Territorio
Deposito scorie: tutto ancora riservato, un silenzio che preoccupa
Tutti gli enti e i geologi ribadiscono il "no" per Gravina e per la Murgia
Gravina - lunedì 28 marzo 2022
Comunicato Stampa
Non si abbassa la guardia sul tema del deposito nazionale di scorie nucleari. Ancora tutto riservato per la carta nazionale delle aree idonee, quindi non si sa se i siti pugliesi, tra cui quello di Gravina, sono ancora ritenuti validi.
Continuano a piovere i "no". La Regione Puglia ha ribadito la propria contrarietà.
Inoltre l'ordine dei geologi della Puglia ha spiegato le ragioni dell'incompatibilità tra il territorio e un deposito nucleare.
Si è aggiunta la voce del Parco nazionale dell'Alta Murgia. I siti di Gravina o Altamura non rientrano nell'area protetta. Ma l'ente prende posizione, con le parole del presidente Francesco Tarantini: "In sintonia con il presidente Emiliano e l'assessora all'Ambiente Anna Grazia Maraschio ribadiamo il no corale e categorico al deposito di scorie radioattive nella Murgia, motivato sia nelle prime osservazioni che rilevano la presenza di habitat, specie di importanza conservazionistica, zone umide e siti Natura 2000 nelle aree limitrofe al Parco, sia nelle integrazioni prodotte che sottolineano l'ormai ufficiale candidatura a Geoparco UNESCO".
Nel frattempo è subentrata nei giorni scorsi l'impugnazione da parte delle associazioni venatorie della delibera di Giunta regionale n. 1932 del 29/11/2021, con la quale la Regione approva la perimetrazione delle Aree Contigue e dà il pieno sostegno alla candidatura a Geoparco UNESCO, volta a tutelare il cospicuo patrimonio geologico del territorio. Le ragioni del ricorso risiederebbero nell'introduzione di vincoli all'attività di caccia.
«Come si evidenzia nella delibera – conclude Tarantini – le Aree Contigue non comportano nuovi vincoli all'attività venatoria, tantomeno ne modificano la disciplina. Il Parco si costituirà in giudizio per opporsi fermamente e impedire il loro venir meno, che indebolirebbe la candidatura a Geoparco UNESCO. Le Aree Contigue rappresentano un deterrente alla realizzazione del deposito, includendo i territori di Laterza, Acquaviva e i centri urbani dei comuni esclusi dal perimetro del Parco. Parliamo di uno strumento di tutela previsto dalla Legge quadro sulle aree protette, fondamentale perché estende gli incentivi ministeriali alle zone limitrofe al Parco, valorizzandone la valenza ambientale e geologica».
Continuano a piovere i "no". La Regione Puglia ha ribadito la propria contrarietà.
Inoltre l'ordine dei geologi della Puglia ha spiegato le ragioni dell'incompatibilità tra il territorio e un deposito nucleare.
Si è aggiunta la voce del Parco nazionale dell'Alta Murgia. I siti di Gravina o Altamura non rientrano nell'area protetta. Ma l'ente prende posizione, con le parole del presidente Francesco Tarantini: "In sintonia con il presidente Emiliano e l'assessora all'Ambiente Anna Grazia Maraschio ribadiamo il no corale e categorico al deposito di scorie radioattive nella Murgia, motivato sia nelle prime osservazioni che rilevano la presenza di habitat, specie di importanza conservazionistica, zone umide e siti Natura 2000 nelle aree limitrofe al Parco, sia nelle integrazioni prodotte che sottolineano l'ormai ufficiale candidatura a Geoparco UNESCO".
Nel frattempo è subentrata nei giorni scorsi l'impugnazione da parte delle associazioni venatorie della delibera di Giunta regionale n. 1932 del 29/11/2021, con la quale la Regione approva la perimetrazione delle Aree Contigue e dà il pieno sostegno alla candidatura a Geoparco UNESCO, volta a tutelare il cospicuo patrimonio geologico del territorio. Le ragioni del ricorso risiederebbero nell'introduzione di vincoli all'attività di caccia.
«Come si evidenzia nella delibera – conclude Tarantini – le Aree Contigue non comportano nuovi vincoli all'attività venatoria, tantomeno ne modificano la disciplina. Il Parco si costituirà in giudizio per opporsi fermamente e impedire il loro venir meno, che indebolirebbe la candidatura a Geoparco UNESCO. Le Aree Contigue rappresentano un deterrente alla realizzazione del deposito, includendo i territori di Laterza, Acquaviva e i centri urbani dei comuni esclusi dal perimetro del Parco. Parliamo di uno strumento di tutela previsto dalla Legge quadro sulle aree protette, fondamentale perché estende gli incentivi ministeriali alle zone limitrofe al Parco, valorizzandone la valenza ambientale e geologica».