Cronaca
Dissequestrato l’immobile di corso Giuseppe Divittorio
Il tribunale di Bari accoglie il ricorso dell’impresa Caporale
Gravina - martedì 10 febbraio 2015
13.04
E' stato dissequestrato l'immobile di corso Giuseppe Di Vittorio realizzato dalla "Caporale srl". I sigilli, apposti lo scorso 15 gennaio su mandato della Procura di Bari, contestualmente agli avvisi di garanzia fatti recapitare al legale rappresentante dell'impresa e ai due progettisti dell'immobile. Il 9 febbraio,però, la svolta.
I giudici della terza sezione penale del Tribunale del riesame di Bari hanno disposto "il dissequestro dell'immobile e la restituzione delle opere sottoposte a sequestro, ad eccezione dell'ultimo piano", ovvero della serra solare realizzata, secondo l'accusa, in difformità rispetto alle norme regionali.
La sentenza è un parziale accoglimento dell'istanza di riesame avanzata dal legale che cura gli interessi dell'impresa Caporale. Contestualmente il collegio giudicante ha restituito tutte le unità immobiliari ai proprietari a cui era stata precedentemente concessa solo la facoltà d'uso.
Soddisfatto Salvatore Debenedictis, il consigliere finito nell'occhio del ciclone per questa vicenda e per l'altro presunto abuso edilizio dell'immobile di via San Vito Vecchio, in qualità di impresa appaltante ed "esecutore d'ordini" precisa Debenedictis.
"Nella vita è tutta una questione di tempo - dichiara soddisfatto il consigliere – Avevo detto che avevo la coscienza a posto e che ero sicuro di aver fatto tutto nel pieno rispetto della legalità e oggi ben tre giudici mi hanno dato ragione".
Per concludere un messaggio contro i detrattori che a detta dell'imprenditore hanno avviato una vera e propria campagna diffamatoria contro la sua persona: "Come ho già detto non ho nulla contro i cittadini che presentano delle segnalazioni. E' compito della giustizia accertare le responsabilità e fare chiarezza, ciò che oggi voglio ribadire è che la mia impresa lavora nel pieno rispetto delle regole".
L'immobile in questione è finito al centro di una complicata vicenda giudiziaria a seguito di una denuncia presentata da un cittadino secondo cui la struttura era stata realizzata contravvenendo in diversi punti alle norme prescritte dal Piano regolatore comunale. DeBenedictis si è sempre difeso dalle accuse e in più occasioni si è scagliato contro l'ufficio tecnico comunale accusando il dirigente di non aver fatto le opportune verifiche a tempo debito.
Oggi con l'ordinanza di dissequestro il Tribunale assegna un punto all'impresa ma restano in piedi le accuse di abuso edilizio per l'imprenditore e per i due progettisti, questi ultimi accusati anche di falso.
I giudici della terza sezione penale del Tribunale del riesame di Bari hanno disposto "il dissequestro dell'immobile e la restituzione delle opere sottoposte a sequestro, ad eccezione dell'ultimo piano", ovvero della serra solare realizzata, secondo l'accusa, in difformità rispetto alle norme regionali.
La sentenza è un parziale accoglimento dell'istanza di riesame avanzata dal legale che cura gli interessi dell'impresa Caporale. Contestualmente il collegio giudicante ha restituito tutte le unità immobiliari ai proprietari a cui era stata precedentemente concessa solo la facoltà d'uso.
Soddisfatto Salvatore Debenedictis, il consigliere finito nell'occhio del ciclone per questa vicenda e per l'altro presunto abuso edilizio dell'immobile di via San Vito Vecchio, in qualità di impresa appaltante ed "esecutore d'ordini" precisa Debenedictis.
"Nella vita è tutta una questione di tempo - dichiara soddisfatto il consigliere – Avevo detto che avevo la coscienza a posto e che ero sicuro di aver fatto tutto nel pieno rispetto della legalità e oggi ben tre giudici mi hanno dato ragione".
Per concludere un messaggio contro i detrattori che a detta dell'imprenditore hanno avviato una vera e propria campagna diffamatoria contro la sua persona: "Come ho già detto non ho nulla contro i cittadini che presentano delle segnalazioni. E' compito della giustizia accertare le responsabilità e fare chiarezza, ciò che oggi voglio ribadire è che la mia impresa lavora nel pieno rispetto delle regole".
L'immobile in questione è finito al centro di una complicata vicenda giudiziaria a seguito di una denuncia presentata da un cittadino secondo cui la struttura era stata realizzata contravvenendo in diversi punti alle norme prescritte dal Piano regolatore comunale. DeBenedictis si è sempre difeso dalle accuse e in più occasioni si è scagliato contro l'ufficio tecnico comunale accusando il dirigente di non aver fatto le opportune verifiche a tempo debito.
Oggi con l'ordinanza di dissequestro il Tribunale assegna un punto all'impresa ma restano in piedi le accuse di abuso edilizio per l'imprenditore e per i due progettisti, questi ultimi accusati anche di falso.