
Eventi
Devianza minorile: cosa fare e come intervenire
Scuola, famiglia, istituzioni a confronto. E gli studenti interrogano il commissario Battipede.
Gravina - giovedì 25 aprile 2013
12.15
Di devianza minorile si è parlato mercoledì presso la nuova sala convegni dell'area fiera, alla presenza di molti studenti del liceo scientifico e dell'istituto tecnico di Gravina. Un seminario per discutere di quei comportamenti che vanno dall'aggressione al furto, dal danneggiamento al vandalismo e che spesso assumono i caratteri estremi dell'illegalità e che coinvolgono quindi autorità giudiziarie e di polizia.
A moderare l'incontro, Maria Grazia D'Ecclesiis, avvocato e consigliere di amministrazione della fondazione giuridica "Irnerio", che dopo i saluti di benvenuto ha passato subito la parola al sindaco Alesio Valente, il quale ha esordito evidenziando l'importante ruolo della formazione, unica via d'uscita per questi problemi: "L'aspetto più importante è la formazione, per questo motivo convegni come questo sono utili a capire anche i rischi seri a cui si va incontro. Tutte le istituzioni si devono mettere al servizio di questi temi favorendo la prevenzione e non la repressione".
Il dirigente scolastico del liceo scientifico " Giuseppe Tarantino", Giacomo Manfredi, ha ribadito tale concetto: "La scuola deve intervenire con un azione costante tesa a formare la personalità dell'individuo nella sua convivenza civile. Ben vengano questi incontri, che dovrebbero essere programmati nell'arco di tutto l'anno scolastico, e devono veder più spesso coinvolti insieme scuola, territorio, associazioni e amministrazione". L'assessore alle politiche sociali, Felice Lafabiana, dal canto suo ha affermato che "il problema della devianza minorile è dovuto al fatto che mancano nella nostra società modelli educativi forti. Importantissimo per questo è il compito della famiglia, che va aiutata e non rimpiazzata da altre istituzioni. Per quanto ci riguarda,in questo periodo stiamo analizzando nuovi progetti come l'affidamento interfamiliare, alternativo alla situazione estrema dell'istituzionalizzazione dei minori".
Il microfono è passato poi al relatore, il vice questore vicario Pietro Battipede, dirigente del Commissariato di Gravina, che ha subito reso protagonisti i tanti studenti presenti in sala chiedendo loro cosa siano il disagio, la devianza minorile, il mobbing, lo stalking e il bullismo, temi da lui affrontati anche in una serie di libri per ragazzi di cui è autore. Molte le domande giunte dalla sala: quasi un fuoco di fila, praticamente un interrogatorio. A proposito di bulli, Battipede ha detto: "Il bullo è un debole, un malato e come qualsiasi malato ha bisogno di cure; le sue cure sono amore e affetto. Non dobbiamo vedere il bullo come un soggetto da evitare, ma come un soggetto da aiutare". S'è quindi soffermato sulle nuove forme di bullismo che dilagano oggi attraverso il sistema informatico, atti che rientrano comunque nel campo delle molestie aggravate. A seguire sono stati letti da uno studente vari esempi di reati a scuola per mostrare come la devianza minorile può sfociare facilmente in violazioni del codice penale.
Infine il commissario ha concluso il suo intervento, coinvolgendo i ragazzi presenti in aula nella risoluzione di un episodio di furto a scuola per spiegare come a volte non occorra impazzire per risolvere alcuni casi, essendo invece sufficiente leggere attentamente gli indizi a nostra disposizione. E rivolgendosi ai giovani, Battipede ha concluso: "Spesso nella semplicità si ottiene il massimo dei risultati, fate tutto con la semplicità dei vostri anni. Riflettete: il passaggio tra devianza e criminalità è breve. Voi siete il nostro futuro e noi contiamo su di voi".
A moderare l'incontro, Maria Grazia D'Ecclesiis, avvocato e consigliere di amministrazione della fondazione giuridica "Irnerio", che dopo i saluti di benvenuto ha passato subito la parola al sindaco Alesio Valente, il quale ha esordito evidenziando l'importante ruolo della formazione, unica via d'uscita per questi problemi: "L'aspetto più importante è la formazione, per questo motivo convegni come questo sono utili a capire anche i rischi seri a cui si va incontro. Tutte le istituzioni si devono mettere al servizio di questi temi favorendo la prevenzione e non la repressione".
Il dirigente scolastico del liceo scientifico " Giuseppe Tarantino", Giacomo Manfredi, ha ribadito tale concetto: "La scuola deve intervenire con un azione costante tesa a formare la personalità dell'individuo nella sua convivenza civile. Ben vengano questi incontri, che dovrebbero essere programmati nell'arco di tutto l'anno scolastico, e devono veder più spesso coinvolti insieme scuola, territorio, associazioni e amministrazione". L'assessore alle politiche sociali, Felice Lafabiana, dal canto suo ha affermato che "il problema della devianza minorile è dovuto al fatto che mancano nella nostra società modelli educativi forti. Importantissimo per questo è il compito della famiglia, che va aiutata e non rimpiazzata da altre istituzioni. Per quanto ci riguarda,in questo periodo stiamo analizzando nuovi progetti come l'affidamento interfamiliare, alternativo alla situazione estrema dell'istituzionalizzazione dei minori".
Il microfono è passato poi al relatore, il vice questore vicario Pietro Battipede, dirigente del Commissariato di Gravina, che ha subito reso protagonisti i tanti studenti presenti in sala chiedendo loro cosa siano il disagio, la devianza minorile, il mobbing, lo stalking e il bullismo, temi da lui affrontati anche in una serie di libri per ragazzi di cui è autore. Molte le domande giunte dalla sala: quasi un fuoco di fila, praticamente un interrogatorio. A proposito di bulli, Battipede ha detto: "Il bullo è un debole, un malato e come qualsiasi malato ha bisogno di cure; le sue cure sono amore e affetto. Non dobbiamo vedere il bullo come un soggetto da evitare, ma come un soggetto da aiutare". S'è quindi soffermato sulle nuove forme di bullismo che dilagano oggi attraverso il sistema informatico, atti che rientrano comunque nel campo delle molestie aggravate. A seguire sono stati letti da uno studente vari esempi di reati a scuola per mostrare come la devianza minorile può sfociare facilmente in violazioni del codice penale.
Infine il commissario ha concluso il suo intervento, coinvolgendo i ragazzi presenti in aula nella risoluzione di un episodio di furto a scuola per spiegare come a volte non occorra impazzire per risolvere alcuni casi, essendo invece sufficiente leggere attentamente gli indizi a nostra disposizione. E rivolgendosi ai giovani, Battipede ha concluso: "Spesso nella semplicità si ottiene il massimo dei risultati, fate tutto con la semplicità dei vostri anni. Riflettete: il passaggio tra devianza e criminalità è breve. Voi siete il nostro futuro e noi contiamo su di voi".