Territorio
Ecco perché l’antenna Gsm-r si farà
Il Tar annulla tutti i provvedimenti dell’Amministrazione. "Illegittimi gli atti comunali"
Gravina - venerdì 8 luglio 2011
16.53
Continua a tenere banco la vicenda dell'antenna Gsm-r che con ogni probabilità sarà istallata nel piazzale delle Ferrovie dello Stato.
La scorsa settimana presso la parrocchia Madonna delle Grazie si è tenuta una assemblea pubblica durante la quale i residenti del quartiere hanno potuto confrontarsi con il sindaco Divella, accompagnato dall'assessore ai lavori pubblici Serangelo, per discutere sui provvedimenti che l'Amministrazione intende adottare per scongiurare l'installazione dell'antenna.
Durante l'incontro, mentre il sindaco spiegava quali potrebbero essere i prossimi cavilli giudiziari che l'Amministrazione intende usare, sfoderando una sentenza del Consiglio di Stato che impone la tutela ambientale e paesaggistica non solo per i monumenti ma anche per le aree ad essi adiacenti, secondo il così detto "vincolo allargato", alcuni cittadini accusavano l'Amministrazione di non essersi mai costituita in giudizio e di aver perso i contenziosi con le Rfi semplicemente perché il legale incaricato dall'Ente non si sarebbe presentato ai dibattimenti in tribunale.
La verità, invece, è tutta un'altra storia.
Il Comune di Gravina si è difeso in tutte le sedi giudiziarie contro le Ferrovie dello Stato, presentando appello alla prima e alla seconda sentenza nonostante i giudici abbiano sempre rigettato le istanze avanzate.
Dall'altra parte, inoltre, l'amministrazione e il sindaco in particolare, hanno tentato una estenuante trattativa con gli amministrazioni della Rfi per convincerli a spostare l'antenna su una proprietà del Comune a pochi chilometri dal centro abitato.
Una soluzione che, almeno per ora, non sembra congeniale con le intenzioni della Rfi, che ha sempre rifiutato ogni proposta, forte anche degli esiti di tutte le sentenze che hanno dichiarato illegittima l'ordinanza n. 15 del 6.8.2010 con la quale l'ufficio tecnico ordinava la sospensione dei lavori e la demolizioni delle opere realizzate.
A dar man forte alle Ferrovie dello Stato, che non sono nuove a queste vicende visto che in ogni angolo d'Italia ci sono cittadini inferociti contro le antenne Gsm-r, è direttamente la legislazione nazionale che considera le antenne per la comunicazione "opere di urbanizzazione primaria".
Inoltre la legge n. 266 del 2005, citata anche nell'ultima sentenza del Tar Puglia contro il Comune di Gravina, stabilisce che "Al fine di accelerare la realizzazione degli investimenti per il completamento della rete di telecomunicazione GSM-R dedicata esclusivamente alla sicurezza ed al controllo del traffico ferroviario, nonché al fine di contenere i costi di realizzazione della rete stessa, all'installazione sul sedime ferroviario ovvero in area immediatamente limitrofa dei relativi impianti (motivo per cui non è possibile spostare la struttura fuori dal centro abitato n.d.a.) si procede con le modalità proprie degli impianti di sicurezza e segnalamento ferroviario, nel rispetto dei limiti di esposizione".
Pertanto si consente l'installazione degli impianti di comunicazione Gsm-r "senza bisogno di ottenere titoli abilitativi di alcun genere".
Dunque , vista la normativa vigente, il Comune di Gravina non avrebbe in alcun modo potuto bloccare i lavori delle Rfi che, a dirla tutta, indispettite dall'atteggiamento dell'Ente comunale, hanno chiesto e ottenuto la condanna dell'amministrazione per lite temeraria "in considerazione della manifesta infondatezza della resistenza in giudizio".
Una bella bacchettata che costringe il Comune a pagare un'ammenda di 500 euro a cui si aggiungono altri 3.500 euro dovuti per le spese processuali.
