Palazzo di città
Dubbi della Corte dei conti sul bilancio comunale 2015
Troppi debiti fuori bilancio e scarse entrate dalla lotta all'evasione
Gravina - lunedì 5 marzo 2018
Il bilancio 2015 del comune sotto la lente della Corte dei Conti. Risale allo scorso gennaio l'invio di un complesso carteggio partito dagli uffici della Corte dei conti e indirizzato a palazzo di città per ottenere chiarimenti sul bilancio comunale approvato nel 2015 che secondo i giudici sarebbe inficiato da alcune criticità.
Dopo aver esaminato la relazione del Collegio dei revisori, i magistrati hanno chiesto informazioni nel corso di una audizione convocata nella sede della Corte dei Conti pugliese a cui hanno preso parte, in mancanza del sindaco, il Commissario prefettizio del Comune Rossana Riflesso, il segretario generale Antonella Tampoia, il dirigente dell'area finanziaria Vito Spano e il revisore Luigi Zingarelli.
La Corte dopo aver controllato i documenti pervenuti rileva che " non risultano superate le seguenti criticità: presenza debiti fuori bilancio, difficoltà di cassa, criticità nella lotta all'evasione e nella riscossione delle entrate".
"Costituiscono violazione di norme finalizzate a garantire la regolarità della gestione ed irregolarità suscettibili di pregiudicare, anche in prospettiva, gli equilibri economico-finanziari del Comune il reiterato ricorso all'anticipazione di tesoreria, la scarsa efficienza del recupero evasione Tares/Tari, la presenza di debiti fuori bilancio, la violazione dei parametri di deficitarietà strutturale n.4 e n.8" si legge in uno stralcio della relazione dei magistrati.
magistrati evidenziano alcune complicanze di cassa accompagnate alla mancata restituzione dell'anticipo di tesoreria per 68.759,96 euro. Gli esponenti del Comune dichiarano che "l'importo non restituito corrisponde all'anticipazione richiesta il 31.12.2015, e che non sono stati pagati interessi perché il contratto con la Banca Popolare di Puglia e Basilicata non li prevede".
Inoltre il saldo di cassa al 31.12.2017 è pari a 2.729.760,74 euro, di cui vincolati 1.254.960,87: "la criticità in esame - si legge - viene superata negli esercizi successivi a quello del 2015 oggetto di disamina. Permane il costante ricorso all'anticipazione di cassa come confermato dal responsabile comunale del servizio finanziario. Anticipazione che anche se interamente restituita a fine esercizio, incide inevitabilmente sulla causa concreta dell'istituto mutandone la natura del mezzo di copertura dello sfasamento temporale tra flussi di spesa e di entrata, attraverso un apporto di finanziamento a breve termine tra ente pubblico e tesoriere, a fonte di copertura alternativa della spesa in violazione dell'art.119 Costituzione(sentenza Corte costituzionale n.188/2014)".
Per quanto riguarda i ricavi provenienti dalle entrate e lotta all'evasione tributaria si registra " una riscossione soddisfacente per il comparto delle sanzioni inerenti la violazione del codice della strada(circa 100%),abbastanza buona per recupero Ici/Imu(66,85% su accertato anno 2015,e 82% ante 2015 e riaccertati al 1.01.2015).Mentre è ancora bassa l'attività di recupero in relazione all'evasione di Tari/Tares(24% degli importi stimati nel 2015 e pari al 77,29% dei residui attivi ante 2015)".
"La situazione contabile al 31.12.2015 - appuntano i magistrati - presenta una differenza negativa di parte corrente notevole(-3.484.837,41 euro),dovuta in gran parte alla competenza, e un fondo cassa a fine esercizio di 298.089,98 euro totalmente vincolato".
In coda, dopo aver appurato l'impegno del Comune nel tentare di appianare la situazione, i giudici sottolineano l'eccesivo ricorso ai debiti fuori bilancio in misura superiore rispetto a quanto consentito.
