Cronaca
Delitto passionale a Bolzano
In carcere carpentiere di origini gravinesi. L'uomo ha confessato, ma agli inquirenti ha detto: "Non volevo uccidere".
Gravina - domenica 24 marzo 2013
16.45
Il sospetto, il fuoco della passione e della gelosia. La lite, la morte. Poi le manette, ora la confessione.
Michele Calculli (nella foto Ansa, ndr), carpentiere trentottenne di origini gravinesi, ha ammesso le sue responsabilità. Ed avrebbe fornito la sua verità sulla morte del meccanico bolzanino Werner Hofer, di 45 anni, trovato morto a Bolzano nella serata di sabato 16 marzo lungo la strada che conduce ad una chiesa sulle alture che sovrastano la città.
L'uomo, sottoposto a fermo su disposizione della Procura poche ore dopo la scoperta del delitto, è comparso davanti al giudice delle indagini preliminari, Walter Pelino, per l'udienza di convalida. Rispondendo alle domande del magistrato, Calculli, già noto alle forze dell'ordine (e da poche settimane uscito dal carcere dopo aver scontato una pena a poco più di 3 anni di reclusione per vari reati), avrebbe riconosciuto gli addebiti, precisando tuttavia i contorni della vicenda e spiegando doversi ricondursi l'assassinio di Hofer, a lui legato da rapporti di amicizia, ad un litigio scoppiato per il sospetto che questi, nei giorni precedenti, avesse tentato di stringere una relazione con la compagna del carpentiere gravinese. Nel corso dell'aspro confronto, sarebbe saltato fuori dal bagagliaio dell'auto del trentottenne un piede di porco, col quale Hofer sarebbe stato colpito due volte alla schiena, perdendo la vita per la perforazione del polmone. "Ma non volevo ucciderlo: quando sono andato via, era in piedi", ha ripetuto Calculli agli inquirenti, per i quali al momento resta indagato con l'accusa di omicidio, sia pur con dolo eventuale, anche se il suo difensore, l'avvocato Andrea Pallaver, ha già chiesto che il capo d'imputazione venga derubricato in omicidio preterintenzionale.
Intanto, il giovane resta in carcere. Il gip ne ha convalidato il fermo ed ha emesso un'ordinanza custodiale nei suoi riguardi, nell'attesa che le indagini chiariscano ulteriormente i contorni della dinamica e che le dichiarazioni rese dallo stesso Calculli trovino adesso riscontro: era stato lo stesso trentottenne, ritornando sul luogo del delitto dopo essersene allontanato, a richiedere l'intervento dell'ambulanza del 118 nel tentativo, vano, di salvare l'amico, offrendo in seguito agli agenti della Squadra Mobile un racconto subito smontato dalle indagini e dalla testimonianza della donna oggetto della contesa, presente sul posto al momento della lite fatale.
Michele Calculli (nella foto Ansa, ndr), carpentiere trentottenne di origini gravinesi, ha ammesso le sue responsabilità. Ed avrebbe fornito la sua verità sulla morte del meccanico bolzanino Werner Hofer, di 45 anni, trovato morto a Bolzano nella serata di sabato 16 marzo lungo la strada che conduce ad una chiesa sulle alture che sovrastano la città.
L'uomo, sottoposto a fermo su disposizione della Procura poche ore dopo la scoperta del delitto, è comparso davanti al giudice delle indagini preliminari, Walter Pelino, per l'udienza di convalida. Rispondendo alle domande del magistrato, Calculli, già noto alle forze dell'ordine (e da poche settimane uscito dal carcere dopo aver scontato una pena a poco più di 3 anni di reclusione per vari reati), avrebbe riconosciuto gli addebiti, precisando tuttavia i contorni della vicenda e spiegando doversi ricondursi l'assassinio di Hofer, a lui legato da rapporti di amicizia, ad un litigio scoppiato per il sospetto che questi, nei giorni precedenti, avesse tentato di stringere una relazione con la compagna del carpentiere gravinese. Nel corso dell'aspro confronto, sarebbe saltato fuori dal bagagliaio dell'auto del trentottenne un piede di porco, col quale Hofer sarebbe stato colpito due volte alla schiena, perdendo la vita per la perforazione del polmone. "Ma non volevo ucciderlo: quando sono andato via, era in piedi", ha ripetuto Calculli agli inquirenti, per i quali al momento resta indagato con l'accusa di omicidio, sia pur con dolo eventuale, anche se il suo difensore, l'avvocato Andrea Pallaver, ha già chiesto che il capo d'imputazione venga derubricato in omicidio preterintenzionale.
Intanto, il giovane resta in carcere. Il gip ne ha convalidato il fermo ed ha emesso un'ordinanza custodiale nei suoi riguardi, nell'attesa che le indagini chiariscano ulteriormente i contorni della dinamica e che le dichiarazioni rese dallo stesso Calculli trovino adesso riscontro: era stato lo stesso trentottenne, ritornando sul luogo del delitto dopo essersene allontanato, a richiedere l'intervento dell'ambulanza del 118 nel tentativo, vano, di salvare l'amico, offrendo in seguito agli agenti della Squadra Mobile un racconto subito smontato dalle indagini e dalla testimonianza della donna oggetto della contesa, presente sul posto al momento della lite fatale.