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Politica

Dimissioni Valente, solidarietà bipartisan del consiglio

Ritirate le mozioni di sfiducia. Venti giorni per ricostruire una maggioranza

"Non ci interessa quello che è stato finora, ma quello che sarà".

Le parole con cui Raffaele Lorusso preannuncia il ritiro della mozione di sfiducia verso il presidente Giacinto Lupoli, pochi minuti dopo il passo indietro dell'opposizione che prendendo atto delle dimissioni del sindaco aveva annullato la sua mozione, riassumono il senso di un consiglio comunale iniziato con le parole del primo cittadino dimissionario, e finito, dopo l'ennesima, estenuante pausa, in un generale clima di "volemose bene" e di ricerca bipartisan di un'uscita dall'empasse amministrativa e politica.

"Ringrazio la solidarietà di tutti i consiglieri, di maggioranza e opposizione – sono le parole di un Valente più sereno al ritorno nell'aula – ora resto in attesa di un reale cambio di passo. Per troppo tempo abbiamo parlato di noi politici e non della città, non si poteva andare avanti a 13" , è la replica del primo cittadino che pure solo un mese fa aveva assicurato nel corso di una conferenza stampa di avere dalla sua parte una maggioranza solida e compatta.

A Lorenzo Carbone, il compito di suonare l'unica nota stonata in tutta la seduta: "Non ci risulta che la maggioranza sia venuta meno – ribatte visibilmente polemico il consigliere a nome del Fli – le possiamo dare la nostra solidarietà umana ma non quella politica. Il cambiamente è fallito, se c'è l'attaccamento alla poltrona lo vedremo in questi giorni". A ristabilire l'armonia è Vito Mazzarella che, recitando la parte del figliol prodigo, si affetta a dire al sindaco a nome di tutto il Gruppo Misto: "Saremo al suo fianco".

Un consiglio, per il resto, caratterizzato da un'unanime presa d'atto positiva del "rompete le righe" da parte di Valente. Unanime la maggioranza nel definire "nobile" e "responsabile" il gesto del sindaco sia pure nella costernazione generale: Mimmo Cardascia accusa "lo scenario politico impraticabile" dovuto anche alle "responsabilità degli elettori quando si tratta di scegliere", Giacinto Lagreca punta il dito contro "l'odio sociale" e "l'autolesionismo di una città che non riesce a decollare", mentre per Leonardo Mandolino "questa scomposizione va bene, ora occorre il coraggio di ricomporre". Per Raffaele Lorusso la decisione del sindaco "è sofferta ma coraggiosa, ha scelto la strada più ardua. Vanno rimosse talune situazioni, siamo stati una maggioranza troppo litigiosa". Un mea culpa condiviso da Michele Lamuraglia, secondo cui "il consiglio ha fatto le cose più belle quando siamo stati uniti".

Unanimi le opposizioni nel prenderne felicemente atto, sia pure con toni diversi: mentre Salvatore Debenedictis è il primo a complimentarsi con il sindaco dopo l'annuncio delle dimissioni, Rino Angellotti afferma che "la pausa ha fatto riflettere. Ero pronto a votare la mozione di sfiducia, dato che dal notaio io non ci andrò mai, ma ora sono fiducioso e condivido un gesto che era la condizione per aprire il dibattito. Garantisco la mia disponibilità a lavorare insieme ma ci deve essere condivisione e ascolto. La scelta ti fa onore, se mi darai la possibilità di esercitare il mio ruolo di consigliere portando progetti in questa sede sarò dalla tua parte", conclude il consigliere rivolgendo a Valente quelle che definisce "affermazioni di carattere personale".

"Il gesto del sindaco riporta la politica nelle sedi naturali – è la dichiarazione di Angelo Petrara - non vale la pena di controbbattere all'elenco delle opere, le abbiamo votate anche noi. Non hai detto però che non hai più la maggioranza politica: avete il dovere di dire cos'è cambiato negli ultimi giorni. Altro che odio sociale, avete fatto troppe promesse alla gente", è l'affondo di Petrara, che dopo aver rimproverato al primo cittadino "di aver dialogato troppo con i singoli consiglieri" conclude: "Saremo responsabili nella chiarezza, non ci interessano allargamenti di maggioranza ma la condivisione di scelte e programmi".

"Non metterò nuovamente la faccia se ricominciano gli strattoni, o dentro o fuori", avverte Valente concludendo tra gli applausi di tutta l'aula. La seduta si conclude insieme a una fase politica durata due anni e mezzo, tra una crisi mai veramente sopita e situazioni poco esaltanti. I venti giorni prossimi decideranno se ne verrà aperta un'altra, e su basi diverse…
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