La città
Disoccupati: continua la protesta
Anche venerdì sit in in Comune. Le cooperative pronte ad assumere. Ma i lavoratori non si fidano.
Gravina - venerdì 22 marzo 2013
09.15
Continua la protesta dei disoccupati gravinesi che anche nella giornata di venerdì sono tornati a Palazzo di città per chiedere interventi urgenti.
Una trentina di loro arrivano di prima mattina, gli altri li raggiungeranno con il passare delle ore. Vogliono parlare con il sindaco o con il vicesindaco. "Vogliamo risposte non elemosine", dicono in coro. Basta un saluto per essere accerchiati da decine di voci sovrapposte. Ognuno di loro racconta la propria storia: "Sono disoccupato da 4 anni e ho una famiglia da mandare avanti. Facevo il carpentiere ora faccio qualunque mestiere mi permetta di comperare il pane per la mia famiglia". Un giovane papà dice di non riuscire a comperare i quaderni per i bambini: "Lavoravo in un salottificio, dopo gli anni del benessere la povertà mi è piombata addosso all'improvviso e ora per far mangiare mio figlio a scuola devo chiedere i buoni gratuiti al Comune".
Ragazzi, giovanotti e uomini adulti. Tutto accomunati da un identico destino: l'incertezza del domani. "Se non mi aiuta l'amministrazione comunale, dopo che i privati mi hanno sbattuto la porta in faccia perché a 50 anni sono vecchio, come faccio io?", si chiede un altro. Al Comune sono stati convocati per conoscere i nomi delle cooperative a cui dare la propria disponibilità al lavoro, ma loro non si fidano: " Le cooperative hanno già i loro dipendenti e se devono chiamare altre persone, di solito chiamano amici e parenti", spiega il signore più loquace del gruppo. Un altro gli fa eco: "Parenti e amici dei politici, mica dei titolari della cooperativa. Lo sappiamo come funzionano queste cose. Qui ci credono scemi ma noi non siamo nati ieri e soprattutto abbiamo una dignità di uomini e di padri da difendere".
E sono decine le storie. Ogni storia un piccolo dramma familiare. Alcuni restano indietro, ascoltano, mugugnano sotto i baffi. La mattinata per loro proseguirà li dove era iniziata: a Palazzo di città "ad aspettare il sindaco perché noi con le cooperative non vogliamo parlare". "E invece ci dovranno parlare", sbotta Gino Lorusso, vicesindaco e esponente della Cisl gravinese, "perché le cooperative di tipo B sono le uniche che possono aiutarli, il Comune non può assumere gente". Il vicesindaco spiega che quattro cooperative gravinesi (Ermes, Dolce età, Campo dei Miracoli e Nuova realtà) con una nota ufficiale si sono rese disponibile ad assumere i cittadini che versano in difficoltà economiche da impiegare "qualora le stesse siano aggiudicatarie di appalti pubblici, di questa o di altre amministrazioni", continua Lorusso, "perché ciò che molti non hanno capito è che queste cooperative non lavorano solo per il Comune di Gravina, ma gestiscono appalti anche per altri Comuni".
Ai disoccupati in cerca di occupazione non resta allora che rivolgersi presso l'ufficio allestito al piano terra e comunicare li la propria disponibilità, corredata di altri documenti attestanti lo stato occupazionale, il reddito, le condizioni del nucleo familiare e ogni altro dettaglio utile a inquadrare le condizioni del singolo cittadino. Documenti che serviranno per stilare un'unica graduatoria da cui le cooperative, sottolinea ancora Lorusso, "attingeranno per impedire che siano chiamate sempre le stesse persone". "Le procedure studiate servono proprio a fugare ogni dubbio", rimarca dal canto suo Vincenzo Varrese, leader della Cgil. "Queste procedure sono il massimo della trasparenza – aggiunge - e sono studiate proprio per evitare che i furbetti di turno possano imporre l'assunzione di una persona piuttosto che di un'altra che magari ha più diritto".
Mentre le cooperative si preparano ad accogliere i lavoratori, i primi appalti sono stati assegnati: "L'amministrazione ha stanziato i primi 30.000 euro per la manutenzione e sistemazione delle strade e dei marciapiedi", annuncia Lorusso. "Questo è un primo intervento. Poi partiranno i lavori nel parco Robinson e presso il quartiere fieristico".
