di qualche decina di giorni, esaurendo rapidamente un civismo opportunistico e di propaganda, non avvertono timore di sbaglio, né tremore istituzionale, né di dover pagare il prezzo dell'errore: al prossimo giro altro simbolo, altra giostra".
"Riteniamo – concludono da Liberi e Uguali - che di questo disdicevole inciampo, il quale certo non fa onore alla nostra Città e di ciò non possiamo che esserne addolorati, le "forze politiche" e l'intera comunità debbano fare tesoro, trasformarlo in una opportunità di rivedere e correggere dinamiche e condotte che hanno indegnamente caratterizzato le ultime consultazione elettorali, in cui si sono verificati fatti che non hanno avuto gli onori della cronaca giudiziaria, ma sono stati di gravità ben maggiore, come chiunque sa in questa Città. Il tifo da stadio, l'insulto facile, l'irridere volgare, il richiamo alle trincee, il "dalli all'untore", ma anche la facile e superficiale giustificazione, la maccheronica nonchalance, il buonismo di maniera non aiutano la soluzione di problemi che stanno alla base di quanto successo, né di quelli amministrativi che lamenta la Città, annosi, irrisolti nei mesi e negli anni scorsi con buona pace dei toni apocalittici di cui la maggioranza, causa del suo mal, fa largo uso, facendo terrorismo sull'esito del commissariamento, istituto "di legge" sussidiario e non punitivo".

"Non ci resta che auspicare che il giudizio di impugnazione faccia definitiva giustizia, quanto più rapidamente possibile, dell'accaduto e augurare buon lavoro alla dott.ssa Rossana Riflesso, commissario prefettizio, cui spetta il non facile compito di amministrare la nostra Città. Che non le manchi forza, equilibrio, neutralità, prospettiva e, soprattutto, silenzio".
© 2001-2024 Edilife. Tutti i diritti riservati. Nessuna parte di questo sito può essere riprodotta senza il permesso scritto dell'editore. Tecnologia: GoCity Urban Platform.
GravinaLife funziona grazie ai messaggi pubblicitari che stai bloccandoPer mantenere questo sito gratuito ti chiediamo disattivare il tuo AdBlock. Grazie.