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Cronaca

Delitto di via Guida: le indagini puntano sul mondo della mala

Il killer non avrebbe lasciato scampo a Mario Albergo. Giovedì l'autopsia.

Prima il colpo al petto. Poi quello alla testa. Sparato per finirlo, per non lasciargli scampo. Per essere certi di non lasciare feriti dietro di sè.

L'autopsia dovrebbe avere luogo nella giornata di giovedì. E fino ad allora tutto resterà avvolto nell'incertezza. Ma dagli ambienti investigativi filtra, più che un'indiscrezione, una sensazione: Mario Albergo, il quarantatreenne assassinato lunedì sera nel garage della sua abitazione di via Guida, sarebbe stato ucciso con modalità che richiamano quelle di un'esecuzione spietata, quasi una firma, al punto da indurre gli inquirenti a dare all'inchiesta una direzione netta: quella che porta al mondo del crimine.

Le ipotesi legate a piste alternative restano in piedi ma perdono consistenza: chi ha premuto il grilletto non ha agito sulla base dell'impeto, ma con coscienza, lucidità, determinazione e, soprattutto, premeditazione. La dinamica, del resto, è ormai chiara. E non lascerebbe dubbi: passate da poco le 21.30 di lunedì, Albergo rincasa. Entra nel garage della palazzina a due piani nella quale vive con la moglie e i tre figli, rispettivamente di 16, 11 e 3 anni. Ne uscirà cadavere. Chi alle sue spalle si muove nell'ombra conosce bene le sue abitudini. Le ha studiate. Sicuramente lo segue, o lo aspetta nei paraggi. E quando entra in azione non sbaglia. Mentre il quarantatreenne si accinge ad abbassare la saracinesca, gli si materializza davanti come un fantasma, d'improvviso, ed apre il fuoco senza che l'uomo, in passato sottoposto al regime della sorveglianza speciale, abbia neppure il tempo di gridare o abbozzare una reazione. La pistola calibro 7.65 dell'assassino ruggisce una prima volta, centrando il bersaglio umano al torace. Una frazione di secondo, e l'arma tuona ancora. Sempre da distanza ravvicinata, stavolta attingendolo al capo. E non per caso fortuito, ma per precisa volontà. Nel silenzio che segue, il sicario scappa. Forse a piedi. Atteso nelle vicinanze, molto probabilmente, da un complice. Intanto Albergo, riverso a terra in una pozza di sangue, viene soccorso da familiari ed amici prima che sul posto giunga un'ambulanza del 118: quando i medici arrivano lui respira ancora, ma la corsa verso l'ospedale di Altamura si rivelerà vana.

Le indagini: i Carabinieri avrebbero già effettuato diverse perquisizioni domiciliari (ma nessun esame stub, e questo la dice lunga sull'assenza di sospettati) a carico di pregiudicati del luogo. Avrebbero inoltre acquisito le registrazioni di diversi impianti di videosorveglianza di esercizi commerciali ed istituti commerciali affacciati su via Guida e sulla parallela e centralissima via Bari e sentito anche, come persone informate dei fatti, amici e parenti della vittima.

Si cerca di dare un volto al killer ed un movente alla sua azione: Albergo, figura tutt'altro che ignota alle cronache e alle forze dell'ordine, era rimasto coinvolto, nel 2002, nell'operazione "Il canto del cigno", con la quale la Dda barese aveva disarticolato i clan locali. E da allora era scomparso dai radar investigativi: aveva trovato un'occupazione stabile alle dipendenze di una ditta di trasporti e s'era tenuto alla larga dai guai con la legge. Allora, chi ha sparato? Perchè? Chi indaga non offre risposte, pur se tende ad escludere collegamenti diretti con l'omicidio di Nicola Matera, consumato il 5 ottobre scorso. Ma la scia di sangue che s'allunga sulla città rende palpabile la paura che dietro l'agguato di via Guida possa celarsi solo un grano di un lungo rosario di morte.

Nessuno lo dice, tutti lo temono.
  • Mario Albergo
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