Politica
"Dimissioni, unico atto d’amore per la città"
Le consigliere comunali del Movimento 5 stelle contro Valente
Gravina - martedì 10 dicembre 2019
11.08
"Per sua stessa ammissione il sindaco non può più contare su una maggioranza. E' stanco di rincorrere i singoli consiglieri e di assecondarli per i loro mal di pancia. Sarebbe il momento di ammettere il fallimento politico del Valente bis e che il giovane oligarca rassegni le sue dimissioni: solo cosi, dopo sette lunghi anni, potrà vantarsi di aver fatto qualcosa di buono per Gravina". Le portavoce del Movimento Cinque Stelle di Gravina rispondono al primo cittadino e alle dichiarazioni rilasciate da Valente a Gravinalife dopo il consiglio comunale del 3 dicembre e le continue richieste di consiglio comunale protocollate dai consiglieri di opposizione.
Modus operandi non gradito al primo cittadino convinto che "l'agenda politica non la detta l'opposizione". Parole che, secondo le pentastellate "manifestano la frustrazione politica del sindaco con comunicazioni autoritarie per redarguire la minoranza". "Sia chiaro – sottolineano le consigliere di opposizione – la richiesta di convocazione dell'Assemblea consiliare è prerogativa legittima dei consiglieri comunali, a prescindere dal fatto che siano schierati tra i banchi della maggioranza o tra quelli opposti, e noi, insieme agli altri colleghi di minoranza, abbiamo esercitato un nostro diritto e lo faremo tutte le volte che lo riterremo necessario, a fronte del disinteresse di questa amministrazione a lavorare per la città".
"Il primo cittadino continua a gongolarsi del 53% di consensi ottenuto a giugno 2017 – incalzano le pentastellate - e rivendica l'autorità a dettare l'agenda politica da attuare e noi, già da tempo, gli chiediamo quale sia il suo piano per Gravina visto che, giusto per citare uno dei suoi insuccessi, dopo sette anni non è riuscito ad autorizzare, con atto di indirizzo politico, il dirigente dell'ufficio tecnico a risolvere la questione di via Giudice Montea e restituire alla città una delle zone più suggestive della nostra storia".
Per le tre consigliere l'atteggiamento del primo cittadino e le difficoltà dell'intera maggioranza a votare il nuovo consiglio di amministrazione della Fondazione sono la sintesi delle divisioni interne alla maggioranza su cui il primo cittadino è consapevole di non poter più contare.
Modus operandi non gradito al primo cittadino convinto che "l'agenda politica non la detta l'opposizione". Parole che, secondo le pentastellate "manifestano la frustrazione politica del sindaco con comunicazioni autoritarie per redarguire la minoranza". "Sia chiaro – sottolineano le consigliere di opposizione – la richiesta di convocazione dell'Assemblea consiliare è prerogativa legittima dei consiglieri comunali, a prescindere dal fatto che siano schierati tra i banchi della maggioranza o tra quelli opposti, e noi, insieme agli altri colleghi di minoranza, abbiamo esercitato un nostro diritto e lo faremo tutte le volte che lo riterremo necessario, a fronte del disinteresse di questa amministrazione a lavorare per la città".
"Il primo cittadino continua a gongolarsi del 53% di consensi ottenuto a giugno 2017 – incalzano le pentastellate - e rivendica l'autorità a dettare l'agenda politica da attuare e noi, già da tempo, gli chiediamo quale sia il suo piano per Gravina visto che, giusto per citare uno dei suoi insuccessi, dopo sette anni non è riuscito ad autorizzare, con atto di indirizzo politico, il dirigente dell'ufficio tecnico a risolvere la questione di via Giudice Montea e restituire alla città una delle zone più suggestive della nostra storia".
Per le tre consigliere l'atteggiamento del primo cittadino e le difficoltà dell'intera maggioranza a votare il nuovo consiglio di amministrazione della Fondazione sono la sintesi delle divisioni interne alla maggioranza su cui il primo cittadino è consapevole di non poter più contare.