In attesa di avere presto altre notizie in merito a questa vicenda, così come promesso da Divella, e mettendo da parte le facili polemiche che si possono fare, non ci resta che accettare il verdetto stabilito dal Tar Puglia e mettere almeno in salvo le casse comunali, già pesantemente provate dalle tante sentenze che vedono il Comune di Gravina quasi sempre soccombente.
La scorsa settimana presso la parrocchia Madonna delle Grazie si è tenuta una assemblea pubblica durante la quale i residenti del quartiere hanno potuto confrontarsi con il sindaco Divella, accompagnato dall'assessore ai lavori pubblici Serangelo, per discutere sui provvedimenti che l'Amministrazione intende adottare per scongiurare l'installazione dell'antenna.
Durante l'incontro, mentre il sindaco spiegava quali potrebbero essere i prossimi cavilli giudiziari che l'Amministrazione intende usare, sfoderando una sentenza del Consiglio di Stato che impone la tutela ambientale e paesaggistica non solo per i monumenti ma anche per le aree ad essi adiacenti, secondo il così detto "vincolo allargato", alcuni cittadini accusavano l'Amministrazione di non essersi mai costituita in giudizio e di aver perso i contenziosi con le Rfi semplicemente perché il legale incaricato dall'Ente non si sarebbe presentato ai dibattimenti in tribunale.
La verità, invece, è tutta un'altra storia.
Il Comune di Gravina si è difeso in tutte le sedi giudiziarie contro le Ferrovie dello Stato, presentando appello alla prima e alla seconda sentenza nonostante i giudici abbiano sempre rigettato le istanze avanzate.
Dall'altra parte, inoltre, l'amministrazione e il sindaco in particolare, hanno tentato una estenuante trattativa con gli amministrazioni della Rfi per convincerli a spostare l'antenna su una proprietà del Comune a pochi chilometri dal centro abitato.
Una soluzione che, almeno per ora, non sembra congeniale con le intenzioni della Rfi, che ha sempre rifiutato ogni proposta, forte anche degli esiti di tutte le sentenze che hanno dichiarato illegittima l'ordinanza n. 15 del 6.8.2010 con la quale l'ufficio tecnico ordinava la sospensione dei lavori e la demolizioni delle opere realizzate.
A dar man forte alle Ferrovie dello Stato, che non sono nuove a queste vicende visto che in ogni angolo d'Italia ci sono cittadini inferociti contro le antenne Gsm-r, è direttamente la legislazione nazionale che considera le antenne per la comunicazione "opere di urbanizzazione primaria".
Inoltre la legge n. 266 del 2005, citata anche nell'ultima sentenza del Tar Puglia contro il Comune di Gravina, stabilisce che "Al fine di accelerare la realizzazione degli investimenti per il completamento della rete di telecomunicazione GSM-R dedicata esclusivamente alla sicurezza ed al controllo del traffico ferroviario, nonché al fine di contenere i costi di realizzazione della rete stessa, all'installazione sul sedime ferroviario ovvero in area immediatamente limitrofa dei relativi impianti (motivo per cui non è possibile spostare la struttura fuori dal centro abitato n.d.a.) si procede con le modalità proprie degli impianti di sicurezza e segnalamento ferroviario, nel rispetto dei limiti di esposizione".
Pertanto si consente l'installazione degli impianti di comunicazione Gsm-r "senza bisogno di ottenere titoli abilitativi di alcun genere".
Dunque , vista la normativa vigente, il Comune di Gravina non avrebbe in alcun modo potuto bloccare i lavori delle Rfi che, a dirla tutta, indispettite dall'atteggiamento dell'Ente comunale, hanno chiesto e ottenuto la condanna dell'amministrazione per lite temeraria "in considerazione della manifesta infondatezza della resistenza in giudizio".
Una bella bacchettata che costringe il Comune a pagare un'ammenda di 500 euro a cui si aggiungono altri 3.500 euro dovuti per le spese processuali.
In attesa di avere presto altre notizie in merito a questa vicenda, così come promesso da Divella, e mettendo da parte le facili polemiche che si possono fare, non ci resta che accettare il verdetto stabilito dal Tar Puglia e mettere almeno in salvo le casse comunali, già pesantemente provate dalle tante sentenze che vedono il Comune di Gravina quasi sempre soccombente.