Dunque la Corte dei Conti "per l'anno 2015 non può che confermare le criticità".
Ora toccherà al comune entro 60 giorni adottare i dovuti provvedimenti per superare tutti i dubbi dei magistrati contabili e dovrà farlo sottoponendo la deliberazione all'attenzione del consiglio comunale.
Dopo aver esaminato la relazione del Collegio dei revisori, i magistrati hanno chiesto informazioni nel corso di una audizione convocata nella sede della Corte dei Conti pugliese a cui hanno preso parte, in mancanza del sindaco, il Commissario prefettizio del Comune Rossana Riflesso, il segretario generale Antonella Tampoia, il dirigente dell'area finanziaria Vito Spano e il revisore Luigi Zingarelli.
La Corte dopo aver controllato i documenti pervenuti rileva che " non risultano superate le seguenti criticità: presenza debiti fuori bilancio, difficoltà di cassa, criticità nella lotta all'evasione e nella riscossione delle entrate".
"Costituiscono violazione di norme finalizzate a garantire la regolarità della gestione ed irregolarità suscettibili di pregiudicare, anche in prospettiva, gli equilibri economico-finanziari del Comune il reiterato ricorso all'anticipazione di tesoreria, la scarsa efficienza del recupero evasione Tares/Tari, la presenza di debiti fuori bilancio, la violazione dei parametri di deficitarietà strutturale n.4 e n.8" si legge in uno stralcio della relazione dei magistrati.
magistrati evidenziano alcune complicanze di cassa accompagnate alla mancata restituzione dell'anticipo di tesoreria per 68.759,96 euro. Gli esponenti del Comune dichiarano che "l'importo non restituito corrisponde all'anticipazione richiesta il 31.12.2015, e che non sono stati pagati interessi perché il contratto con la Banca Popolare di Puglia e Basilicata non li prevede".
Inoltre il saldo di cassa al 31.12.2017 è pari a 2.729.760,74 euro, di cui vincolati 1.254.960,87: "la criticità in esame - si legge - viene superata negli esercizi successivi a quello del 2015 oggetto di disamina. Permane il costante ricorso all'anticipazione di cassa come confermato dal responsabile comunale del servizio finanziario. Anticipazione che anche se interamente restituita a fine esercizio, incide inevitabilmente sulla causa concreta dell'istituto mutandone la natura del mezzo di copertura dello sfasamento temporale tra flussi di spesa e di entrata, attraverso un apporto di finanziamento a breve termine tra ente pubblico e tesoriere, a fonte di copertura alternativa della spesa in violazione dell'art.119 Costituzione(sentenza Corte costituzionale n.188/2014)".
Per quanto riguarda i ricavi provenienti dalle entrate e lotta all'evasione tributaria si registra " una riscossione soddisfacente per il comparto delle sanzioni inerenti la violazione del codice della strada(circa 100%),abbastanza buona per recupero Ici/Imu(66,85% su accertato anno 2015,e 82% ante 2015 e riaccertati al 1.01.2015).Mentre è ancora bassa l'attività di recupero in relazione all'evasione di Tari/Tares(24% degli importi stimati nel 2015 e pari al 77,29% dei residui attivi ante 2015)".
"La situazione contabile al 31.12.2015 - appuntano i magistrati - presenta una differenza negativa di parte corrente notevole(-3.484.837,41 euro),dovuta in gran parte alla competenza, e un fondo cassa a fine esercizio di 298.089,98 euro totalmente vincolato".
In coda, dopo aver appurato l'impegno del Comune nel tentare di appianare la situazione, i giudici sottolineano l'eccesivo ricorso ai debiti fuori bilancio in misura superiore rispetto a quanto consentito.
Dunque la Corte dei Conti "per l'anno 2015 non può che confermare le criticità".
Ora toccherà al comune entro 60 giorni adottare i dovuti provvedimenti per superare tutti i dubbi dei magistrati contabili e dovrà farlo sottoponendo la deliberazione all'attenzione del consiglio comunale.