Basterà?
Una trentina di loro arrivano di prima mattina, gli altri li raggiungeranno con il passare delle ore. Vogliono parlare con il sindaco o con il vicesindaco. "Vogliamo risposte non elemosine", dicono in coro. Basta un saluto per essere accerchiati da decine di voci sovrapposte. Ognuno di loro racconta la propria storia: "Sono disoccupato da 4 anni e ho una famiglia da mandare avanti. Facevo il carpentiere ora faccio qualunque mestiere mi permetta di comperare il pane per la mia famiglia". Un giovane papà dice di non riuscire a comperare i quaderni per i bambini: "Lavoravo in un salottificio, dopo gli anni del benessere la povertà mi è piombata addosso all'improvviso e ora per far mangiare mio figlio a scuola devo chiedere i buoni gratuiti al Comune".
Ragazzi, giovanotti e uomini adulti. Tutto accomunati da un identico destino: l'incertezza del domani. "Se non mi aiuta l'amministrazione comunale, dopo che i privati mi hanno sbattuto la porta in faccia perché a 50 anni sono vecchio, come faccio io?", si chiede un altro. Al Comune sono stati convocati per conoscere i nomi delle cooperative a cui dare la propria disponibilità al lavoro, ma loro non si fidano: " Le cooperative hanno già i loro dipendenti e se devono chiamare altre persone, di solito chiamano amici e parenti", spiega il signore più loquace del gruppo. Un altro gli fa eco: "Parenti e amici dei politici, mica dei titolari della cooperativa. Lo sappiamo come funzionano queste cose. Qui ci credono scemi ma noi non siamo nati ieri e soprattutto abbiamo una dignità di uomini e di padri da difendere".
E sono decine le storie. Ogni storia un piccolo dramma familiare. Alcuni restano indietro, ascoltano, mugugnano sotto i baffi. La mattinata per loro proseguirà li dove era iniziata: a Palazzo di città "ad aspettare il sindaco perché noi con le cooperative non vogliamo parlare". "E invece ci dovranno parlare", sbotta Gino Lorusso, vicesindaco e esponente della Cisl gravinese, "perché le cooperative di tipo B sono le uniche che possono aiutarli, il Comune non può assumere gente". Il vicesindaco spiega che quattro cooperative gravinesi (Ermes, Dolce età, Campo dei Miracoli e Nuova realtà) con una nota ufficiale si sono rese disponibile ad assumere i cittadini che versano in difficoltà economiche da impiegare "qualora le stesse siano aggiudicatarie di appalti pubblici, di questa o di altre amministrazioni", continua Lorusso, "perché ciò che molti non hanno capito è che queste cooperative non lavorano solo per il Comune di Gravina, ma gestiscono appalti anche per altri Comuni".
Ai disoccupati in cerca di occupazione non resta allora che rivolgersi presso l'ufficio allestito al piano terra e comunicare li la propria disponibilità, corredata di altri documenti attestanti lo stato occupazionale, il reddito, le condizioni del nucleo familiare e ogni altro dettaglio utile a inquadrare le condizioni del singolo cittadino. Documenti che serviranno per stilare un'unica graduatoria da cui le cooperative, sottolinea ancora Lorusso, "attingeranno per impedire che siano chiamate sempre le stesse persone". "Le procedure studiate servono proprio a fugare ogni dubbio", rimarca dal canto suo Vincenzo Varrese, leader della Cgil. "Queste procedure sono il massimo della trasparenza – aggiunge - e sono studiate proprio per evitare che i furbetti di turno possano imporre l'assunzione di una persona piuttosto che di un'altra che magari ha più diritto".
Mentre le cooperative si preparano ad accogliere i lavoratori, i primi appalti sono stati assegnati: "L'amministrazione ha stanziato i primi 30.000 euro per la manutenzione e sistemazione delle strade e dei marciapiedi", annuncia Lorusso. "Questo è un primo intervento. Poi partiranno i lavori nel parco Robinson e presso il quartiere fieristico".
Basterà?